Vigili del fuoco è la festa della donna…
... ma il Corpo Nazionale è un po’ “maschilista”
Lavoratori, approfittiamo, dell’occasione non perché si avvicina l’8 marzo, ma perché di pari opportunità è necessario parlarne in ogni contesto a partire dalle conquiste sociali, politiche ed economiche che sono state tante e tutte frutto di battaglie, proteste e confronti che hanno dimostrato che la donna non è solo quella figura gentile che cura il tetto domestico, ma bensì è una parte attiva della società, determinante nelle varie scelte.
Consapevoli che l’attuale situazione non è sufficiente in quanto la condizione delle lavoratrici è sempre più minata da tentativi legislativi che hanno come intento un dietrofront eclatante, e questo lo verifichiamo giornalmente leggendo anche le ultime sentenze sulla violenza sessuale, dove il legislatore accrescendo la possibilità di evitare il carcere agli stupratori, rasentando l’assurdo, sconfina nella non considerazione sfociando verso vecchi sistemi decisionali dove le donne fanno solo da corollario nel palcoscenico sociale (in Italia si registrano fin troppi cosi di violenze fisiche e psichiche sulle donne, le quali diventano vittime predestinate di soprusi, e di discriminazioni da parte di uomini e compagni violenti, anche all’intero della sfera domestica spadroneggiano, essendo risultato di una cultura dell’uomo “proprietario” che non è facile da estirpare). La risultante di tale opera, genera una condizione lavorativa di insofferenza; oggi l’occupazione femminile in Italia è ferma al 45% della popolazione in età di lavoro, senza contare che nei posti decisionali (donne/dirigenti) questo dato non tocca nemmeno il 10% .
A ciò basterebbe aggiungere cosa avvenne con l’abolizione della legge n°188/2007 che impediva la pratica delle finte dimissioni, le cosiddette “dimissioni in bianco” una spada di damocle sulla testa delle lavoratrici, pronta a colpire nel momento più particolare della loro vita!
A ciò corrispondono dati sconfortanti che nel solo anno 2010 hanno visto le donne abdicare al proprio posto di lavoro per poter proseguire la propria maternità (circa 19.000 lavoratrici hanno interrotto il rapporto di lavoro), verrebbe da chiedersi quanti di questi licenziamenti siano stati frutto d’una libera scelta e quanti “imposti” da un sistema occulto che fa regole non scritte ma routine sociale che sciaccia l’anello sociale sul quale ruota il sistema nucleare primario della società, il quale non riesce ad avere lo stesso corrispettivo nell’universo del lavoro.
Il sindacalismo di base constata una prospettiva ancora peggiore per le donne all’interno di un corpo nazionale dei vigili del fuoco che spesso, duole dirlo, può essere etichettato come “un corpo nazionale maschilista”
La situazione, al nostro interno, è ancora peggiore di altri ambienti lavorativi, già dalle assunzioni le prove atletiche e ginniche (per esempio) sono tarate sulla forza fisica di un uomo, questo ne determina una scremazione iniziale a svantaggio delle lavoratrici, le quali si ritrovano a far parte del CN solo in qualità di servizio Volontario Discontinuo (eccetto alcuni rari casi).
Naturalmente, nel caso in cui qualcuna delle aspiranti venisse assunta, si ritroverebbe ad affrontare i piccoli problemi offerti da luoghi di lavoro che tradizionalmente non sono proiettati verso l’indirizzo delle pari opportunità. In quanto le “caserme” non dispongono di luoghi separati (quei pochi comandi che stanno iniziando l’adeguamento si ritrovano a dover fronteggiare lo spauracchio delle enormi spese da sostenere). Le difficoltà, si accentuano anche all’atto della normale opera nelle squadre di intervento, in quanto, non si è mai pensato di contestualizzarle in alcune attività piuttosto che in altre (basti pensare che gli stessi DPI sono realizzati sul modello della figura maschile).
Fino a poco tempo fa, si ci poteva ingannare sulla quasi impossibilità d’accesso, da parte delle donne verso gli altri corpi dello stato. Ma ad oggi possiamo costatare che il corpo nazionale è il fanalino di coda in questo campo, ed è quindi detentore dello scettro di prima compagine anti-donna.
A tal proposito ci auspichiamo che si tengano delle iniziative dove oltre a mette in rilievo alcune precauzioni di sicurezza per le donne, si inquadri il tutto non solo dal punto di vista della prevenzione in materia di violenze, ma si proietti verso un maggior respiro politico creando i presupposti per una presenza paritaria, tra i due sessi, all’interno delle istituzioni per il reale sviluppo di questo Paese.
Ora aspettando come USB che la determinazione del ministro Fornero su questi temi: “parità tra uomini e donne nel mondo del lavoro”, abbia un peso rilevante. Auguriamo a tutte le donne lavoratrici e mamme.. ovunque esse si trovino .. qualunque sia il loro sogno… la reale concretizzazione del concetto di parità lavorativa.