STABILIZZAZIONE DISCONTINUI, QUANDO UN "PICCOLO" SINDACATO FA GRANDI COSE
Lavoratori,
sono passati undici anni dall’ultima stabilizzazione dei discontinui , i precari dei vigili del fuoco. All’epoca il fronte sindacale si presentava più o meno compatto su quella che sembrava come una giusta risposta a decenni di infame precariato, nel quale su richiami di 20 giorni hanno girato decine di migliaia di giovani, ai quali veniva negato il pieno rispetto del CCNL (ferie maturate e non godute, indennità di turno, TFR, etc.) e i più elementari diritti sul posto di lavoro (DPI, formazione, armadietti, salti turno, etc.).
Quella che undici anni fa sembrava ai più, una grande ingiustizia, oggi è diventato il provvedimento più osteggiato e controverso del CNVVF, nonostante le segreterie nazionali giudicanti (CGIL CISL UIL CONFSAL CONAPO) siano pressoché le stesse. Con abile trasformismo che contraddistingue da sempre queste segreterie nazionali, hanno ribaltato il loro giudizio del 2007, trincerandosi dietro il problema dell’età media dei discontinui, troppo elevata a loro dire, e di come questa “invasione”, di poco più di 300 unità in cinque anni, contribuirebbe ad invecchiare un corpo già anagraficamente vecchio. Senza però dire una parola sull’età pensionabile che nel silenzio assoluto di queste segreterie è arrivata a 62 anni, dato questo, che insieme ad anni di blocco e riduzione del turnover è il vero problema dell’invecchiamento dei lavoratori del corpo, confermato anche dall’organismo di valutazione della performance.
Fa eco a questa posizione quella degli ex stabilizzati che inspiegabilmente si sono schierati contro una nuova stabilizzazione, qualcuno direbbe, siamo tutti miliardari coi soldi degli altri. Di certo non pensavano la stessa cosa di loro stessi né hanno obiettato che ad anzianità sono soggetti tutti, indipendentemente dalle graduatorie in cui sono finiti, si sono invecchiati quelli della stabilizzazione del 2007, rimasta aperta fino a settembre 2017, quelli del concorso pubblico 814 del 2008 dieci anni ad oggi, e lo saranno quelli del 250, di certo non per colpa loro, come qualcuno vorrebbe far credere.
Tutti hanno puntato il dito contro i discontinui “anziani”, che oggi solo e grazie alle lotte di USB vedono riaccendersi le speranze di una nuova stabilizzazione, ma nessuno dice nulla che nel CNVVF ci sarebbe bisogno dell’assunzione dei discontinui tutti, così come di tutti quegli aspiranti discontinui e non, bloccati da troppi anni nelle varie graduatorie (814, 250). Questa si, sarebbe una battaglia onorevole e degna di un vero sindacato.
Invece no, si procede con la lotta tra poveri e poverissimi (permanenti e precari), così come del resto è stato fatto nel rinnovo del CCNL tra operativi e sati, operativi vecchi e nuovi (0-13 anni d’anzianità). E’ il sindacato che divide, anziché unire, in un conflitto orizzontale, al limite del cannibalismo di classe.
Contorsionismi del genere non hanno impedito però ai sciacalli sindacali di schierarsi contro la stabilizzazione, ma quando questa oggi è finalmente compiuta, rivolgersi ai discontinui, con incredibili torcicolli, non solo per arrogarsi sfacciatamente i meriti di quello che non hanno fatto, ma per prepararli attraverso appositi corsi ad affrontare le prove concorsuali. Insomma i soldi quelli si, non fanno schifo mai, non hanno razza, colore, né religione, e uniscono tutte le sigle nel chiederli ai discontinui come se nulla fosse.