SOCCORSO A BATTERIA, VIGILI DEL FUOCO IN CORTOCIRCUITO

AUTO DI LUSSO E PROMESSE ELETTRICHE!

Nazionale -

 

Dopo il tonfo economico legato alla pandemia ci sarebbe stata l’occasione per rilanciare l’Italia, per fare finalmente quegli investimenti che servivano a mettere in piedi un sistema pubblico efficiente, moderno, in grado di garantire i servizi fondamentali ai cittadini.

Ci avevano promesso miliardi per il futuro, ma che cosa ci hanno dato davvero?

Mentre nei Comandi VV.F. manca l’organico per garantire il soccorso tecnico urgente, così come sedi adeguate, mezzi operativi aggiornati e formazione tecnica di qualità, in tutta Italia vengono distribuite vetture Ford Mustang Mach-E da oltre 75.000 € l’una, riservate alla dirigenza del Corpo Nazionale.

I soliti politicanti hanno deciso di spendere milioni per acquistare 150 Mustang full-electric da 286 e 400 CV, veicoli elettrici con autonomia limitata da Milano a Torino senza nessuna infrastruttura di ricarica disponibile, né pianificata a livello locale.

La Direzione Centrale ha vietato alle Direzioni Regionali di stipulare contratti per installare wall-box o colonnine, preferendo accentrare tutto in un ipotetico progetto nazionale, ad oggi inesistente. Nel frattempo, queste "auto del futuro" restano ferme. Ci ritroviamo con mezzi inutilizzabili, quando invece dovremmo garantire un servizio di soccorso tempestivo e sicuro. Il paradosso? Dobbiamo chiedere scusa ai cittadini: non volevamo Mustang o auto supertecnologiche, volevamo semplicemente: assunzioni, volevamo che il sistema di soccorso funzionasse, volevamo che si investisse sul nostro lavoro, non sulle vetrine ministeriali.

Non basta semplicemente un cambio di mezzi e dei loro carburanti: serve un cambio di politica, serve più personale e più risorse per chi lavora sul campo, non per chi lavora nei ministeri!

A fronte di 3.500 veicoli elettrici tra furgoni e auto leggere acquistati, nei distaccamenti si continua a viaggiare su mezzi vecchi (anche 30 anni), senza aria condizionata, e con centinaia di migliaia di chilometri sul groppone.

Anche sul fronte operativo, la situazione è preoccupante: stanno arrivando 100 APS a metano (su un totale di circa 300 mezzi con tecnologia CAFS), senza aver erogato alcuna formazione specifica, nonostante una circolare firmata dal Capo del Corpo la preveda. Anche qui fare rifornire le autopompe con il metano sarà un problema e la loro autonomia è molto limitata.       

       Invece di una transizione veramente ecologica ci troviamo con:

  •  Zero assunzioni, ma auto da passerella;
  •  Zero investimenti strutturali, ma cavalli elettrici senza stalla e fieno;
  •  Zero dotazioni per il soccorso, ma si spendono milioni per l'immagine di un Corpo che, nei fatti, viene lasciato solo.

 

Chi oggi si riempie la bocca di "sovranità" e "interesse nazionale", continua a sperperare risorse che potrebbero essere investite ed ottimizzate in maniera più funzionale.

Ma cosa hanno capito davvero del nostro grido di allarme?

Hanno acquistato cavalli elettrici, ma le vere risorse: quelle per la sanità, per l’istruzione, per la protezione civile, verranno tagliate sistematicamente per finanziare una transizione ecologica che non ha alcuna strategia energetica chiara e che si sta rivelando un enorme fallimento.

Non siamo contro l’innovazione e nemmeno contro il rinnovamento del parco automezzi, ma pretendiamo pianificazione, coerenza e investimenti reali su chi il soccorso lo garantisce ogni giorno, spesso in silenzio e in condizioni al limite.

I cittadini devono sapere: non chiedevamo Mustang, chiedevamo personale, sedi, addestramento, e soprattutto dignità.

Prima il gas, poi le rinnovabili, poi il carbone, poi il ritorno al nucleare, poi il blocco dei rigassificatori, poi l’idrogeno: ogni governo cambia rotta, ogni ministro riscrive il piano, e nessuno costruisce davvero nulla senza una strategia energetica coerente.

 

NOI SIAMO PRONTI A FARE IL NOSTRO LAVORO, COME SEMPRE, MA NON POSSIAMO FARE MIRACOLI.

MENTRE I NOSTRI MEZZI CERCANO DISPERATAMENTE UNA PRESA DI CORRENTE PER RIPARTIRE, NOI ARRIVIAMO IN 5 PER SOCCORRERVI: CON LA DIVISA LOGORA, IL CELLULARE IN MANO PER TROVARE UN COLLEGA CHE COPRA IL TURNO, E LA CERTEZZA CHE NESSUNO, NELLE ALTE SFERE MINISTRERIALI, CI STIA ASCOLTANDO DAVVERO.

 

Intanto, le bollette crescono, i costi della transizione vengono scaricati sui cittadini, e chi lavora nel soccorso è lasciato ad arrangiarsi, e il caos normativo continua a fare da sfondo a tutto.

 

IL RISULTATO È SEMPLICE: SIAMO AL SUICIDIO ENERGETICO.

 

 

il Consiglio Nazionale USB VVF