Sei pompiere o poliziotto ?
Articolo tratto da il manifesto del 5 luglio 2002
Cgil e Rdb contro il progetto del governo di trasferire i Vigili del Fuoco al Comparto sicurezza
ANTONIO SCIOTTO
Pompiere o poliziotto? I vigili del fuoco italiani - 32 mila in tutto - rischiano di venire impiegati sempre più in attività di ordine pubblico, abbandonando il loro legame storico con la società civile e i bisogni del territorio: l'ex ministro dell'Interno Scajola, il ministro della Funzione Pubblica Frattini e una nutrita parte dell'attuale maggioranza - ampiamente anticipati, comunque, dal precedente governo di centrosinistra - hanno premuto e premono perché sia sul piano politico-funzionale che su quello contrattuale il corpo dei vigili del fuoco sia inserito nel Comparto sicurezza, insieme a poliziotti e carabinieri. Un nuovo corpo militare, in pratica, nuove braccia (seppur non armate) al servizio dell'esecutivo. Un disegno appoggiato da sempre da Cisl e Uil, contrastato da Cgil e Rdb. Attualmente i vigili del fuoco sono sotto il controllo del ministero dell'Interno, mentre la Protezione civile, almeno formalmente, fa capo alla Presidenza del Consiglio (di fatto, per una serie di deleghe, anch'essa risponde funzionalmente agli Interni). Una «schizofrenia» tra due corpi che dovrebbero avere la stessa funzione, che non ha mai fatto funzionare al meglio l'attività di prevenzione e sicurezza nel paese. Se ci mettiamo poi il fatto che, come denuncia Enrico La Pietra, coordinatore nazionale Vigili del Fuoco Rdb, «i pompieri sono stati utilizzati come forza pubblica nel recente episodio dello sfratto di Milano o per respingere con gli idranti gli immigrati ad Agrigento un paio di anni fa», il gioco è fatto e si comprende bene come il controllo del ministero dell'Interno e dell'autorità prefettizia stia trasformando questa figura.
«Quello che vogliono mantenere i vigili del fuoco, e che è messo gravemente in crisi dall'attuale governo - spiega Adriano Forgione, coordinatore nazionale Fp Cgil VVF - è il rapporto diretto con la gente, e con le attività di previsione, prevenzione e sicurezza che ne caratterizzano da sempre il ruolo. Siamo preoccupati dal fatto che la struttura centrale sia sporporzionata rispetto a quelle periferiche: i comandi territoriali dovrebbero avere più autonomia di gestione nel territorio, coordinandosi con gli enti locali, i volontari, l'autorità prefettizia. Di fatto, oggi siamo bloccati dalla burocrazia».
C'è anche una forte scopertura di organico - per raggiungere gli standard europei ci vorrebbero almeno 45 mila pompieri e molti di più degli attuali 4 mila volontari - e mancano le risorse: sui 2200 miliardi di lire in bilancio al Corpo nazionale, 1800 se ne vanno per le spettanze al personale, e così restano le briciole per le attrezzature e l'organizzazione. «Scajola aveva stanziato circa 600 miliardi per il rinnovo del parco auto - spiega Forgione - e ci attendiamo una conferma del finanziamento dal nuovo ministro». Per contrastare il trasferimento del Corpo al Comparto sicurezza, raccolta firme della Rdb oggi in Piazza Medaglie D'Oro, ore 16, a Bologna.