Valutazione del rischio da stress-correlato

Al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali

Direzione generale della tutela delle condizioni di lavoro

Maurizio SACCONI

 

Al Ministro dell’Interno

On. Roberto MARONI

 

E,p.c. Capo del Dipartimento dei Vigili del Fuoco

del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile

Prefetto Paolo Francesco TRONCA



Egregio Ministro,

i Lavoratori del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, sono operatori che giornalmente affrontano una serie di rischi connessi alle attività di soccorso, in questi anni come organizzazione sindacale abbiamo evidenziato la necessità del riconoscimento di categoria particolarmente usurante.

Abbiamo seguito attentamente il lungo percorso iniziato già nel 1993 con la legge 374, che definiva usuranti quei lavori per cui era richiesto un impiego psico-fisico particolarmente intenso e continuativo, condizionato da fattori che non possono essere evitati .

A distanza di anni possiamo dire che i Lavoratori del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco rientrano a pieno titolo in quelle occupazioni individuate recentemente nei decreti emanati, in quanto si tratta di un mestiere che mina in modo serio e grave il fisico degli operatori, incide negativamente sulla salute dei lavoratori scatenando tumori e malattie di natura professionale con un’incidenza percentuale più alta della media della popolazione italiana.

Sono lavoratori che giornalmente affrontano lavori in galleria, in cave, in alte temperature, in spazi ristretti, esposti all’amianto e a sostanze tossiche, ma soprattutto sono lavoratori che svolgono attività lavorativa nei turni in modo continuativo, per mancanza di organico e pertanto soggetti ad essere richiamati in servizio, fuori turno di lavoro, giornalmente ad ogni minima emergenza.

A ciò aggiungiamo che con l’emanazione della circolare del 18.11.2010 prot 15 segr. 0023692 di questo Ministero del Lavoro, si forniscono indicazioni necessarie alle Amministrazioni al fine di fare rilevare ad ognuna gli stress da lavoro.

Ad oggi il Ministero dell’Interno, Dipartimento dei Vigili del Fuoco, non ha ottemperato a predisporre uno screening tra i lavoratori, precisamente per verificare se tra questi vi siano elementi sufficienti a trarre un analisi deduttiva da stress da lavoro ed eventuali fattori o cause scatenanti.

La scrivente già in passato ha posto in essere una serie di approfondimenti sui lavoratori allo scopo di comprendere quali siamo le reali condizioni lavorative dei vigili del fuoco. Capire cioè cosa accade sul piano psicofisico al lavoratore nell’arco temporale di una giornata “tipo” fin dal primo momento in cui i vigili entrano in servizio, seguendo passo passo tutti i momenti della vita lavorativa fino a quello in cui indossano i dispositivi individuali di protezione, giacché si sta prefigurando un possibile intervento di soccorso. Nell’arco temporale di 12 ore il Vigile del Fuoco normalmente e soggetto a subire alterazioni del metabolismo ed una accelerazioni del battito cardiaco. Questo succede ogni qualvolta che, da un momento di quiete psicofisica, in cui si stanno svolgendo mansioni ordinarie internamente alla sede di servizio, si passa ad una improvvisa accelerazione delle funzioni metaboliche e cardiache proprio in ragione di una chiamata di emergenza.

Lo stress oggi è gravato dalle insoddisfazioni lavorative, basti pensare al personale SATI che si è visto demansionato con la riforma pubblicistica e non riqualificato. Si può ben comprendere con quale entusiasmo con quali condizioni psicologiche essi affrontano le giornate lavorative.

Il personale operativo risulta essere maggiormente colpito in ragione della sua specificità lavorativa in quanto l’attività operativa svolta sottopone i lavoratori a maggiori stress sia sul piano psichico sia sul piano fisico. Infatti la categoria lamenta malanni di ogni genere relativamente a: mal di schiena dolori di testa – dolori agli arti – affaticamento – problemi di vista – ansia – irritabilità – problemi di udito; ecc. Queste sono tutte reazioni fisiche dannose che si manifestano quando le attività lavorative non sono commisurate opportunamente.

Dopo la pubblicizzazione del rapporto di lavoro, possiamo denunciare uno scarso equilibrio tra lavoro e vita privata. Possiamo dire che l’organizzazione lavorativa, post riforma, del Corpo nazionale è completamente saltata, nel senso che non esiste orario di lavoro da cui deriva una mancata attenzione al recupero psicofisico, alla precarietà del lavoro, all’ aumento dei carichi di lavoro, alle pressioni emotive sui lavoratori, alle reazioni a situazioni ambientali avverse e nocive, ecc.

Considerato che, lo stress comporta rischi per la sicurezza e la salute degli operati Vigili del Fuoco, riteniamo necessario che questo ministero del lavoro, intervenga al fine di far aprire un immediato confronto all’interno del Dipartimento dei Vigili del Fuoco per individuare e prevenire il prolungarsi di quanto sopra denunciato, ma soprattutto addivenire all’applicazione delle direttive europee in materia.