Sul 21 maggio dell'RdB-Cub

Da articolo pubblicato sul quotidiano Liberazione - In allegato altre foto della manifestazione riguardanti lo spezzone dei vigili del fuoco

 

 

Roma -

Dal mito del posto fisso garantito a vita al contratto "atipico", a tempo determinato, flessibile: in ogni Dal mito del posto fisso garantito a vita al contratto "atipico", a tempo determinato, flessibile: in ogni caso, rinnovabile solo per quelli che non rompono le scatole con il sindacato. Negli ultimi anni è diventata questa la corsia "preferenziale" per essere assunti nel pubblico impiego. Ed è contro questa "deregulation" strisciante, che ormai riguarda 300mila addetti, il 10% dell'intera categoria - ma anche per chiedere salari europei e per difendere dalla furia privatizzatrice servizi pubblici fondamentali, sanità in testa -, che sono scesi in piazza ieri a Roma migliaia di lavoratori sotto le bandiere delle RdB Cub, mentre SinCobas e Cobas hanno organizzato presidi di protesta in diverse città d'Italia.

Manifestazioni alternative a quella dei sindacati confederali, come sottolinea Pierpaolo Leonardi, leader della Cub: «Il 3 giugno - urla dal megafono - siamo convocati a Palazzo Chigi assieme a Cgil, Cisl e Uil per definire la vicenda contrattuale. Questo corteo deve essere di monito perché non vi sia nessun altro accordo bidone nel pubblico impiego». La richiesta di aumento avanzata dalla RdB per il rinnovo del secondo biennio è di 300 euro. «Non è più accettabile nessuna politica dei redditi e nessuna concertazione - spiega Leonardi - che parta da una inflazione programmata che è sottostimata di almeno sei punti percentuali rispetto a quella "reale" e ancora più bassa rispetto a quella cosiddetta "percepita", cioè quella vissuta in prima persona dai lavoratori e dalle loro famiglie». Inoltre «mentre Cgil, Cisl e Uil manifestano per chiedere che vengano immediatamente aperti i fondi pensione anche nella pubblica amministrazione, noi invece - sottolinea Leonardi - siamo contro lo scippo del Tfr tramite la pratica del silenzio-assenso. Siamo inoltre contrari alla parificazione delle pensioni pubbliche a quelle private - aggiunge il sindacalista -, perché i lavoratori pubblici pagano una percentuale di contributi maggiore. Dietro una apparente opera di giustizia si crea una sperequazione gravissima».

Prima che il corteo inizi a muovere i primi passi da piazza Indipendenza, i fedeli si inginocchiano davanti alla statua di San Precario, simbolo della nuova condizione dell'impiegato pubblico. «Chiedono l'assunzione a tempo indeterminato dopo anni e anni di precariato all'interno della pubblica amministrazione», spiega Riccardo della Rdb di Milano, vestito con i paramenti da vescovo.

Poco più indietro c'è Paolo. E' un ingegnere e viene da Napoli. E' entrato nella pubblica amministrazione nel '98 con contratto di lavoro socialmente utile poi trasformato in contratto a tempo determinato. Da sei anni attende di essere assunto in pianta stabile presso l'agenzia del territorio, dove lavora alla costruzione dell'anagrafe dei beni immobiliari: «Guadagno intorno ai mille euro al mese. Sposato io? Non ce lo possiamo consentire», taglia corto.

Significativa la presenza dei vigili del fuoco, molti dei quali sfilano nei pressi di un autobus rosso a due piani, stile "vecchia Londra", sul quale spicca una bandiera della pace. «Mi chiamo Giovanni, vengo da Alessandria. Martedì - annuncia - faremo un presidio davanti al Senato per dire la contrarietà al progetto di militarizzazione del nostro corpo. Se ciò avverrà - spiega Giovanni -, il nostro contratto di lavoro assumerà carattere "pubblicistico", in pratica non potremo più contrattare nulla. Inoltre - chiarisce il pompiere -, non vogliamo essere usati da questo o da altri governi per funzioni di ordine pubblico, come ad esempio usare gli idranti contro manifestanti o sfondare le porte per eseguire sfratti».

"Contratti per tutti, guerra per nessuno", riassume uno degli striscioni. Intanto sugli operatori del servizio di emergenza sanitaria di Roma e provincia incombe il fantasma della privatizzazione: «Sono due anni che ci provano - denuncia Licia -. Mercoledì scorso la Regione Lazio ha tentato un blitz, fallito, per staccare il 118 dall'azienda pubblica San Camillo-Forlanini, dalla quale dipende, e farne una azienda autonoma».

Salve di fischi all'indirizzo dell'inquilino Giulio Tremonti scandiscono il passaggio del corteo davanti alla sede del ministero dell'Economia, prima della conclusione sotto le finestre del ministro del Welfare Roberto Maroni.

In galleria fotografica le immagini del corteo riguardanti lo spezzone dei vigili del fuoco, altre immagini al comunicato riguardanti tutto il corteo sono in allegato al comunicato della federazione pubblicato nel sito www.rdb115.org