AGGIORNAMENTO LAVORI TAVOLO TECNICO

Di seguito vi aggiorniamo sugli ultimi incontri avvenuti su piattaforma virtuale con la DCF per quanto attiene USAR light, NIA e TAS

Nazionale -

 

Nell'incontro del tavolo tecnico del 17 marzo si è parlato del percorso formativo NIA e dei relativi formatori.

Il settore USAR ha avuto in questi anni una evoluzione notevole, si pensi all’ottenimento della certificazione internazionale INSARAG (International Search and Rescue Advisory Group) per i propri team Usar (Urban Search and Rescue) ottenuto dalle Nazioni Unite che definisce una serie di linee guida d’intervento durante le operazioni di ricerca e salvataggio di dispersi sotto le macerie. L’esito positivo della prova, valutata da commissari dell’ONU, consente alle squadre USAR dei Vigili del fuoco in configurazione heavy (cioè con una struttura organizzativa di mezzi, logistica, personale e attrezzature tale da operare 24 ore su 24 su due diversi siti per 10 giorni), di far parte del dispositivo di soccorso internazionale e di intervenire anche al di fuori dell’Italia negli scenari di disastri più complessi. Per gli USAR HEAVY la questione è arenata e deve essere ripresa, in quanto non esiste nemmeno un pacchetto formativo specifico, mentre per gli USAR MEDIUM siamo quasi a regime degli 8 nuclei previsti, sarà importante mantenerli, considerando il turn over, con almeno 1 corso all’anno per ciascun team, si dovrà comunque affrontare il tema nello specifico delle singole criticità, prossimamente.

USAR LIGHT, si vuole con questo pacchetto, estendere a tutto il personale le conoscenze base per poter collaborare in scenari complessi, come quelli dei terremoti, con la componente più avanzata quale la MEDIUM e con altre squadre, magari internazionali, che si troveranno ad operare nello stesso scenario. La proposta dell’amministrazione di impartire questo pacchetto su 36 ore ai corsi di ingresso e 24 nei territori, ci sembra congrua alle esigenze operative, abbiamo condiviso le 24 ore anziché 36 al livello dei comandi per favorire una maggiore e più rapida diffusione del pacchetto. Come abbiamo già scritto e detto più volte al tavolo, dobbiamo uscire dalla logica delle 36 ore, logica legata al punteggio per i passaggi di qualifica, l’amministrazione dovrà prendere atto del fallimento del sistema a punti e noi a questo tavolo porteremo avanti un’idea di formazione a moduli più che a settimane. Per ora un sasso nello stagno, ma non disperiamo di aprire un canale di ascolto con la forza delle argomentazioni. La formazione USAR LIGHT deve a nostro avviso essere svolta dai formatori USAR-M, solo una parte può essere fatta in FAD, per quanto riguarda la formazione USAR in ingresso presso le scuole, va bene che se ne occupino gli istruttori professionali, ribadiamo che la circolare USAR prevede solo i formatori USAR-M e i formatori esperti USAR-M, la figura dell’istruttore USAR Light non è prevista.

