TUTTO BENE E NIENTE IN ORDINE
Ma non ci indigniamo più? Quasi ci sembra di cogliere una sorta di rassegnazione generale. Forse ci limitiamo a scrivere due righe su Facebook e stop.
C’ è chi dice che stiamo ancora troppo bene, che pizzerie e ristoranti sono sempre pieni e che tra poco vedremo le piste da sci affollate sull’Etna. Oppure ha ragione quel consigliere regionale piemontese che si è giustificato dicendo che la politica è specchio della società, quindi in fondo rubano loro perché rubiamo tutti? Beh a dirla tutta a noi ci rubano e visto che lavoriamo troppo non abbiamo il tempo di farlo noi. E su questo stiamo peccando di organizzazione dei tempi di reazione.
Nessuno dice che dovremmo scendere in piazza. Non diciamo di spaccare tutto, ma una sana e genuina indignazione, che è poi sinonimo di una vera “incazzatura”, forse in certi casi un po’ ci sta.
Ma tranquilli tutto va bene o quasi. La carta la ricicli, ma prima la rubi al turno che ne ha fatto scorta. Il toner prima gli dai due belle botte e poi attendi la grazia in attesa di stampare. I lavoratori li sposti da un distaccamento all’altro come se stessi giocando a Risiko. Poi se usi quelli del porto hai in effetti una sorta di jolly.
I sommozzatori calano la saracinesca alle 20.00 come se fossimo al mercato generale. I DPI (dispositivi di protezione individuale) chi se ne frega!
Il campionato di calcio è iniziato e quindi almeno possiamo tutti gridare verso l’arbitro. Il male è proprio quello di non essere più capaci d’indignarci. Purtroppo nessuno di noi ne è rimasto immune. Ormai tutto ci scivola addosso, come il tempo dell’acqua sul corpo durante una doccia. Finita la doccia, tutto è già dimenticato. Certo anche qui farsela una doccia non è proprio così semplice.
Forse siamo assuefatti dagli avvenimenti: via uno, mille altri. Forse siamo troppo presi dai nostri problemi per affrontare la morale degli altri. O, forse, siamo semplicemente diventati indifferenti: ognuno a pensare a sé stesso.
Al massimo il tempo di commuoverci di fronte ad una cattiva gestione, 5 minuti o poco più. Per fortuna la dirigenza locale è così capace di fare cose assurde che i 5 minuti si sommano ad altri e la giornata, come d’incanto, si riempie ed il malox scorre a fiumi.
Adesso comunque siamo al limite dello scoramento perché alla fine l’amministrazione resta al suo posto, senza rispetto alcuno per il contratto. E noi siamo proprio curiosi di vedere come andrà a finire con questa nostra ennesima vertenza. Scommettiamo che ognuno resterà al proprio posto, impunemente?
Allora, diciamo noi, indigniamoci pure. Ma se è il caso scendiamo in piazza: senza spaccare tutto, per carità, ma protestiamo duramente, ad oltranza. Facciamoci sentire, fin quando qualcosa davvero non cambierà in questa nostra amministrazione malata. Perché se le cose non cambiano forse qualcosa è anche colpa nostra.
Riflessione della sera: ma un comando dei vigili del fuoco con il dirigente che incrocia le braccia funziona lo stesso; se invece manca la base forse qualcosa cambia. Avete mai pensato ad un “comandante” che guida un carro dei pompieri, che fa una apertura porta, che affronta un incendio di interfaccia o un soccorso a persona? Se poi ipotizziamo un incendio appartamento; forse è meglio pensare al prossimo campionato di calcio, di seria A, che varrà vinto a pieni punti dal Catania. Utopia? E perché un dirigente che fa il pompiere cosa è?