Sventurata è la terra che ha bisogno di eroi (Bertolt Brecht)
Pompieri allo stadio, nelle frane, sull’Etna, sugli incendi, nei terribili allagamenti di queste ore
Vigili del fuoco, angeli, eroi, degni della stima del presidente Ciampi; Ambrogino d’oro. Forse sì ma….Tutti ci vogliono, tutti ci amano ma chi veramente pensa a noi?
Non certo il Governo che ci ha, ulteriormente, tagliato i fondi. Non certo la nostra Amministrazione che vuole farci diventare, senza alcuna logica, parenti poveri delle Forze Armate. Non certo la Protezione Civile, di cui come dice la legge 225 dovremmo essere la struttura portante, troppo occupata da anni a trovare un criterio di organizzazione decente che non sia la semplice improvvisazione.
I nostri colleghi inglesi percepiscono un salario di 3.000 euro e stanno scioperando per un aumento del 40%. Noi vigili del fuoco italiani abbiamo una paga di poco più di 1.000 euro, siamo un terzo della media europea e abbiamo dei mezzi da museo, basti un esempio: le ambulanze lombarde devono essere sostituite ogni tre anni mentre alcune nostre autopompe arrivano a 30 anni di sevizio!
Per avere un elmetto degno di questo nome abbiamo dovuto chiamare (sic!) il Gabibbo e ancora non abbiamo visto nulla. Per sopperire alla mancanza di organico siamo costretti a tonnellate di ore straordinarie ed il Governo non vuole assumere nessuno.
Lo stesso Governo vorrebbe inglobarci con la Polizia, mentre in tutti gli altri paesi i vigili del fuoco sono o nella protezione civile o nel ministero dell’ambiente.
Domani giorno 29 andremo alle ore 10.30, terremo un presidio nei pressi della Prefettura e chiederemo un incontro al Prefetto di Milano per vedere se, oltre alle solite parole, c’è l’intenzione di migliorare le nostre condizioni e, di conseguenza, quelle del soccorso alla cittadinanza.
Chiediamo più uomini, più mezzi, un salario adeguato ai rischi che corriamo e una riforma del Corpo che ci porti, come la logica del buon senso richiede, nel dipartimento della Protezione Civile allo scopo di potenziarla, per poter meglio aiutare questo povero paese che sta crollando a pezzi nell’indifferenza generale.
Non chiamateci più eroi, non ci servono medaglie o encomi. Vorremmo essere dei lavoratori normali in un paese normale: essere davvero eroi tutti i giorni significa vivere nell’ansia, invecchiare prima e, qualche volta, tornare a casa con i piedi in avanti.