SALÒ Clamorosa protesta dell'RdB nel giorno del pesce d'aprile
comunicato stampa
Bella. Rossa fiammante, con finestrelle e porte bianche. E le lucine dell’autopompa, lì sul piazzale, già lampeggiano se si schiaccia un pulsantino.La presentazione «ufficiosa» del progetto per la nuova caserma dei Vigili del fuoco di Salò, annunciata dal segretario provinciale del sindacato Rappresentanze di Base, il caposquadra Massimiliano Gregori, è andata ben oltre le aspettative. Già, perché più che un «mero» progetto sulla carta, quello offerto agli obiettivi di cameraman e fotografi ieri mattina era... una caserma bella e finita. Peccato solo fosse un giocattolo, un balocco preso in prestito ai pargoli notte tempo.E nel giorno che il calendario profano consacra al pesce d’aprile, l’ironia ci sta tutta. Ma il messaggio che il sindacato lancia con questa ennesima iniziativa, è chiaro: a Salò il futuro della caserma dei Vigili del fuoco è in gioco. E non da ieri: la struttura attuale di via Turrini ha compiuto ormai 40 anni, ed è del tutto inadeguata alle esigenze del distaccamento in cui operano 28 VVF permanenti su quattro turni, più una trentina di volontari. Il colpo di grazia alla struttura l’ha rifilato il terremoto del 2004: crepe a iosa, coperte con malta alla bell’e meglio, una scala andata a spasso, e l’agibilità data sulla carta giusto per garantire l’operatività e il soccorso tecnico d’emergenza ai cittadini dei 30 Comuni della zona «coperti» dai VVF di Salò. Per non parlare del tetto in ondulati (non più a norma dal ’92), e della pioggia caduta dentro più volte, alla faccia della «626».«In otto anni il sindaco di Salò non ha saputo individuare un’area su cui potessimo realizzare la nuova sede di servizio. Unica proposta, un appezzamento di 1.300 mq. Insufficienti per le esigenze operative. Il nostro comandante attuale ne ha trovate e indicate due più ampie, ma dal sindaco non è mai giunta risposta. Cerca di tirare in là, fino alle elezioni del prossimo anno. Sul lungolago ci sono fiori nuovi, la sicurezza invece passa in secondo ordine. Ma sono certo che la popolazione, se ne ricorderà». Risultato: un progetto pronto che resta lettera morta. E dei 400mila euro stanziati da Salò tempo fa «non si sa più nulla».