Alessandria: incendio Ausimont

Disappunto e preoccupazione sui piani di emergenza

 

Alessandria -

Al Prefetto di Alessandria

 

Dott. Prof. Vincenzo PELLEGRINI

 

 

 

Al Sindaco di Alessandria

 

Dott.ssa Mara Enrica SCAGNI

 

 

 

All’ Ispettore Regionale Piemonte

 

Vigili del Fuoco

 

Ing. Ugo RICCOBONO

 

 

 

Al Comandante Provinciale

 

Vigili del Fuoco Alessandria

 

Dott.Ing. Raffaele RUGGIERO

 

 

 

 

 

 

 

Oggetto: incendio presso la ditta Atofina \ Ausimont

 

 

 

Questa O.S. esprime il proprio disappunto e una forte preoccupazione per l'evidente fallimento nell’applicazione del piano di emergenza interno alla ditta Ausimont, al quale ha partecipato il Dirigente del comando di Alessandria; nonché verso l’Ispettorato Regionale per aver negli anni gestito i piani di emergenza nei siti ad alto rischio senza che nessuno possa utilizzarli.

 

In un intervento cosi delicato si deve riconoscere però il merito al settore formativo di questo Comando, che durante i recenti corsi "NBC" ha provveduto almeno ad organizzare esercitazioni pratiche presso la ditta Ausimont, dando così la possibilità alle squadre di intervento di entrare in questo luogo “off limits” con una minima conoscenza dei luoghi; però ciò non basta, visto che tutto il personale non partecipa ai corsi formativi, e dunque una sola occasione non è sicuramente sufficiente per dare la possibilità agli operatori preposti al soccorso, di potersi anche solo orientare geograficamente all'interno di un simile labirinto industriale.

 

Pertanto con la presente esterniamo il nostro disappunto e la nostra preoccupazione poiché i piani d’emergenza delle ditte, soprattutto di queste ad elevato rischio siano “top secret”, e non condivise con il personale di questo Comando, soprattutto con i capi partenza.

 

Invitiamo il primo dirigente ad organizzare periodici sopralluoghi presso tali ditte, almeno per tutti i capi partenza delle Sedi VVF interessate, in maniera che il personale possa essere reso edotto sui prodotti e le misure da adottare in caso d’incendio.

 

Difficile è, in un occasione come questa pensare che i VV.F. possano essere l’organo di DIFESA CIVILE, in queste condizioni l’uso del termine consente solo ai burocrati del nuovo dipartimento, di riempire la bocca e di farne le basi della loro carriera.

 

Una situazione che inficia anche la buona volontà dell'operatore VVF che come sempre e prontamente, mette a repentaglio la propria vita per proteggere e tutelare l'incolumità della cittadinanza, aggiungendo, ai rischi già presenti ed insiti nel proprio lavoro, la mancata informazione su rischi che dovrebbero essere noti e previsti dai piani d’emergenza.

 

Come garantire la sicurezza dei cittadini, quando gli stessi operatori devono svolgere gli interventi in queste condizioni? Quando, chi deve garantire la sicurezza non è in grado di garantirla a se stesso?

 

Basterebbe anche una semplice planimetria messa a disposizione su ogni mezzo di partenza di questi complessi industriali a rischio, per aumentare la sicurezza operativa delle squadre VV.F. che invece vengono cosi mandate allo sbaraglio.

 

Pertanto costatata la deficienza in materia di questo Comando, si richiede come previsto dalle apposite direttive Ministeriali, che sia stillata e resa nota al personale una “P.O.S.” specifica per questi impianti industriali a grande rischio.

 

Con l’occasione si inviano cordiali saluti.