BLITZ CASERMA VVF ALBENGA
La repressione dei lavoratori ha inizio!!!
CITTADINI-LAVORATORI
Vi raccontiamo una storia in “bianco e nero” che rievoca un passato oscuro e triste per il genere umano. Un passato che ha avuto inizio negando ai cittadini e ai lavoratori la possibilità di denunciare le proprie condizioni di vita e di lavoro. Oggi come allora un cittadino/lavoratore non può denunciare le proprie condizioni di lavoro, pena un’azione repressiva stile “Argentina”.
Questo è quello che è accaduto al distaccamento di Albenga dove i vigili del fuoco, stanchi di lavorare in una struttura pericolosa e con gravi problematiche strutturali, hanno deciso di denunciarlo alla città di Albenga.
Vivere in una caserma fatiscente, priva delle condizioni di sicurezza, abbandonata da una dirigenza incapace di gestire la sua provincia è un elemento che in un paese avanzato desterebbe preoccupazione verso chi svolge un lavoro di soccorso e dove lo stress correlato ha un ruolo fondamentale nella vita dei pompieri e dei cittadini.
L’amministrazione, schiava dei prefetti, decide di schiacciare ancora di più: “irruzione” con un funzionario (responsabile della baracca) e i suoi seguaci con azioni vessatorie e intimidatorie con azioni di “sgombero” verso quei lavoratori obbligati da un salario a lavorare a più di 800 km di distanza dalla propria famiglia e quindi a chiedere il “casermaggio” all'interno del distaccamento. Un atto “infame” privo di qualsiasi logica se non quella di reprimere la lotta in atto, lotta che nel tempo ha insegnato che l'unità di classe ha sempre spazzato via chi vergognosamente cerca di distruggere azioni di tutela del diritto.
Ma non basta, la ciliegina sul “piatto di ferro”, punire in maniera esemplare e riportare tutti nei ranghi: arriva con la volontà di un impianto video sorvegliato della caserma per controllare… chi?...i lavoratori o i ladri di “baracche”????
In questa situazione i rapporti sindacali peggiorano e diventa sempre più difficile parlare con la nostra dirigenza che non ha ancora istituito un tavolo di confronto, chiudendosi nel proprio ufficio impartendo “ordini” che nulla hanno a che fare con il soccorso tecnico urgente.
Noi invece abbiamo ben saldo il nostro obiettivo e rilanciamo la lotta verso una sede dignitosa che rispetti le condizioni di sicurezza che una caserma dei pompieri deve avere.