Settore SAF

Nazionale -

Capo del Corpo dei Vigili del Fuoco

del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile
Ing. Alfio Pini

 

Gabinetto del Capo Dipartimento

Capo Ufficio di Staff D.ssa Iolanda Rolli

 

Ufficio Garanzia Diritti Sindacali

 

Direzione Centrale per l'Emergenza e il Soccorso Tecnico
Ing. Pippo Sergio Mistretta

 

Oggetto: FORMAZIONE DEGLI ISTRUTTORI IN TECNICHE SAF

 

Egr. Capo del Corpo,

l’esigenza di formare nuovi istruttori SAF risulta assolutamente indispensabile per la sopravvivenza del settore e la crescita professionale del C.N.VV.F alla luce del opere in altezza con le migliori e più innovative tecniche di sicurezza; è per tale  motivo che  l’iniziativa di riavviare il processo formativo,  è ben accolta anche dalla scrivente USB.

Riteniamo che in questo percorso e discussione la Commissione SAF, costituita all’interno di codesto Dipartimento,  debba esserne parte integrante, così come è già stato richiesto dalla scrivente,  che al tavolo  della Formazione vi sia la presenza di delegati della Direzione centrale per l’Emergenza.

Non vorremmo essere prolissi,  ma riteniamo sia corretto rifare un po’ la storia di questo settore (SAF) al quale le altre OO.SS., firmatarie dell’accordo FUA2009, hanno riconosciuto per le figure apicali un’elemosina  – un’autotassazione.

Al primo corso sperimentale per ITS, (Istruttori Tecniche Specifiche) emersero, tra le componenti coinvolte nell’esecuzione del corso, due diversi modi di intendere e realizzare l’istruttore SAF. Il primo modo era sostenuto dalla DCF, supportato da un gruppo di lavoro multidisciplinare costituito con decreto n°005 fascicolo 29101 del 23 gennaio 2003. Tale indirizzo intendeva ricondurre il progetto SAF a standard omogenei con gli altri settori del C.N.VV.F;  infatti al GdL parteciparono alcuni esperti SAF, componenti con competenze di base, del movimento terra, del TPSS e del nascente soccorso acquatico. Affidando a questo gruppo la definizione del profilo dell’ITS,   si riduceva di fatto la competenza ed il ruolo della CTN SAF che aveva ideato e sviluppato fino ad allora il progetto SAF. In questo contesto si elaborò un’ipotesi di lavoro che trovò la prima applicazione pratica e sperimentale proprio nel primo corso per istruttori SAF. Tale corso era articolato in cinque settimane con modalità uguali, a parte lievi correttivi, apportati alla versione attualmente riproposta. Il secondo modo, era sostenuto dal resto della CTN SAF, che non fu consultata durante la progettazione del profilo professionale dell’ITS. A parere della scrivente e non solo,  tale seconda posizione avrebbe generato una figura professionale fortemente motivata che fungesse da punto di riferimento all’interno di ogni singolo Comando e svolgesse tale attività a titolo esclusivo unitamente a quella operativa. Tale figura avrebbe dovuto sostituire molte delle attuali funzioni degli Esperti SAF,  riconducendo l’attività di questi ultimi al mandato previsto dal loro decreto costitutivo, cioè consulenti tecnici del Capo del Corpo, della DCEST e della DCF. Per ottenere questo risultato era necessario selezionare personale dotato di forte motivazione, con un considerevole bagaglio di esperienza tecnica ed operativa in scenari impervi e complessi.

Se la memoria non ci inganna e gli atti in nostro possesso ci sostengono, nel 2001 fu bandito un concorso interno per un ITS ogni Comando Provinciale e due ITS per ogni capoluogo di Regione. La selezione si basava su una serie di titoli pertinenti l’attività SAF, test psico-attitudinali ed un colloquio. Tale procedure non diede i risultati sperati.

