Vigili del fuoco: una ragione in più per dire no ai decreti di militarizzazione
26 luglio sciopero nazionale della categoria
Con la votazione favorevole al decreto legge n.90 espressa dal Senato, che mira ad incrementare la funzionalità e l’efficienza operativa del Dipartimento della protezione civile nell’ambito della gestione delle emergenze e degli interventi a tutela della popolazione dalle varie ipotesi di rischio, il Parlamento di fatto smentisce la tesi di coloro che davano per certo la risoluzione a favore del Corpo nazionale dei conflitti emersi in questi anni con il Dipartimento della protezione civile.
Oggi a pagare il prezzo più alto di queste politiche non sono né i prefetti, né le sigle sindacali a loro vicine, ma esclusivamente i lavoratori del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
L’Art. 4 comma 1 del decreto, infatti, recante la Disciplina e potenziamento del Dipartimento della protezione civile, abroga tutti i riferimenti precedentemente assegnati dalle legge del 9 novembre 2001 al Ministro od al Ministero dell’Interno, affidando la competenza esclusiva in materia di Protezione civile alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Ovviamente l’attività di protezione civile sarà effettuata dai lavoratori del Corpo nazionale, mentre il coordinamento, le risorse, i mezzi saranno attribuiti al Dipartimento della protezione civile!
Inoltre quando il decreto in questione sarà trasformato in legge, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco si troverà in un ministero in cui le competenze esclusive saranno quelle di Pubblica sicurezza.
La RdB-CUB da anni sostiene quanto stabilito dalla legge 225 del 1992: i vigili del fuoco sono l’asse portante della Protezione civile. Per queste ragioni chiediamo una riforma che impedisce di ridurre i lavoratori del Corpo nazionale a funzioni di manovalanza rispetto alle altre amministrazione dello Stato e che contrariamente attribuisca ai Vigili del Fuoco la funzione di asse portante dell’intero settore di Protezione civile.
Quanto denunciato dalla RdB-Cub nel libro “La Difesa Civile. Effetti e conseguenze sul mondo del lavoro e sulla popolazione” e durante i numerosi dibattiti pubblici, si sta di fatto realizzando.
Le politiche di questi anni hanno di fatto marginalizzato il Corpo nazionale fino ad escluderlo dalle politiche di protezione civile. E’ fin troppo chiaro qual è il progetto complessivo che mira a rafforzare, anche con il Corpo nazionale, le strutture legate all’ordine pubblico e alla sicurezza risolvendo definitivamente l’eterna questione del dualismo tra Vigili del Fuoco e Protezione civile nettamente a favore di quest’ultima.
Inquadrare i Vigili del Fuoco all’interno di una struttura gerarchizzata priva di diritti personali e sindacali come quella proposta dall’amministrazione e appoggiata da una minoranza del personale rappresenta uno dei tasselli di un progetto più complessivo.
L’approvazione dei decreti attuativi della legge 252/04 sono e rimangono un grande rischio per il Corpo Nazionale. Quando la RdB-CUB denunciava che il governo e l’amministrazione volevano imporre una trasformazione dei vigili del fuoco in Corpo di Difesa Civile il progetto appariva, seppur non in modo esplicito, in tutta la sua pericolosità e in tutto il suo autoritarismo. Oggi, il decreto legge n° 90 conferma le nostre preoccupazioni.
Il Ministro e il suo Governo su queste questioni continuano a fare “orecchie da mercante”; forti di un progetto generale pianificato nel corso di questi anni, sprezzanti della volontà della maggioranza dei lavoratori e dei cittadini italiani che tanta stima hanno espresso durante le manifestazioni di questi giorni nei confronti dei vigili del fuoco.
Il prossimo 26 luglio rappresenterà un’altra giornata per dire NO a questa
CONTRORIFOMA nell’interesse complessivo dei lavoratori e dei cittadini!