Sindacati di base per una mobilitazione indipendente e anche contrapposta

Intervista a Paolo Leonardi della RdB/Cub

 

 

 

Roma -

Con quale piattaforma avete indetto lo sciopero generale?

Il sindacalismo di base scende in piazza in maniera indipendente, autonoma e in qualche modo contrapposta. Siamo contro una linea che viene da lontano, dai governi del centrosinistra, che prevedeva, e prevede, le privatizzazioni, la guerra, la precarietà del pacchetto Treu, e le varie finanziarie lacrime e sangue. Oggi continuiamo ad essere in piazza per contrastare chi segue quel solco e ha aperto la strada al liberismo.

Andiamo in piazza con una piattaforma sicuramente più avanzata di quella di altri. Al primo punto il no alla guerra, e a sostegno del popolo palestinese. Poi c'è la questione dei diritti, che non può fermarsi all'articolo 18, ma che devono essere estesi a tutti. Come il diritto a eleggere i propri rappresentanti, senza riserve per nessuno. Non serve una legge per toglierlo, basta l'accordo di Cgil, Cisl e Uil. Altro diritto centrale è il diritto di sciopero. Oggi qualcuno scopre che è impedito, ma da anni il sindacalismo di base soffre delle norme contro il diritto di sciopero, ed è stato l'unico a battersi.

 

Tra poco cominceranno alcuni importanti rinnovi contrattuali...

La questione del salario è centrale. Serve una ridefinizione delle tutele, una sorta di scala mobile, che faccia pulizia e chiarezza rispetto al cosiddetto paniere e metta in moto un meccanismo automatico sganciato dalla dinamica dei rinnovi contrattuali. Vorrei far notare, poi, proprio a sostegno di quella continuità di cui parlavo prima, che le privatizzazioni vanno avanti e la precarietà è tornata ad essere un elemento drammatico, checcé ne dica la Cgil quando dice di rifiutarla. Accettare la flessibilità è la stessa cosa. Si impone la richiesta non solo di migliaia di precari ma di un reddito che garantisca tutti al di là del lavoro e del non lavoro.

 

Anche voi, naturalmente, scioperate contro la legge finanziaria...

Un no forte contro una finanziaria che finge di essere morbida ma scarica le tensioni altrove, come nel caso degli enti locali.

 

Epifani si è pronunciato contro il referendum estensivo dell'articolo 18

Ha dichiarato che darà indicazione di votare no o di non andare a votare. Ha dimostrato una chiusura senza precedenti. Del resto, ci sembra di capire che lo sciopero generale sarà ilde profundis della sua fase conflittuale e arriverà l'accordo con Cisl e Uil. Se così sarà assisteremo a una cocente delusione per milioni di cittadini che avevano creduto in una Cgil nuova.

 

Per il sindacalismo di base cosa cambierà dopo lo sciopero generale.

Un salto di qualità necessario, rispetto alle troppe divisioni esistenti, divisioni che ritardano la nostra azione.

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