Sapere è (e) Potere !!
Aperto il CEPU del CNVVF.
“Sapere è potere”, molti secoli fa, qualcuno che ne sapeva sicuramente più di noi fece questa affermazione che non puo che essere assolutamente condivisa, poiché capì il significato della conoscenza; rapportato al mondo del lavoro, soprattutto in un lavoro come il nostro, questa affermazione riveste ancora più importanza e la conoscenza si acquisisce solo con la formazione e l’informazione, con l’obiettivo di acquisire una maggiore sicurezza. Tanto è vero che persiano i nostri legislatori hanno stabilito con il D.lgt 626/94 che la formazione è un diritto dovere del lavoratore e persino la nostra amministrazione ha messo nero su bianco in un contratto integrativo stabilendo che chi più sapeva aveva diritto a qualcosa in più, ma non solo, ha iniziato a stabilire dei percorsi formativi di base, quindi che tutti dovevano avere, soprattutto coloro che aspiravano ad acquisire conoscenze ed abilitazioni superiori. Poi arriviamo ai giorni nostri ed evidentemente tutte queste circolari emanate dall’amministrazione nelle quali si stabilivano i criteri di accesso ai vari corsi di formazione ed abilitazione, alla stessa amministrazione incominciano ad andare stretti; persone che per qualche motivo, a noi sconosciuto, l’amministrazione ritiene necessario posizionare in determinati settori, per i quali sono necessarie abilitazioni che richiedono percorsi formativi molto complessi, pensiamo al SAF (11 settimane per acquisire il livello 2B), ovviamente troppo per le necessità centrali e così cosa ci si inventa?... semplice uno stage di pochi giorni (tre!!!) nel quale abilitare del personale a tecniche di soccorso fluviale, per informazione il corso completo dura due settimane; ma la cosa che lascia veramente esterrefatti è che la stessa amministrazione con questa mossa svilisce un centro di formazione come quello di Varallo Sesia ad un puro e semplice ufficio notarile, praticamente il CEPU del CNVVF, nel quale si certifica comunque e chiunque; ma la cosa che spiace ancora di più e che dei colleghi formatori si siano prestati a questo gioco, un gioco che purtroppo, lo abbiamo già visto in altri settori della formazione, non ha come obiettivo la qualità ma la quantità del personale formato, con gravi ripercussioni, come ovvio, sul soccorso. Altro aspetto interessante della formazione, almeno a livello regione Piemonte, è quello che riguarda le varie banche dati dei Comandi, infatti si scopre che accede a corsi di abilitazione superiore personale non in possesso dei requisiti formativi stabiliti dall’amministrazione. Sarebbe interessante sapere anche il ruolo della Direzione Regionale Piemonte in tutto questo marasma dove in pratica chiunque fa ciò che vuole ed allora si torna all’inizio dove purtroppo il sapere è sempre potere ma molto spesso si ha la sensazione che qualcuno dei nostri Dirigenti ritenga che sia valido il motto per cui: “Mantienili ignoranti….. che resteranno umili”