Il primo corso per ITS fu oggetto di un approfondito studio preliminare ma trovò una sua più precisa definizione in corso d’opera, tanto che il manuale didattico venne redatto contestualmente all’espletamento del corso. Il corso si svolse presso la SFO di Montelibretti senza la possibilità di verificare la capacità organizzativa e didattica dei discenti di fronte ad uno scenario ambientale severo, sia che si trattasse di impianto industriale, infrastruttura urbana, montagna, forra, scarpata, grotta od altro. Tale criticità fu evidenziata in una relazione elaborata da due osservatori del corso appartenenti alla CTN SAF che assistettero al primo corso per ITS. Nelle successive riunioni di Commissione e negli incontri avuti con la DCF furono individuate tre specifiche richieste correttive del corso:

-         Standardizzazione degli aspiranti istruttori nelle manovre SAF;

-         Lo svolgimento del programma della seconda e terza settimana in ambiente impervio;

-         La partecipazione del docente di metodologie didattiche alle prime quattro settimane del corso.

Sono passati sette anni dalla conclusione del primo corso sperimentale per ITS ed è cambiato il contesto in cui ci si trova ad intervenire, alla luce delle nuove tecniche delle nuove normative ma soprattutto alla luce degli innumerevoli interventi che hanno visto operare la componente SAF del C.N.VV.F non ultimo l’Abruzzo. Allo stato attuale permane una forte esigenza di istruttori SAF sul territorio. Il Direttore per l’Emergenza concorderà che l’attività delle squadre SAF sullo scenario sismico abruzzese, tuttora in corso, induce una rinnovata richiesta di formazione diffusamente distribuita su tutto il territorio nazionale. Dal bando di concorso indetto con nota IFP 7789 del 17 luglio 2001 risultano 63 vincitori in attesa di essere formati ed ulteriori 52 idonei. Fu fatto un ulteriore censimento nel 2008 effettuato dalla DCEST,  del quale non siamo a conoscenza dei dati specifici,  ma ci risulta che vi fu una discreta disponibilità da parte dei colleghi per:  Istruttori 1B,  Istruttori Fluviali. abilitati all’insegnamento con il metodo dell’affiancamento, metodo per altro NON condiviso dalla scrivente USB. Ad ogni buon fine se i dati ci assistono,  nell’ambito del C.N.VV.F.,  ci sono circa n.2800 SAF1B e n.650 SAF2A,  senza contare ovviamente gli ultimi corsi appena conclusi,  non ultimo quello di Varallo Sesia. Sicuramente la mancanza di incentivi sia per il personale SAF che per il personale istruttore del settore (sia economici che professionali), la mancanza di risorse adeguate per i mantenimenti professionali, le risorse dirottate su altri settori,  hanno contribuito a ridurre notevolmente la motivazione sia degli istruttori SAF che del personale che con passione e professionalità si è negli anni avvicinato a questa componente del C.N.VV.F.

E’ sicuramente necessario che l’Amministrazione individui risorse per incentivare l’attività di formazione (e non attraverso il FUA o le briciole cadute dal tavolo dal rinnovo del Biennio Economico 2008-2009) tali da evitare, come nel primo corso sperimentale, una defezione di quasi la metà degli istruttori abilitati. Altresì Quotidianamente assistiamo ad inaccettabili condizioni di trattamento di missione differenti tra le varie componenti del C.N.VV.F ed ancor più tra gli istruttori - NBCR, SMZ, Elicotterista, SAF ecc. -

