Sottosegretario al Ministero dell'Interno On Nitto Palma
d.lgs 217/05
Cosi come da accordi scaturiti in seno all’incontro del 2 di ottobre 2008, si trasmette il seguente articolato per quanto riguarda le nostre proposte di modifica del testo della 217/05. Fermo restando che, per la scrivente, questo lavoro rappresenta un primo passo in merito alle modifiche da apportare al testo. Questo primo step è teso a scremare, semplificare l’impianto dell’ordinamento del Corpo in quanto appesantito in quasi tutti gli aspetti che concernono la vita lavorativa dei dipendenti.
Un secondo tempo è per noi necessario in ragione delle sue dichiarazioni all’incontro sopra menzionato, e cioè che la modifica del testo della 217/05 avrebbe dovuto perentoriamente tenere conto delle compatibilità economiche. Pertanto noi rappresentiamo la necessità di un passaggio successivo, poiché i danni maggiori la riforma li ha prodotti proprio la dove eventuali modifiche richiederebbero copertura economica.
Ci aspettiamo non una promessa, ma l’apertura di un tavolo politico che dia seguito ad un accordo da parte di questo governo. In cui si rimanda la modifica delle questioni che comportano oneri aggiuntivi in un momento più favorevole, per il quale sarà necessario dettarsi una scadenza temporale che abbia un senso, anche se, a nostro avviso, sarebbe più opportuno reperire ora, con questa finanziaria, altre risorse e chiudere definitivamente la partita.
Detto ciò, rispetto gli impegni presi, vogliamo rappresentare che non ci appassiona assolutamente rappezzare questa brutta riforma e che avremmo preferito cambiarla completamente per ricondurre il Corpo dei vigili del fuoco nell’alveo naturale con cui si identifica maggiormente tale professione, ovvero la protezione civile.
Non diciamo niente di nuovo rimarcando la contrarietà che l’RdB\CUB ha sempre rappresentato nei confronti della legge delega 252/04 e relativo d.lgs 217/05. Abbiamo fortemente stigmatizzato questo passaggio al rapporto di lavoro pubblicistico nel metodo e nel merito.
Una riforma caldeggiata da destra a sinistra che ha modificato e ampliato enormemente i compiti le funzioni del Corpo nazionale, stravolgendoli, in riferimento ai fini per i quali è nata e ha continuato esistere tale organizzazione.
I vigili del fuoco si sono svegliati trasformati in una organizzazione gerarchica che non risponde più al soccorso tecnico urgente, ma ad una moltitudine confusa di attività, da cui il Corpo nazionale ne esce come mera manovalanza di tutti: enti locali, difesa civile, ordine pubblico e protezione civile.
Oggi il Corpo è in mano ai prefetti, e del perché di questa scelta se ne potrebbe discutere giornate intere, è certo che la ragione non ha riguardato il miglioramento del Corpo, la sua macchina organizzativa, poiché non abbiamo memoria che sia mai stato amministrato così male. Lo testimoniano tutti gli ultimi fallimentari provvedimenti che hanno interessato il personale VV.F. a cominciare dai passaggi di qualifica.
La pubblica amministrazione è sotto attacco, da parte del governo che lei rappresenta, in seno ad una razionalizzazione selvaggia, cioè tagli di organici e tagli economici. Il Dipartimento dei vigili del fuoco ha portato a casa solo tagli economici, ma non la razionalizzazione della spesa che per noi dovrebbe cominciare con la riduzione degli organici prefettizi, che sono a decine e svolgono funzioni ridondanti e quindi inutili alla nostra organizzazione. Sono stati invece tagliati gli organici dei vigili del fuoco, dal momento che è cominciato il percorso della riforma, infatti attraverso il blocco del turn over il corpo ha perso un qualcosa come circa 7000 unità. I Baroni non possono perdere il posto di lavoro, ma il cittadino può attendere! Per il riordino del Corpo nazionale, la definizione del suo ruolo e funzioni, all’interno di un sistema più confacente alla specificità lavorativa e quindi secondo noi alla protezione civile, sarebbe stato necessario un più ampio e paritario confronto. Cosa che non è avvenuta.
Va detto che ci sono aspetti, propri di questa professione, che vanno al di la della percezione comune, quella che oggi va per la maggiore, che vi sia un unico modo per gestire e organizzare settori e ambienti lavorativi. Tutta la questione potrebbe essere discussa attraverso una chiave di lettura che sarebbe: è necessaria un’organizzazione seria, ben organizzata, efficace ed efficiente che si occupa di soccorso tecnico urgente? Oppure non è necessaria? Secondo a quale delle due domande si risponde affermativamente si sceglie di fatto un modello di soccorso rivolto ai cittadini. Che non sarà mai in concreto un unico modello in assoluto ma assumerà svariate sfumature a seconda dell’importanza che la politica in generale attribuisce ad un’organizzazione di questo tipo. Le due domande delineano due organizzazioni realizzabili la prima rimanda ad un’organizzazione di professionisti, la seconda rimanda un sistema che si basa sul volontariato. È ovvio che la prima rappresenta l’efficienza massima nei tempi d’intervento, nei mezzi disponibili e nella professionalità, e la seconda niente di tutto questo. Pare che la scelta sia ricaduta in generale su un sistema misto spinto più verso il volontariato ovvero, più semplicemente, sull’idea di mantenere una componente permanente molto risicata, giacché considerata un mero costo più che una risorsa e/o un valore.
I governi spesso propendono, a rispettare i vincoli dettati dalle compatibilità economiche, per operare tagli indiscriminati alla generalità dei settori che comportano forti oneri di spesa pubblica. Nell’enfasi del particolar momento dedicato alla caccia alla volpe, cioè al dipendente pubblico fannullone, l’attacco è stato rivolto anche agli enti che svolgono servizi prioritari per lo stato come il corpo nazionale dei vigili del fuoco. Se come sembra la formula adottata di modello organizzativo sarà la via di mezzo, in considerazione del fatto che anche nel 2008 il Dipartimento ha aperto numerosi distaccamenti misti (con vigili permanenti e volontari) e distaccamenti volontari, ricordiamo che è una scelta che non riduce assolutamente la spesa pubblica dedicata al soccorso poiché il volontariato dei vigili del fuoco non è no profit. I volontari sono pagati e tanto varrebbe assumerli.
Per quanto riguarda le relazioni sindacali relativamente alle possibilità lasciate alle OO.SS. di incidere fattivamente sull’impianto della riforma riteniamo che queste debbano essere informate ad un maggior dialogo per la definizione condivisa del presente decreto legislativo. Le vicende negative relativamente all’applicazione degli articoli della 217/05, una per tutte i passaggi di qualifica, confermano la necessità di un confronto paritario con i rappresentati dei lavoratori.
In fine ci permettiamo di stigmatizzare l’accelerazione data ai regolamenti quali quello di servizio, le dotazioni organiche ecc, che a nostro avviso avrebbero dovuto attendere la conclusione definitiva delle modifiche alla 217/05.