USB trattenuta 2,5%

A TUTTE LE STRUTTURE DI PUBBLICO IMPIEGO

In questi giorni da parte di alcune strutture stanno arrivando sollecitazioni di chiarimento e di intervento  in merito  ai ricorsi ed alle diffide che alcuni sindacati  hanno preparato  sulla trattenuta del 2,5% a carico dei lavoratori, a seguito della disposizione prevista dalla legge 122/2010 che ha modificato il sistema di calcolo   del TFS uniformandolo a quello del TFR.

In premessa ci preme sottolineare che  si tratta di un’operazione meramente ed evidentemente  elettorale (Elezioni RSU nel PI), dal momento che guarda caso i sindacati così solertemente impegnati in quest’azione  “di contrasto” sono gli stessi che non hanno mai, e sottolineiamo mai,  detto nulla contro i tagli al pubblico impiego previsti dalle  manovre  del governo Berlusconi prima e   di quello Monti dopo.

Evidentemente servivano argomenti i per colloquiare con i lavoratori e chiedergli il voto (RSU),  dopo il silenzio, nel caso dei sindacati autonomi , o peggio dopo l’appoggio  alle politiche governative, nel caso della UIL,  che hanno contraddistinto il loro operato in tutti questi anni.  Inoltre tutto questo interesse su questo aspetto, importante ma marginale rispetto agli interventi che sono stati fatti  nel campo previdenziale in termini di attacco alla previdenza pubblica,  nasconde la volontà di distogliere l’attenzione dei lavoratori  dal problema “macro” della previdenza integrativa che, con la nascita del fondo Sirio e l’adesione dei comparti che ancora mancavano, è ormai una realtà definita  e completa all’interno del pubblico impiego.

La priorità è stata quindi quella di aprire una campagna di contrasto ai fondi pensione integrativi che continuerà anche dopo le elezioni rsu e che ci può fare svolgere una importante funzione politica in difesa dei salari e delle pensioni pubbliche che altrimenti non avremmo.

Crediamo che il materiale fino a qui prodotto (volantino e opuscolo di 6 pagine) sia uno strumento utile, che ci contraddistingue nettamente dai sindacati concertativi e da diffondere in tutti i luoghi di lavoro in questo ultimo scorcio di campagna elettorale.

Della trattenuta del 2,5% ci siamo comunque occupati  non appena uscita la modifica normativa,   ma sia il nostro studio legale che anche alcuni esperti previdenziali  che avevamo contattato,  ci avevano dissuaso dall’ipotesi di  affrontare la questione dal punto di vista legale perchè andavano e vanno valutati tutta una serie di aspetti, come quelli della contribuzione fiscale, ad esempio, da non sottovalutare per evitare che un’azione oggi apparentemente a favore dei lavoratori,  possa domani trasformarsi in un boomerang.

I possibili benefici di un eventuale ricorso che fra l’altro non possiamo esclusivamente caricare sulle spalle dei singoli lavoratori, potrebbero essere inferiori ad altrettanto possibili rimesse economiche a cui il ricorso aprirebbe la strada.

Non a caso su questo tema  si è aperta una spaccatura nella triplice: la Cisl ad oggi tace, la Uil  propone il ricorso, la Cgil è nettamente contraria perchè sostiene non solo che si tratta di un’operazione smaccatamente elettorale, ma anche dannosa per i lavoratori.

La materia è decisamente complessa e noi, all’indomani della sentenza provvisoria del TAR di Reggio Calabria, abbiamo comunque  voluto fare un supplemento di indagini, che necessita  per  un attento ed ulteriore esame, senza  lasciarci prendere per forza dalla frenesia elettorale. Del resto i termini della prescrizione sono 5 anni .

Ribadiamo ancora una volta che questo specifico aspetto ha una sua importanza ma allo stesso tempo è marginale rispetto all’attacco al sistema previdenziale pubblico sul quale abbiamo concentrato il nostro intervento.

Detto questo abbiamo comunque predisposto, insieme allo studio legale un atto di diffida individuale: le strutture che ritengono comunque utile, par particolari motivi, farlo utilizzare ai singoli lavoratori possono chiedercene copia.

Ma, proprio per i motivi che abbiamo tentato di chiarire non abbiamo intenzione di aprire oggi questa campagna a livello di massa. Riteniamo questo un atto di grande rispetto nei confronti dei lavoratori e di grande serietà da parte di un’organizzazione che negli anni ha dimostrato di svolgere un ruolo importante grazie alla capacità di non dedicarsi solo al “particolare” ma di guardare oltre.

Pubblico Impiego USB nazionale