Una mano dispone ciò che l'altra non può capire…

Trieste -

Questo è  il semplice gioco delle parti, dove noi operai siamo al centro e subiamo  la forte pressione di una Nostra Direzione Centrale che riesce ad essere non chiara anche con se stessa.

E Noi O.S. dobbiamo segnalare nei confronti dei lavoratori un atteggiamento attuato dal Nostro Comando non corrispondente a quanto istituzionalmente stabilito e non conforme all’incarico loro attribuito.

Nella fattispecie, per la turnazione del personale da inviare in Abruzzo, qualcuno paventa una sorta di obbligatorietà, minacciando il personale.

Noi vogliamo entrare nel merito contrattuale e dell’organizzazione del lavoro, chiedendo alla stessa Amministrazione Centrale da quali articoli si possa trarre legittimità a questo “atteggiamento intimidatorio”!

Vorremmo solo ricordare che il Dirigente ha già raggiunto i suoi obbiettivi con la promozione ed assegnazione ad altro incarico, pertanto non comprendiamo tutta questa “necessità” nel voler garantire la nostra presenza in Abruzzo, soprattutto alla luce del fatto che altri Comandi hanno da tempo ridotto il proprio contingente se non addirittura cessato la turnazione.

Noi vorremmo altresì sottolineare che non è stato attivato presso il Comando nessun incontro con le OO.SS. sull’organizzazione del proseguo del lavoro-turnazione Abruzzo come per altro previsto contrattualmente.

Invitiamo pertanto il responsabile del personale del Comando di Trieste ad intraprendere ogni possibile azione intesa a voler rasserenare gli animi del personale dipendente.

Ma queste sono le nostre idee, ed anche se mi è permesso dire, la migliore delle ipotesi la quale non può essere condivisa da chi tende a creare scompiglio tra Noi e non è propenso a dare luce tra gli operai…

Il personale del Nostro Comando benché giustifichi, anche se non è tenuto, all’impossibilità soggettiva di poter andare in Abruzzo si trova nella situazione che orecchie tappate e pronte a prendere tempo sufficiente a giustificare la partenza ed impossibilitare il ricambio o addirittura la reale mancanza in termini numerici, la lesione oggettiva dei Loro diritti.

Facendo passare per cinici gli operai  in quanto non prontamente aderenti alla partenza per le zone terremotate.

Quindi lotta psicologica, finta burocratica, palesemente illecita e quant’altro che possa screditare un operatore dei vigili del fuoco è manipolata in modo che il Comando possa dimostrare che il suo obbiettivo Manageriale è raggiunto anche se a pagane il prezzo oggi tocca a Lui e domani e tutto il resto… 

Benché Prefetti parlino e non scrivano ciò che Noi riteniamo lampante riguardo all’impossibilità di poter obbligare il personale ad andare sul terremoto, parole sul filo rimangono fine a se stessi dando ai nostri Manager illegalmente l’opportunità del libero arbitrio.

Ma la legge non è fatta per essere giusta ma solo per essere applicata.

Ma questa condizione ultima e soverchiata dall’interpretazione comune ai Nostri dirigenti che la legge va a se interpretata ed a Noi operai imposta…