Vigili del Fuoco

Il 27 aprile non trovano un solo motivo per festeggiare

 

 

Roma -

Si chiude una fase politica dove i vigili del fuoco, quelli coscienziosi, che ogni giorno svolgono le attività di soccorso più disperate non hanno trovato nulla da festeggiare in questa giornata.

Già ci era sembrata una forzatura una festa piazzata appena dopo le elezioni politiche che ha tutto il senso di un “qualcuno” che si vuole accreditare con il prossimo governo, e questi non sono certo i vigili del fuoco che hanno bisogno della piazza per farsi apprezzare.

Questa per quanto ci riguarda è solo una vetrina o meglio un teatrino inventato dal dipartimento e dalla classe prefettizia per dimostrare che se nel prossimo futuro ci saranno equilibri da ristabilire in materia di protezione civile e soccorso alla popolazione loro, i prefetti, sono la categoria giusta a cui affidarsi.

La RdB-CUB, non ha inteso partecipare cosi come migliaia di lavoratori che non intendono essere strumento di propaganda di amministratori che in questi anni non hanno fatto altro che limitare i diritti personali e sindacali dei lavoratori, che hanno solo ingessato una struttura, quale quella dei vigili del fuoco, in incomprensibili gerarchie utili solo al potere per avere mano libera sulla loro gestione.

Ma non troviamo nulla da festeggiare nemmeno con l’attuale compagine governativa che dopo averci militarizzato non è stata nemmeno capace di dare risposte contrattuali ai lavoratori, cosi come in termini di risorse economiche destinate per la manutenzione dei mezzi ed il pagamento delle competenze dei lavoratori, sono sette mesi che i comandi sono in debito di ossigeno economico, al punto tale che le utenze gas, telefono e fornitori hanno chiesto la disdetta dei contratti.

In queste condizioni nessuno ha voluto intraprendere festeggiamenti fuori luogo, quelli che oggi sono in piazza sono stati recuperati tra vigili volontari, personale impiegati nei servizi civili e “travestito” da vigile del fuoco e qualche vigile del fuoco permanente che senza una propria identità si presta a fare da zimbello da circo al colosseo.

Una festa riformata, che ha sempre di più necessità di marce e marcette sulla capitale per anestetizzare la coscienza collettiva, complici quelle organizzazioni sindacali che nascondono ciò che deve essere nascosto e propongono ciò che convenienza vuol che si proponga!!