SICILIA TRA FUOCO, FIAMME, PIOGGIA ED EMERGENZA IMMIGRATI

GRAZIE AL RIORDINO SIAMO SENZA SOMMAZZATORI, CON MEZZI VECCHI E UNA DOTAZIONE ORGANICA ALL'OSSO

Catania -

Lavoratori,


più volte abbiamo sottolineato che la carenza di unità è alla base dei nostri problemi ma le istituzioni e la dirigenza regionale, forte delle firme apposte dai sindacati nazionali, non si curano di questo aspetto.

Palermo e Catania lottano, si fa per dire, il primo posto per indossare la maglia nera sui numeri di intervento nazionali. Mentre alcune delle città sicule (Caltanissetta, Enna), ormai “cenerentole” del riordino affrontano drammaticamente giorno dopo giorno le intemperie che si presentano. Qui si passa dal caldo torrido alle piogge torrenziali da una emergenza profughi quasi normale, ricordiamo che questa isola è la perla del mediterraneo proprio perché posta al centro di questo mare e quindi meta di approdo per i viaggi della speranza, a grandi afflussi dettati dai continui bombardamenti della NATO verso i paese del medio oriente in nome della pace. Palermo viene nominata dal “califfato” come possibile meta di attentati e Lampedusa è di fatto abbandonata ad un triste destino solitario.

Eppure il “governo siculo”,che ricordiamo fa ministero presso il governo in quanto regione a statuto speciale, punta tutta la sua politica sul rilancio turistico e i servizi sulle coste ma dimentica di fare una convenzione con i vigili del fuoco. Sponsorizza le proprie capitali dell'arte, Noto (Ragusa) e Selinunte (Trapani) e invita tutti alla Baja dei Corsari (Agrigento) per godere di un paesaggio tropicale a due passi da casa. Potremmo scrivere chilometri di fogli nel descrivere le bellezze di questa terra abbandonate ad un triste destino del resto questa è la terra dei greci, gli angioini, gli svevi, gli arabi, i romani, i borboni, gli aragonesi. Insomma tutti sono passati e passano da qui. E mentre l'isola si divide tra il calcio e le sante patrone ecco che il dipartimento dei vigili del fuoco li unisce nelle disgrazie. Ed a nulla valgono i numeri di intervento, le innumerevoli richieste, la forte presenza di politici siculi sugli scranni romani. Qui siamo letteralmente abbandonati.

I nuclei vengono chiusi e quelli ancora in vita hanno una dotazione organica che non gli permette di svolgere un “servizi” minimo essenziale (Messina è la prima di questa lista). I sommozzatori attendono “ancora” la grazia promessa del dipartimento durante il tentativo di raffreddamento nazionale a seguito del nostro stato di agitazione mentre si continua a stare chiusi di notte. Difficile vivere così sapendo l'importanza di un “servizio” come questo!

I precari sono stati licenziati e le sedi di servizio, il distaccamento nord di Catania in primis, sono in condizioni pietose. Il dipartimento, per la cronaca, ha elargito 30000,00€ per sistemarlo... praticamente ci ha fatto l'elemosina!?!

Augusta (Siracusa) è stata da poco scenario di un intervento su scala mondiale che di fatto non ha prodotto nulla, se non sovraccarico di lavoro e stress psicologico, ai lavoratori.

Insomma tutti parlano della Sicilia, tutti la criticano ma nessuno fa nulla per migliorarla. Ecco la verità!!!

USB ha sollecitato, e continuerà a farlo, politici locali, regionali e nazionale; ha scritto al dipartimento ed ai vertici periferici isolani. Ha indetto scioperi e sit-in, scritto sui giornali e denunciato tutto questo “schifo”... forse quello che manca è una grande mobilitazione generale di “addetti ai lavori” e cittadini per dire basta a tutto questo andazzo. Perché quando si chiude una sede dei vigili del fuoco o si riduce un “servizio” non è un danno solo per chi ci lavora ma è un male per la società che è sempre meno sicura.

BASTA RIORDINO

VOGLIAMO CONTRATTI E ASSUNZIONI