Abbiamo trafugato da questo Dipartimento crediamo l’ultima “bozza della procedura selettiva per aspiranti Istruttori SAF” ed da una attenta lettura della stessa “bozza” vengono riportati alcune indicazioni che stimolano una riflessione critica: Varallo Sesia, Terni e Scalea. Tutti necessitano di ITS e ci sfuggono le ragioni per cui solo Varallo vengono attribuiti tre ITS. Inoltre nel primo corso ITS alcune Regioni sono state ampiamente dotate di istruttori mentre altre non hanno avuto alcun rappresentante. Sarebbe opportuno determinare l’accesso degli aspiranti al prossimo corso,  in modo di coprire uniformemente tutto il territorio nazionale, escludendo in primo luogo le Regioni che hanno già gli ITS e   successivamente investire su tutti i poli didattici e nelle regioni con più Province. Il tirocinio per gli ITS risultati idonei nel corso di formazione, ma già abilitati all’insegnamento del livello 1B o fluviale attraverso la procedura dell’affiancamento (ribadiamo la nostra contrarietà come USB a questa metodologia) dovrebbe comune essere valutati in modo differente. Tra i requisiti obbligatori sono elencati i titoli di TPSS e SAF Fluviale: sembra superfluo indicare queste due qualifiche,  in quanto sono già previste “obbligatoriamente” nel curriculum formativo dell’operatore SAF2A. Altrettanto incomprensibile è il possesso dell’ATP, non fa parte del curriculum dell’operatore SAF inoltre la qualifica di SAF Fluviale, obbligatoriamente posseduta dai candidati, conferisce abilità e competenze di soccorso in acqua nettamente superiori ad un corso di autoprotezione quale è l’ATP. Andrebbe inoltre chiarito cosa si intende quando si prescrive di “non aver conseguito la qualificazione di istruttore di settore”. Concordiamo che non possa esistere il tuttologo nel CNVVF ma allora questa regola va estesa, esportata su tutti i settori. Alcuni aspiranti ITS, dal 2003 ad oggi, hanno conseguito il titolo da istruttore di TPSS, ATP, SA od altro. Questi titoli precludono la loro partecipazione al corso ITS? Possono essere penalizzati per essersi adoperati nel miglioramento dello standard formativo del Corpo? Tra i titoli preferenziali viene fatto riferimento alla graduatoria del concorso interno bandito nel 2001. I vincitori di questo concorso considerano di aver acquisito il diritto di partecipazione ed il fatto che in questi sette anni non si è dato seguito al corso di formazione non può essere imputato alla loro volontà. E’ stato verificato se i vincitori di concorso del 2001 confermano la volontà o hanno la possibilità di partecipare al corso ITS? Nel bando, a parere della scrivente, non si tiene conto di coloro che sono già istruttori di fluviale-alluvionale e del livello 1B. Non ultimo il personale “Esperto” SAF ha frequentato un corso di metodologie didattiche avanzate (cosa per altro condivisa dalla scrivente) destinato al personale formatore: sembrerebbe che a tuttoggi non sia stato istituito l’apposito albo formatori.

Egr. Capo del Corpo,  appare evidente da queste poche righe, che van ben oltre il linguaggio “sindacale”,  che tutto questo rientra in quanto ci siamo detti durante una pausa delle varie riunioni sul rinnovo del contratto biennio economico recentemente firmato da tutte le OO.SS.: Ingegnere quando ci sediamo intorno ad un tavolo per lavorare per il futuro del C.N.VV.F ? Appare altresì evidente che se i presupposti della revisione dei pacchetti didattici della formazione, sono quelli dettati dall'attuale Direttore Centrale,  per questo settore ogni sforzo risulta vano per migliorare le condizioni del Corpo.

Con la presente non abbiamo voluto fare i primi della classe, appare evidente come già citato prima che il linguaggio è diverso da quello “sindacalese” ciò significa che a differenza del Dipartimento il Sindacato quello con la S maiuscola ha saputo, ha ritenuto indispensabile confrontarci con i lavoratori e riportare quanto di sensato dal loro contribuito è emerso.

Egr. Capo del Corpo,  rimaniamo in attesa di una convocazione seria, fatta nei modi e nei termini corretti sull’argomento della Formazione  auspicando, come più volte sollecitato da  USB, che  a quel tavolo vi sia oltre alle OO.SS.,  anche la presenza dell’Area dell’Emergenza di codesto  Dipartimento. e nel caso specifico del settore SAF,   della Commissione Nazionale o una sua delegazione.

Rimanendo in attesa di un riscontro in merito alla presente,  sia per quanto riguarda la parte politica che quella tecnica, porgiamo distinti saluti.