Per quanto riguarda invece il NIA (nucleo investigativo antincendio), di cui si è discusso nell’incontro del 17 marzo, il Direttore della DCF ha evidenziato l’importanza che riveste una formazione nell’ambito della polizia giudiziaria per gli allievi vigili, per quanto comprendiamo la ghiotta occasione dell’amministrazione di impartire nuovi pacchetti didattici, sbilanciando la formazione teorica nei riguardi di quella pratica, causando il paradosso, di trovarsi vigili ai comandi, con poca esperienza e nozioni superiori ai qualificati da cui dipendono. Questo gap è dovuto all’assenza di programmi di aggiornamento sul territorio in specifici ambiti. II Direttore scarica la responsabilità sui direttori regionali, ma siamo o non siamo Corpo Nazionale? Abbiamo dunque chiesto al Direttore di farsi promotore di iniziative volte a risolvere questa carenza formativa, soprattutto dei qualificati, questo non riguarda solo la polizia giudiziaria o il NIA, ma in generale tutti quei nuovi pacchetti volti ad aggiornare la capacità operativa dei vigili del fuoco che rimangono a lungo patrimonio quasi esclusivo delle scuole centrali. Dovremmo iniziare un programma serio di corsi di aggiornamento, prima di tutto dei qualificati, siamo certi che in breve tempo (un paio di anni) potremmo ridurre il gap formativo, teorico, degli allievi con i qualificati, ad iniziare dai nuovi corsi CS, infatti auspichiamo una formazione NIA da inserire come modulo. A questo proposito il Direttore ci ha confermato che l’intenzione dell’amministrazione è di partire già dal prossimo corso CS 2020, che prevede tre mesi di corso. Come USB riteniamo che si debba ripensare a questa ipotesi, vista la fase pandemica e la necessità di dare il cambio a chi è fuori casa da più di un anno, siamo già in forte ritardo sugli impegni presi dall’amministrazione sui tempi del bando. Comunque sul pacchetto didattico per i CS, il tavolo si incontrerà il 31 marzo. Tornando allo specifico dell’incontro, per il NIA si confermano i titoli preferenziali, quali NBCR (secondo, terzo livello) corso di PG, formazione specifica su temi attinenti la formazione giuridica, non vogliamo comunque che siano prerequisiti. La formazione NIA deve avere una forte attinenza all’operatività e le basi sarebbero da estendere alla maggior parte del personale, per iniziare a farlo in tempo realisticamente brevi abbiamo infatti suggerito un livello zero da erogare in FAD (4/8 ore). Per i livelli superiori al secondo, dovremmo ragionare per moduli, vedasi l’utilizzo di strumentazioni ad hoc per gli scenari operativi ( ad esempio la sferocam, per una visione a 360 gradi), ribadiamo ancora una volta l’inutilità di programmare la formazione su 36 ore, poco funzionale e che irrigidisce il modello formativo. Da quanto accennato dal Direttore sembrerebbe che la DCF sarebbe più orientata ad erogare agli allievi un pacchetto di Polizia Giudiziaria da 36 ore e solo istruzioni operative di base relative al NIA.

Concludiamo con un accenno al settore TAS, l’abbiamo lasciato in coda, non perché questo settore non rivesta un’ importanza notevole per l’operatività dei vigili del fuoco, ma in quanto l’incontro che si è svolto non è stato significativo, alla fine la bozza presentata dall’amministrazione non contiene grandi novità, noi come USB abbiamo tenuto a ribadire il ruolo dei TAS, che non è quello degli informatici, non possiamo pretendere da un TAS il ruolo di DATA ENTRY, che lo farà nel caso una ditta incaricata o personale amministrativo informatico assunto a questo scopo, abbiamo sollevato la questione. Perché oggi i TAS si trovano a gestire programmi sempre più complessi in uno scenario tecnologico in continua evoluzione, sarà difficile continuare a pretendere che il livello formativo rimanga al pari di una tecnologia sempre più dinamica, in un Corpo Nazionale che invecchia sempre di più, visto lo slittamento dell’età pensionabile, vuoi per uno scarso turn over. Il settore TAS nasce come una specialità che doveva operare in territori impervio per portare soccorso a persone disperse, oggi si trova a dover gestire banche dati con migliaia di record per poterli geocodificare e aggiornare il geoportale nazionale, compiti che non ci devono competere, ricordiamo che il TAS è un vigile del fuoco che ogni giorno si destreggia tra incendi, alluvioni, crolli, incidenti, soccorsi di varia natura, poi a tempo perso è anche il pompiere TAS informatico, che bella invenzione, ci stiamo prestando da troppo tempo a fare tutto, forse è arrivato il momento di dire basta, l’esasperazione della formazione sta creando mostri, i dirigenti ci sguazzano, si fanno belli con le nostre capacità, i Governi ci riconoscono briciole nelle finte equiparazioni e noi ci facciamo belli con pezzi di stoffa con acronimi ricamati, il TAS è uno di quei settori, più di altri, nel quale la componente tecnica nozionistica è ad alto valore aggiunto e richiede continua formazione per stare al passo dei tempi, a costo zero anche no.

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Il Consiglio Nazionale USB VVF