VIGILI DEL FUOCO USATI COME ORGANO DI REPRESSIONE
Lavoratori,
la scrivente O.S. in merito ai gravi episodi di repressione avvenuti a Genova nei giorni scorsi, culminati con lo sgombero violento di un area urbana occupata da mesi da giovani, azione repressiva attuata dalle forze dell'ordine coadiuvate dai vigili del fuoco, la cui competenza giuridica e professionale viene distorta e impropriamente asservita ai loschi interessi di un apparato repressivo di uno stato che oramai rappresenta solo gli interessi delle banche e dei gruppi finanziari che lo compongono in spregio ad ogni minimo principio di democrazia. Il magistrato pianifica e ordina al personale dei vigili del fuoco di abbandonare il presidio dei compiti di istituto, cioè il soccorso alla popolazione e il soccorso tecnico urgente nonché il soccorso antincendi, ed impone al personale in servizio di partecipare a questa vergognosa azione repressiva, nel nome della legalità utilizzando soldi pubblici e risorse economiche vincolate ad un capitolo di spesa definito emolumenti per straordinario di soccorso, ad una azione che col soccorso alla popolazione non ha alcuna attinenza, non solo a configurare ulteriormente un quadro di irregolarità al personale; viene promesso il pagamento di quattro ore fino al mezzogiorno a fronte di un impegno lavorativo di due ore presunte a dimostrare che in questo stato le modalità mafiose e clientelari non sono una discriminante esclusiva delle organizzazioni delinquenziali, tutto questo merita che tutti i cittadini sappiano che mentre si sta pianificando lo smantellamento e la chiusura del servizio pubblico di soccorso, si cerca di utilizzare gli elementi residuali dell'apparato di soccorso per aggirare ostacoli giuridici che intralciano le attività repressive del regime di governo, dal momento che i pompieri giuridicamente possono violare qualunque domicilio per garantire le operazioni di soccorso (quindi usato solo per salvaguardare al meglio la popolazione) essi vengono utilizzati loro malgrado per irrompere illegittimamente ovunque, il tutto privando la popolazione (date le carenze strutturali) del minimo presidio di soccorso, si provi ad immaginare nel concreto cosa accadrebbe se bruciasse un palazzo mentre una delle due squadre di 5 uomini che costituiscono il presidio antincendi del centro è impegnata nelle manovalanze repressive che stanno cosi a cuore a qualche questore o a qualche magistrato, a chi si chiederebbe il conto dei danni è delle vittime, forse anche tra quei colleghi che soli ad operare sacrificherebbero la loro incolumità o la vita stessa.