Una giornata di ordinario lavoro in un Comando provinciale dei Vigili del Fuoco (da dimenticare !)
Questo è quello che è accaduto ma posso affermare che situazioni del genere se ne verificano ogni giorno: vi invito a fare una riflessione sulla vicenda - anche questa volta i Vigili del Fuoco trattati come manovali tanto che, come sempre, in queste tristi vicende – vedi terremoto Aquila – abbiamo assistito alla passerella di innumerevoli associazioni di volontariato, protezione civile compresa, fare la fila a mettersi in mostra per strappare una foto, un immagine pubblicata sui giornali, mentre si tiene la cima di un mezzo nautico dei vigili del fuoco o si mima il passo per salire a bordo. Alcuni bisogna dire in buona fede altri invece strumentalizzati dal sistema: quello dell’APPARIRE PER CHIEDERE!
È la solita storia, le morti sono strumentalizzate in nome di chi si ripara dietro le divise delle associazioni di volontariato, forse non tutte ma sicuramente tante.
Quelle associazioni che con arroganza pretendono di sostituirsi alle funzioni dello Stato in nome di un servizio non oneroso, rivolto all’assistenza, al soccorso e alla solidarietà dei cittadini.
Invero invece queste attività non hanno nulla che non sia oneroso. Sapessero i cittadini che la nostra politica favorisce il proliferare di queste associazioni in quanto bacini certi di voto e che per nascere , esistere e resistere queste hanno invece necessità di laute sovvenzioni da parte dei governi attraverso quel sistema di protezione civile che abbiamo visto come funziona… un sistema gelatinoso!.
Un panorama di associazioni che devono mettersi in mostra come sciacalli dell’immagine pronti a rubare un minimo scatto, funzionale questo a mantenere o addirittura ad aumentare l’elargizione di fondi.
Attorno ad una qualsiasi morte che cattura l’attenzione dei media per giorni o settimane vediamo sciamare le più impensabili e colorite divise, che rappresentano le associazioni quelle tanto applaudite dal Presidente Napolitano e benedette da Papa Ratzingher, ma che lo fanno esclusivamente in nome dell’IO personale e di quello economico.
Nello stralcio del giornale sottostante si può leggere in neretto come in situazioni del genere le attività di coordinamento vengono spalmate un po’ su tutti gli enti, tutti hanno delle competenze ma nei fatti nessuno coordina! In ogni caso niente di niente al Corpo nazionale Vigili del Fuoco, poiché viene sempre oscurato scientificamente dagli altri Enti, ma spesso le responsabilità non sono da ricercare poi così lontano.
Infatti in tema di responsabilità è doveroso chiamare in causa la capacità dei nostri dirigenti, in questo caso anche dei Prefetto locale che provenendo da un settore come - la difesa civile (culturalmente militare) – ha qualche problema ad individuare i Vigili del Fuoco come struttura portante di protezione civile e componete fondamentale del soccorso tecnico urgente quale componente di raccordo nelle attività di soccorso.
Alla luce di questi mai irrisolti problemi le domande da porsi a mio avviso sono alquanto logiche in qualità di operatore del soccorso:
- dovevano averla i CC la competenza del coordinamento, degli enti dediti alla ricerca di questo tipo in cui ci mettiamo uomini è mezzi e strumentazione specialistica? Sarebbe stato più opportuno lasciarlo gestire ai VV.F ?
- e il Dipartimento nazionale VV.F., o il Ministro, hanno mai dato indirizzo politico ai prefetti periferici ? Oppure è proprio un indirizzo generale che la nostra professionalità deve essere calpestata ad ogni intervento?
Questo è lo stralcio di giornale che descrive la vicenda (per rendere l’idea di cosa succede in periferia ad ogni intervento congiunto) le operazioni di ricerca e il coordinamento di queste:
Il Resto del Carlino - Ravenna, 21 febbraio 2010. Non c'è ancora nessuna traccia………