TERREMOTO: VIGILE DEL FUOCO MUORE DURANTE SOCCORSI
A tutto il personale Vigilfuoco
Ieri, 6 aprile 2009, è deceduto durante lo svolgimento del servizio l'Amico e Collega Marco Cavagna, caposquadra esperto di 51 anni.
In seguito all'attivazione delle squadre di soccorso per il sisma che ha colpito l'Aquila e provincia anche il Comando di Bergamo ha provveduto ad inviare il personale di colonna mobile unitamente al nucleo USAR appositamente utilizzato per questo tipo di intervento.
Poco dopo l'arrivo in posto un malore colpisce Marco che si accascia al suolo esanime. Le prime amorevoli cure prestategli e il successivo trasporto con l'elisoccorso del 118 presso l'ospedale di Pescara risulteranno purtroppo vane.....
Marco lascia la moglie Simonetta e due bimbi, Lorenzo e Francesca, di 9 e 5 anni. Lascia anche tutti noi, colleghi ed amici che dal 1982 ad oggi hanno condiviso tanti momenti del comune percorso....
Ci uniamo al dolore della famiglia con un forte e caloroso abbraccio anche a nome di tutti i colleghi.
CIAO MARCO!!!
COMUNICATO STAMPA
TERREMOTO: VIGILE DEL FUOCO MUORE DURANTE SOCCORSI
RdB-CUB VVF, SIAMO CON MENO DI 15.000 UNITA’ E LAVORIAMO DA 40 ORE SENZA SOSTE
Indispensabile un vero sistema di Protezione Civile
“Oggi i Vigili del Fuoco si trovano a lavorare con meno di 15.000 unità ed il 30% di risorse in meno rispetto a due anni fa.
Questo personale lavora nelle zone terremotate da 40 ore senza soste ed inoltre non è stato sottoposto a visite mediche per l’idoneità al soccorso, con il risultato che oggi un collega è morto durante le operazioni ”, denuncia Antonio Jiritano della RdB-CUB Vigili del Fuoco. “Questa è la macchina dei soccorsi del governo, una macchina che per far fronte a quanto sta succedendo nel centro Italia ha dovuto richiamare tutto il personale libero, fargli svolgere orario h24, rimettere in moto il sistema delle colonne mobili, automezzi ed attrezzature vetuste accantonate da 10 anni nei capannoni per mancanza di fondi, e spedirli in gran fretta sulle zone terremotate”.
“Un altro problema da sottolineare – prosegue Jiritano - è che da mesi i Vigili del Fuoco sono impegnati in quella zona per richieste di stabilità da parte della popolazione, stilando rapporti di intervento sulla situazione di pericolosità. E mentre ora tutti si prodigano nei proclami televisivi per nascondere la sottovalutazione di quello che stava accadendo, nessuno ha voluto prendere provvedimenti per tempo. Non avremo certamente fermato il sisma, ma si sarebbero potute attivare migliori procedure di prevenzione, che ci avrebbero permesso di non trovarci impreparati e distanti dal luogo del terremoto come purtroppo è successo”.
“Sono anni – aggiunge Jiritano - che non parliamo più di attività di prevenzione o previsione dei rischio o di mappatura delle zone a rischio. Dopo l’emergenza ci auguriamo che si apra finalmente un tavolo sul sistema di protezione civile che veda una macchina di soccorsi composta da vari enti coordinati ed organizzati con il corpo nazionale dei Vigili del Fuoco quale struttura portante, come si era pensato dopo il terremoto del 1980” , conclude il dirigente RdB-CUB Vigili del Fuoco.