Soccorso acquatico in superficie: l' era dei nuovi super eroi

Leggendo la bozza della circolare n° 3898 S 116/3 riguardante il soccorso acquatico di superficie, ci viene in mente un recentissimo film della Marvel “Captain America“.

Il Corpo Nazionale, a breve, sara’ affiancato da questa orda di super soccorritori in grado di intervenire in qualsiasi scenario dove si rischia di bagnarsi a cavallo dei propri mezzi per portare soccorso ai poveri cittadini bisognosi.

Spero si sia capito che quanto scritto in precedenza era solo un mezzo scherzoso ed ironico di cominciare un serio discorso riguardante la bozza della circolare in questione e non una presa in giro per coloro che si sono impegnati e sacrificati, meritando il massimo del rispetto, per portare avanti il progetto che potrebbe portare del bene al Corpo Nazionale .

Se una persona estranea al Corpo Nazionale leggesse la circolare, rimarrebbe sicuramente affascinata ed entusiasta del bel progetto, elaborato fin nei minimi dettagli per i contenuti, i programmi formativii, addestrativi ed organizzativi, ma……. ebbene si c’e’ un ma, perche’ quando a leggere questa proposta sono persone che oramai da 15/20 anni e piu’ fanno parte di questa Amministrazione, infinite perplessita’ e domande sorgono spontanee.

Considerando che la formazione e’ oramai da anni oggetto raro e prossimo all’estinzione completa in quanto non si riesce piu’ da molto tempo a poter formare nuovo personale atto alle esigenze primarie del Corpo Nazionale (CS, CR, autisti, anfibisti, nbcr, ecc…) ma soprattutto non si riesce ad effettuare i mantenimenti obbligatori per la conferma dei brevetti, imposti dall’Amministrazione, per l’ ormai cronico motivo “non ci sono i fondi“, mi si pone subito la domanda; se non riusciamo a conservare cio’ che gia’ abbiamo,  come possiamo pensare di aprire ulteriori rubinetti sapendo gia’ di non disporre dei serbatoi per poterli alimentare?

O esistono risorse solo per alcuni settori rispetto alle esigenze ordinarie del resto del personale?

Si parla di prova selettiva di ammissione al corso; proposta ottimale per poter avere personale di partenza gia’ con una buona preparazione.

Ma coloro che decidessero di partecipare alla selezione, che leggendo la circolare sembra sia abbastanza impegnativa, dovrebbero essere messi in condizione di potersi preparare in maniera ottimale in quanto si parla di ammissione in base ai tempi delle varie prove, come si dovrebbero porre rispetto all’Amministrazione: essere retribuiti per il tempo prestato, le solite ore a recupero o cosa molto piu’ reale la buona volonta’ del personale che sacrifichera’ di nuovo il proprio temo libero per effettuare cio’ che l’Amministrazione non sa risolvere.

E dopo; si effettuano due o cinque settimane di corso (gia’ questo comporta una rimessa economica in quanto i vari incentivi del contratto sono elargiti in base alla presenza) e ci rendiamo conto come questo progetto che dovrebbe formare personale altamente specializzato ritorna a far parte di quelle attivita’ abbandonate di nuovo a se stesse o alla buona volonta’ delle persone (vedere circolare di Pini sul personale SA, dove si sprona il personale al mantenimento della cosidetta’ “professionalita’, senza nessun aggravio sulle risorse dell’Amministrazione che non ci sono).

Altra cosa che ci deve far riflettere sono i requisiti che deve avere il personale per poter accedere alle selezioni ad eventualmente al corso.

Considerando che ATP e TPSS dovrebbero far parte del pacchetto formativo di tutto il personale , appare evidente che il requisito fondamentale risulti l’abilitazione SAF FLUVIALE (e nemmeno quello perche’ deve essere integrato dal brevetto salvamento a nuoto che non e’ obbligatorio per i corsi fluviali in quanto e’ richiesto il saper nuotare).

La riflessione che ne consegue e’ abbastanza ovvia: il bacino di utenza per questo corso e’ sicuramente ristretto ad un numero limitato di operatori che gia’ operano nello stesso settore da tempi antecedenti al progetto SA e che secondo la circolare del soccorso acquatico sono abilitati ad eseguire interventi riguardanti il rischio acquatico in mancanza di personale SA. Questo fatto porterebbe al non aumento totale degli operatori abilitati in quanto, come gia’ detto si va a pescare sempre nel solito secchio .

Fatta questa premessa prima di imbarcarsi in questo progetto siamo sicuri che il personale (la cui eta’ media si e’ alzata in maniera esponenziale) sia disposto a continuare a sacrificarsi “ a costo zero “ per perseguire gli obbiettivi di una Amministrazione che ha decine di cantieri aperti (sale operative SO115 , Italia in 20 minuti, Tas, informatizzazione, progetti videoconferenze, NBCR, SAF2B, ecc….) e che mai chiudera’; fa tagli nei settori nevralgici del Corpo Nazionale (nuclei elicotteri, sommozzatori, automezzi di soccorso  caricamenti, carburanti ecc… ); non paga le varie spettanze al personale ma continua a chiedere sacrifici?

In ogni famiglia quando si devono fare i conti per arrivare a fine mese si cerca di mantenere quelle cose fondamentali di cui gia’ si dispone cercando di ottimizzare le altre dando delle priorita’  In questa gestione purtroppo necessita a volte fare dei sacrifici in attesa di tempi migliori.

Appare evidente che un progetto di tale portata necessita di risorse (Soldi) e tempi (anni) di attuazione che probabilmente in questo momento sono ben al di sopra di cio’ che l’ Amministrazione possa garantire.

Tutte queste parole non devono essere prese come una critica o un voler boicottare questo progetto e tutti gli altri che l’Amministrazione sta proponendo, ma motivo di riflessione per far si che le esigue risorse possano essere impegnate in maniera costruttiva magari anche rivedendo certi protocolli che permetterebbero di snellire certe procedure e quindi risparmiare tempo e risorse per raggiungere gli obbiettivi prefissati