Rsu, opportunità per democrazia e diritti
Intervista a Mimmo Provenzano, portavoce delle Rdb del pubblico impiego
Cosa rappresenta per voi questo appuntamento elettorale?
L'esperienza di questi sei anni di costituzione delle Rsu ne ha abbassato di molto l'utilità e la credibilità. Ma siamo ottimisti. Le rappresentanze sindacali non sono investite di sufficiente potere decisionale e di sufficiente ruolo. Non concorrono a definire le piattaforme contrattuali, né intervengono nella validazione degli accordi. Abbiamo definito questo appuntamento come una opportunità per rilanciare democrazia, conflitto e potere contrattuale. I lavoratori non devono dare sostegno a chi parla di "chiù pilo pi tutti" ma a chi mette in campo programmi idee e piattaforme di lotta.
Il governo sempre più controparte...
Il governo ormai attua un attacco sistematico alla pubblica amministrazione in continuità con i governi precedenti, lasciando il lavoratore sempre più a difesa del servizio pubblico continuamente tartassato da esternalizzazioni, licenziamenti, privatizzazioni, blocco delle assunzioni, e ricorso massiccio al precariato.
Avete proposto di far votare anche i precari...
Un grosso effetto tra i lavoratori e anche su pezzi di sindacato confederale nei luoghi di lavoro che aderiscono a questa proposta. Prepareremo delle urne apposite per dare diritto di voto e diritto di essere eletti. E faremo battaglia perché gli eletti entrino a far parte a pieno titolo delle Rsu. Pezzi del sindacalismo confederale aderiscono a questa proposta. Se la Cgil nella sua interezza fosse stata davvero d'accordo avrebbe dovuto fare la battaglia per tempo e poi praticare questa scelta.
Cosa vi aspettate da queste elezioni...
Ci attendiamo la conferma di alcuni segnali che abbiamo già registrato. Non abbiamo fatto campagna elettorale vendendo fumo. Abbiamo fatto inizative concrete come la giornata sul salario e quella sul precariato, di domani, la faremo su Tfr e fondi pensione. Iniziative che hanno avuto un grande seguito. Ci aspettiamo di riconfermare le percentuali di rappresentatività dove già siamo presenti e conquistarla dove finora non ci siamo riusciti.
Che forze avete schierato?
Ci presentiamo in tutti i comparti con diecimila candidati e un incremento delle liste che si aggira intorno al 20%. Dai lavoratori ci viene la richiesta di maggiore radicalità, non tanto dal punto di vista della pratica sindacale ma della definizione degli obiettivi: salario, diritti e dignità, tanto per dirlo con lo slogan che accompagna la nostra campagna elettorale.
Passiamo al contratto, quali sono le vostre richieste...
La nostra richiesta sindacale anche se sembra forte corrisponde al dato di diversi istituti di ricerca che hanno parlato di un taglio del 19% nel potere d'acquisto degli impiegati pubblici. Senza contare che con il blocco del turn over si contringono a fare mansioni superiori e, nonostante la privatizzazione del rapporto del lavoro, non viene riconosciuto quanto dovuto, il giusto inquadramento.
Siete particolarmente impegnati sul fronte del precariato...
Al di là del pubblico impiego il tema si sta ponendo all'attenzione del mondo politico. Contrariamente al passato c'è maggiore sensibilità consapevolezza e disponbilità da parte dei lavoratori cosiddetti stabili. Comincia a passare l'idea che il precariato è anche un modo per ridurrre i diritti di chi ha un rapporto stabile.
Nel vostro programma c'è anche un punto contro il tfr ai fondi pensione...
Siamo decisamente contrari alla previdenza complementare, non tanto per un problema ideologico ma per un problema pratico. La chiusura coatta del fondo vuol dire che cessa di pagare le prestazioni e il patrimonio viene liquidato.
Non vediamo perché se bisogna pagare di più per garantirsi un livello adeguato di pensione non si debba fare in un sistema pubblico. Siamo per la costituzione di un fondo pubblico con adesione volontaria.