Vigili del Fuoco: un'altra morte bianca
Non parlate a nome nostro
Il gravissimo incidente verificatosi ieri mattina nei pressi di Roma che ha causato la morte di un collega sommozzatore, va ad aggiungersi alle ormai frequenti tragedie che colpiscono i lavoratori del Corpo nazionale, esposti sempre di più a elevati rischi di vita.
Dalle pagine dei quotidiani nazionali di questa mattina si sono potute leggere le dichiarazioni retoriche da post-tragedia, a cui ci hanno ormai abituati i vari rappresentanti di governo.
La sordità politica nei confronti della nostra categoria è stata ed è un dato di fatto: tuttavia, non ci rassegniamo e respingiamo al mittente il ruolo di "eroe nazionale" che sacrifica la propria vita. Noi siamo dei lavoratori costretti, grazie alle cattive politiche in materia di soccorso e protezione civile, a svolgere il nostro lavoro in condizioni precarie e scarsamente riconosciute.
In questi mesi il Ministro dell'Interno ha dimostrato un concreto disinteresse per le condizioni di lavoro dei vigili del fuoco, evidenziato anche da un assordante silenzio alle richieste d'incontro da parte dei rappresentanti dei lavoratori.
In questo momento drammatico chiediamo al ministro e ai rappresentati istituzionali di rispettare il nostro dolore con il silenzio.
Oggi non devono parlare a nome nostro, con qualche facile dichiarazione mediatica, ma nelle sedi istituzionali dimostrando concretamente di avere l'attenzione doverosa nei confronti dei lavoratori del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.