Sacrifici che ci si ritorcono contro.

I pompieri presi in giro da tante belle parole...e se un giorno si dovessero svegliare?

 

 

 

 

 

 

Roma -

Lavoratori,

il fatto che un’amministrazione si ponga l’obbiettivo di realizzare disegni politici è sintomo di quanto questa non sia e non sia stata super-partes: l’arbitro si schiera e gioca con una delle squadre, facendolo al meglio, è convinto che sia giusto e se ne loda.

Il segno lasciato in questi ultimi tempi è intriso di concetti quali “ orgoglio”, “onore”, “appartenenza”, “difesa del Corpo”; belle parole forse, che mal celano però un timore, quello del risveglio civile dei colleghi, e proprio per questo inoculate allo scopo di fuorviare l’attenzione o meglio per far proseguire il sogno/incubo.

Non importa se rischiamo di essere linciati quando arriviamo in ritardo sull’incendio appartamento per carenza di sedi territoriali, non è importante se il lavoro boschivo non ci viene pagato (in nero) neanche dopo un anno (potremmo continuare all’infinito con questi esempi), l’importante è costruire un’immagine di efficienza sulla nostra pelle, poi, che questa sia precaria rimane secondario.

È in quest’ottica che ci viene attribuito il ruolo di protagonisti indispensabili, con il fine di accrescere quello spirito di abnegazione tanto caro (e necessario) alla nostra amministrazione, poiché è solo su questo che si regge l’intero funzionamento del Corpo e senza il quale questa si troverebbe costretta a dimostrare ciò che vale realmente.

L’invito a mettere fuori squadra chi mostra la realtà è un ulteriore atto politico volto a legittimare un operato che declama ad alta voce l‘importanza dell’incolumità delle persone quando si tratta di lavorare sotto organico, ma che se ne dimentica immediatamente quando tale organico necessita dell’assunzione di personale.

Siamo consapevoli delle nostre capacità, tanto quanto di averle acquisite non per merito dell’amministrazione; d’altronde come si potrebbe pensare di fare formazione quando non si riesce nemmeno a completare la squadra?

E pensare che c’è una Direzione Centrale ed uno staff completo!

L’amministrazione si appropria di ciò che è nostro, tempo, salute, vita, del nostro senso di responsabilità, che però la sta abituando a poter sopperire comunque alle sue carenze, e se qualcosa non va, beh è colpa della fretta, anche se in anni di gestione non si è mai predisposto un vero piano di previsione prevenzione ed analisi dei rischi ma soltanto cura dell’immagine

Lavoratori, crediamo sia finito il tempo dell’abnegazione (“andrebbe abolita per legge” disse qualcuno), perché solo danno ci ha portato e come visto ce ne porterà. Crediamo sia ora di togliere all’amministrazione tante castagne dal fuoco quante ce ne toglie lei (cioè nessuna!), visto che tra l’altro non si risparmia nemmeno di strumentalizzare il dolore più profondo sebbene non potrà mai appartenerle quanto a noi.

Se a fronte di tanto impegno straordinario non arrivano risposte concrete ma solo quelle dell’elogio all’eroismo, sarà bene cominciare a cambiare rotta.

Diffidate inoltre, da chi ha sempre sostenuto che era tutto necessario e ora tenta di rifarsi una verginità sulle stesse macerie che ha prodotto.

 

Basta con l’abnegazione!

Passa dalla tua parte! Sostienici concretamente!

 

in allegato alla notizia sul sito

il "saluto" del Capo Dipartimento uscente