Una giornata particolare
E’ passata è passata la giornata di sabato 24 gennaio... è passata e direi anche ottimamente
E’ stata una giornata particolare, per me che sono delegato RdB e quindi mi sono ritrovato addosso delle responsabilità notevoli alle quali ho dovuto fare fronte; è stata una giornata particolare per noi livornesi, così come lo è sempre quando torna a trovarci il nostro Presidente ma soprattutto è stata una giornata particolare per noi pompieri, perché ogni giorno di lotta è sempre una giornata particolare soprattutto quando vedi la partecipazione di molti colleghi.
La mattina di sabato è passata molto in fretta, a sbrigare quelli che sono gli aspetti “organizzativi” della manifestazione: stampare i volantini (500), raggranellare qua e là le bandiere RdB (alcune sempre nuove datemi dalla Federazione di Pisa in occasione della raccolta firme fatta a Livorno in giugno), acquistare le aste, i fischietti (50) tra l’altro poi risultati fondamentali per farsi sentire, fare le ultime telefonate per mettere a punto orari e punti di ritrovo.
Mi preoccupava un po’ l’incontro del pomeriggio, alle 18.00, ufficialmente fissato con il Presidente Ciampi, ma avuto poi realmente con il suo Consigliere per gli Affari Interni prefetto Alberto Ruffo. C’era anche il nuovo prefetto di Livorno, dott. Giancarlo Trevisone. Sono stati illustrati i contenuti della lettera indirizzata direttamente al Presidente e, alla richiesta del prefetto Ruffo di sapere quali erano i punti che ci accomunavano e quelli che ci dividevano fra i sindacati presenti, è stato illustrato il disegno di legge Pisanu e i motivi della nostra contrarietà. Da buon prefetto, il dott. Ruffo ha tenuto a precisare che con la contrattazione pubblicistica ci saremmo trovati proiettati in un comparto dove affluiscono più risorse…dipende dai punti di vista comunque l’incontro è stato molto informale e si è concluso in una quindicina di minuti.
Alle ore 20.00 in zona piazza Cavour, erano già molti i pompieri in divisa…il tempo di infilare le bandiere nelle aste e di iniziare a fischiare e a consegnare i volantini. Iniziano ad arrivare le prime autorità, i pompieri aumentano (siamo già più di 100) ma il frastuono raggiunge il culmine quando da via Magenta vediamo spuntare la prima partenza della Centrale con tanto di sirene accese. Non è passato molto che si era sparsa la voce che Ciampi sarebbe entrato da via Goldoni e non da piazza Attias; il tempo di riunirsi tutti (Telegranducato ha parlato di 300) ed ecco che arriva il Presidente. E’ stato un frastuono indescrivibile, fischietti, urla sirene e lanci di volantini hanno dato un ottimo colpo d’occhio; i vari tentativi di bloccare il corteo presidenziale e in seguito di raggiungere la piazza Goldoni , si sono ben presto affievoliti. Il nostro obiettivo non era quello di fare casino, da buoni livornesi ci eravamo rassicurati a vicenda anche con le autorità, che le nostre intenzioni non erano quelle, primo, perché Ciampi è livornese e doveva capire il nostro disagio e la nostra arrabbiatura senza rovinargli la festa e poi perché il nostro intermediario non è certo lui (se al suo posto c’era chi dico io, altro che fischietti). Comunque i bollenti spiriti (diciamo tiepidi), si sono calmati davanti alle telecamere prima di Telegranducato poi del Tg2 dove l’RdB ha esposto in maniera chiara e inequivocabile la nostra opposizione al ddl Pisanu (grazie Alessandro).
I ringraziamenti sono già stati fatti dai miei colleghi ai quali mi associo pienamente, ringrazio i livornesi per la massiccia partecipazione, i Comandi della Toscana che hanno saputo sensibilizzare il personale e ringrazio anche il delegato Cisl di Livorno che ha saputo sapientemente denigrare tutto il lavoro svolto da me in questi giorni spargendo voci allarmanti riguardo fantomatiche spedizioni punitive firmate RdB che avrebbero dovuto creare il tanto temuto “casino”; come si è svolta la serata l’hanno visto tutti, ha prevalso il buon senso e la ragione, di tutti indistintamente comunque ottimo lavoro, veramente grazie.
In settimana si rispolverano le “seggiole” del tavolo di contrattazione. Sarà la volta buona? A quanto si firma? A 140 ? Sicuramente non a 106 e nemmeno 116, e questa è la riprova che non è necessario cercare i soldi in altri comparti quando basta lottare in casa nostra. E il giorno che firmano non è certo il punto di arrivo, anzi dovrebbe essere considerato un punto di partenza perché dopo quattro mesi dovremo ricominciare la lotta per non ritrovarsi dopo 25 mesi a reclamare 100.000 lire nette in busta.