217 - il pericolo è che potrebbe essere un déjà vu
Non vogliamo nasconderci dietro a false dichiarazioni : non è perché ci siamo seduti al tavolo tecnico, istituito per le modifiche del D.lvo 217, che questo significhi che noi stiamo cambiando opinione.
Questo "regolamento" non ci è mai piaciuto, continua a non piacerci e anche se si ottenesse qualche modifica, sicuramente continuerà a non piacerci.
Non prendiamoci in giro, anche ottenendo qualche ritocco , non sarà certamente una modifica strutturale, integrale; partiremo pur sempre da un progetto “brutto”, che ha solo scopiazzato un regolamento creato per “altri” e calato nella nostra realtà senza tener conto che la nostra professionalità è “diversa”, che i nostri problemi non assomigliavano a quelli di “altri” e soprattutto che noi a nessun altro volevamo assomigliare.
Temiamo che non sarà un cambiamento sostanziale; il rischio è che tutto quello che comporta oneri di spesa possa essere escluso dalla discussione.
Non dimentichiamoci che quella che l'amministrazione e qualche sigla sindacale ci hanno presentato come una riforma epocale, è stata fatta a costo zero, ma con quali errori? peraltro pagati tutti sulla pelle dei lavoratori!
Ora tra le righe, ma poi non tanto, ci è stato lasciato intendere che se alla fine non ci sarà copertura finanziaria, rischiamo di dover abbandonare il sogno di arrivare ad una sostanziale riforma.
Come RdB ci piacerebbe poter dire che ci siamo riusciti, che abbiamo l'appoggio anche di altre forze per rigettare in pieno questo Decreto e che siamo pronti a riscriverne un altro, nuovo, più snello, più vicino al nostro lavoro, alle esigenze di noi lavoratori.
Non è così ma continuiamo ad andare avanti. Oggi siamo stati convocati al primo incontro in cui si è stabilito il metodo di lavoro che si adotterà nei futuri tavoli tecnici rispetto a tale argomento abbiamo rappresentato la necessità di discutere articolo per articolo.
Dalle affermazioni dell'amministrazione si è evinto la totale incertezza rispetto ad una adeguata copertura finanziaria ed è pertanto molto realistico che non si trovino le risorse necessarie, ne per una decorosa rivisitazione di questo indecente prodotto ne per un equo rinnovo contrattuale. in conclusione i lavoratori troveranno ad affrontare non un autunno caldo ma bensì “un'afosa primavera” fatta di rivendicazioni di piazza.