TERREMOTIAMO LE ORECCHIE DI GOVERNO E PARLAMENTO
Se ci trovassimo in Ecuador scosse di terremoto come quella di Ischia sarebbero praticamente quotidiane. Non è piacevole vivere in quella terra tremula, ma non è morto mai nessuno per scosse di quella intensità. L'Ecuador economicamente è un paese in via di sviluppo, mille miglia lontano da questo punto di vista dall'Italia. Le case però le costruiscono tenendo conto che la terra trema. Da noi, no.
Tutti sappiamo di vivere in un paese ad alta sismicità, tutti, istituzioni in testa, facciamo in fondo finta che non sia vero, tranne riscoprirlo ogni volta tra rovine e lutti.
Il nostro paese, il suo patrimonio storico ed umano, vanno messi in sicurezza.
Si faccia finalmente una patrimoniale a carico di chi su questo paese ha fatto stravizi e sui suoi mali ha costruito ricchezze da rapina. Se ne usi una parte per ripianare il debito ed un'altra per finanziare questa inderogabile necessità. Mettiamo al lavoro i nostri giovani e salviamo il paese. Tutto il resto sono solo chiacchiere!
La sicurezza dei cittadini e il nostro patrimonio paesaggistico sono il biglietto da visita di un paese unico al mondo. Eppure la terra trema e le case ci cadono in testa. Creiamo la desertificazione economica di zone che da “uniche al mondo” diventano aree abbandonate dai residenti perché non più di interesse collettivo. L’Aquila ieri, Amatrice oggi, Ischia ora sono l’esempio di come il governo tratta noi e i luoghi in cui viviamo.
Salvaguardare il patrimonio non è solo attendere che i vigili del fuoco arrivino. È già tutto successo quando i camion rossi corrono tra le nostre vie. A loro un grazie è dovuto, ma non basta a restituirci quello che abbiamo perso.
La verità della prevenzione in Italia è che il progetto “sicurezza casa” del governo che insieme all’ordinanza del 2012 firmata dall’allora capo della Protezione Civile e attuale capo della Polizia Franco Grabielli crea speculazione a solo beneficio di “palazinari” e politici che domani con la “lacrimuccia già pronta” ci diranno menzogne su come bisogna stare sempre più sicuri. Lasciandoci vivere nella paura ed aspettando che la casa crolli, che il terreno smotti, che il fuoco ci bruci, che l’alluvione ci anneghi, che la catastrofe ci perseguiti.
I vigili del fuoco ci sono, sempre. Ma abbiamo bisogno di una riforma vera di tutto il sistema di protezione civile, fatta di prevenzione, previsione, ricerca ed infine di un soccorso tecnico urgente con mezzi, attrezzature e unità degne di un Paese che vuole salvaguardare i sui cittadini.
Ischia è oggi, ma domani verrà dimenticata da tutta la politica per parlare della nuova catastrofe chissà dove. Non dimentichiamo Ischia, non facciamola dimenticare a Governo e Parlamento, terremotiamo le orecchie delle istituzioni.