Vigili del Fuoco senza uomini e mezzi in una giornata di emergenza.
nota unitaria
Al Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco
Pref. Francesco Paolo Tronca
Al Capo del CNVVF - Vice Capo Dipartimento Vicario
Ing. Alfio Pini
Al Direttore Regionale VV.F. Puglia
Ing. Michele Di Grezia
e.p.c. Al Comandante Provinciale VV.F. Bari
Ing. Roberto Lupica
A tutti i lavoratori
Come sempre ormai accade in caso di gravi emergenze originate da condizioni meteorologiche avverse, anche nell’ultimo nubifragio che ha investito la nostra regione il dispositivo di soccorso è andato in tilt, a causa delle numerosissime richieste di soccorso e della scarsa quantità di uomini e mezzi.
Questo è quanto accaduto nella serata del 01/03 u.s. quando la sala operativa dei Vigili del Fuoco di Bari è stata intasata da numerosissime chiamate di soccorso di persone coinvolte in vari allagamenti nella vasta zona interessata, che andava dall’ovest barese al nord tarantino.
In moltissimi casi non si è potuto intervenire o lo si è fatto con ore di ritardo appunto per le note mancanze: a fronte delle numerosissime richieste, soprattutto per problemi procedurali interni e per l’assenza di procedure operative standard naturali in eventi catastrofici come questi, si è potuto soltanto eseguire, ancora una volta erroneamente, le normali procedure per il richiamo di personale in turno libero.
Tutto questo si è realizzato con molto ritardo a causa dell’attesa fisiologica delle diverse autorizzazioni Ministeriali e Regionali e ricevendo spesso diniego dallo stesso personale poiché, come ben noto, nel Corpo Nazionale Vigili del Fuoco non esiste lo strumento della reperibilità e peraltro, come deterrente, quando si effettua lo straordinario la retribuzione spettante la si percepisce con anni di ritardo (vedi terremoto L’Aquila e smottamenti Messina).
Chiaramente considerate le operazioni da effettuare in questo scenario la sicurezza diventa un optional: ad esempio i colleghi sommozzatori sono stati costretti da Funzionari ed Ufficiali ad operare con il gommone da rafting del nucleo fluviale; le quadre che componevano le partenze si sono dovute dividere per eseguire più interventi contemporaneamente ecc.ecc..
Quello che è evidente è l’ennesima dimostrazione di poca dimestichezza con gli standard minimi di sicurezza e i protocolli dei nuclei specialistici, senza peraltro trascurare che gli stessi uomini non hanno minimamente supporto logistico dopo tante ore di intervento, in quanto non vi è possibilità di cambio personale e sono completamente abbandonati al loro destino non ricevendo dalla Sede Centrale neanche una bottiglia di acqua.
Non vogliamo dilungarci per evitare di essere logorroici ma abbiamo sentore che in queste condizioni di difficoltà prima o poi potrebbe succedere qualcosa di irreparabile e, per ovviare e/o quantomeno allontanare questa sensazione, rammentiamo all’Amministrazione Centrale che non più di un mese fa avevamo chiesto un tavolo tecnico, disponibili ad ottenerlo anche nelle Sedi Ministeriali di Roma, ma a tutt’oggi nessuna risposta e avevamo chiesto anche all’Amministrazione locale Regionale e Provinciale di confrontarci e capire nell’interesse comune quali provvedimenti assumere in situazioni come queste che spesso non sono mai casuali e che con un minimo di preparazione operativa potrebbero essere risolti in maniera molto più consona in rapporto al pericolo.
Restiamo ancora in attesa di conoscere le volontà degli organi richiamati in indirizzo e sarà nostra premura dare il nostro apporto, visto che facciamo da sempre parte del servizio operativo dei Vigili del Fuoco.