TRIESTE TERRA DI PUNIZIONI... NON SOLTANTO PER I DIRIGENTI!!!
Lavoratori,
dopo un periodo di rodaggio, è iniziato al "comando" di Trieste il nuovo corso rappresentato dai consueti usi che il nuovo dirigente ha portato con se nel suo bagaglio di esperienze.
Ammonimenti, contestazioni (peraltro espresse in modo bislacco), sanzioni (vere o presunte), sembrano essere oramai all'ordine del giorno.
Le motivazioni sono le più varie: scorretto uso dei distintivi di qualifica, ritardato ritiro della posta personale, mancata partecipazione (giustificata) ad esercitazioni fuori dell'orario di lavoro, generalizzate accuse di creare disservizi, ecc.
Dopo aver individuato e catechizzato i qualificati compiacenti che, stranamente, sono sempre persone che non si sono mai guadagnate sul campo il rispetto dei "colleghi", è iniziata una, poco credibile, ondata repressiva al fine di convincere i lavoratori che, "il nostro non è un mestiere ma una missione" (e fin qui molti possono sentirsi concordi) ma soprattutto che la nostra vita personale, i nostri affetti, le nostre altre ambizioni, devo soggiacere in subordine alla gratitudine verso l'amministrazione che ci permette di togliere ampi spazi del nostro tempo libero alle nostre famiglie, per dedicarli ad esercitazioni ed altri ameni servizi d'istituto. Comandati da un novello generale Cadorna, ci accingiamo quindi a morire felici per la Patria senza se e senza ma...
Certo è molto facile riempirsi la bocca di proclami con stipendi e benefits molto distanti da quelli del Vigile del Fuoco e non condividerne le fatiche, ad esempio su un tetto in un giorno di Bora a 160 all'ora.
A Trieste, nei periodi in cui era vacante la figura del comandante, nessun contraccolpo ha subito il dispositivo di soccorso. Chissà cosa un dirigente (categoria il cui numero continua a crescere), è capace di fare, senza Vigili del Fuoco (categoria che continua a invecchiare e non è gratificata neanche da un idoneo turn over)???
A Trieste, come da altre parti, abbiamo bisogno di un nuovo decoroso contratto e non di dirigenti dispensatori di demagogie antidiluviane che servono solo ad attutire i mali generati dalle proprie frustrazioni represse.