RIFORMA ORDINAMENTO DEL CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO
Decreto Legislativo 217/2005
Come USB abbiamo sempre contestato, senza ambiguità, l’impianto originario del Decreto Legislativo 217/2005, figlio della legge 252/2004, che ha introdotto la pubblicizzazione del rapporto di lavoro senza mai sanare le profonde contraddizioni che ha generato. Non possiamo che esprimere altrettanto fermo dissenso per la cosiddetta “contro-riforma” del 2017, che ha ancor più aggravato le distorsioni invece di correggerle.
Oggi siamo chiamati a confrontarci su un tema che va ben oltre la mera revisione di un testo normativo. Parliamo del futuro, della natura stessa, dell’identità del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Lo facciamo con la chiarezza e la responsabilità che da sempre contraddistingue la USB, sindacato di base che ha l’onore, e l’onere, di rappresentare chi ogni giorno garantisce il soccorso, la sicurezza, la protezione civile di questo Paese. Occorre anche delineare in maniera chiara l’orientamento politico della USB che, quasi in solitaria, è rimasta l’unica a rappresentare una voce alternativa e di dissenso a questo tavolo sindacale che si sta sempre più appiattendo verso un atteggiamento concertativo, piegandosi ai voleri della Politica e dell’Amministrazione.
Non è possibile accettare un impianto normativo ridicolo e riduttivo che va a distaccarsi ancora di più da quello che dovrebbe essere il faro, di un Corpo Civile dello Stato, completamente dedito ai compiti di soccorso e Protezione e Difesa Civile con il lavoro di squadra e di condivisione che sempre ci ha contraddistinto.
Questa riforma è l’ennesimo passo in direzione di una pericolosa deriva militarista che nulla ha a che vedere con la missione dei Vigili del Fuoco. Siamo nati come corpo civile dello Stato, abbiamo una storia, una funzione, una dignità che non si possono piegare alla logica delle stellette, delle gerarchie di stampo militare, delle carriere costruite più sulle deroghe che sulle competenze.
Esempio lampante di questa triste vicenda è il ruolo dell’Ispettore Antincendi, figura sulla quale vengono scaricate responsabilità crescenti, con la tagliola dello scrutinio per merito comparativo, mentre si continuano a costruire percorsi “facilitati” per i direttivi, che ottengono promozioni verticali senza un reale riscontro né sul piano della selezione né su quello della formazione. Una figura che dovrebbe rimanere nei turni e svolgere un ruolo prettamente operativo, come ultimo gradino del ruolo non direttivo e non dirigente.
Una lotta tra stelle e torri che non porta da nessuna parte, non comprendendo che appartengono a due categorie ben distinte e separate con compiti ben delineati. Avere poi figure che di fatto cambiano tutto per non cambiare nulla, specie in termini economici, non è quello che nessun sindacato che intende rappresentare i Lavoratori dovrebbe volere, non è quello che USB chiede.
Tutto ciò avviene mentre alla base operativa si chiedono sacrifici sempre maggiori, si allontana l’età pensionabile, non si riconosce lo status di lavoro usurante, e si ignorano sistematicamente le richieste di tutela sanitaria e previdenziale.
La giusta metafora è quella che Noam Chomsky ha utilizzato con la rana bollita. Noi non siamo quelli che vogliono abbassare la fiamma del fornello, vogliamo togliere la rana dal pentolone e metterla in salvo.
L’intento in cui l’Amministrazione e alcuni sindacati complici sono riusciti magistralmente è stato quello di far passare la filosofia delle stellette e di rimarcare sempre di più questo aspetto, andando a militarizzare chi nulla ha a che fare con gradi, marce, saluti militari e salamelecchi di qualsivoglia natura.
Un germe che, invece di elevarlo, sta pian piano erodendo e smantellando il Corpo Nazionale in favore di un disegno che stentiamo a comprendere come Organizzazione Sindacale.
Continuare ad inseguire le chimere della Polizia di Stato ha portato solamente ad un finto vantaggio economico che ha parlato alla pancia dei Pompieri facendogli credere che si sarebbero arricchiti. Tutto questo a scapito dei diritti e delle tutele.
Lo mettiamo nero su bianco in questa bozza. Vogliamo assomigliare alla Polizia? Benissimo! Il primo passo è stato il blocco dei cinque anni (ridotti goffamente a due) per la permanenza nella prima sede di assegnazione. Ora, chi sbandierava vittorie e inseguiva il modello dei questurini, grida allo scandalo e rivendica le mobilità per tutti!
A seguire vediamo la discrezionalità nell’applicazione della Legge 151/2001 in particolare quanto attiene all’art. 42 bis.
Un progetto che va di fatto contro chi sostiene il dispositivo di soccorso assieme ai Ruoli Tecnico Professionali, quelli che realmente si sporca le mani durante gli interventi, e che cerca di portare avanti i Comandi Provinciali, tutto a vantaggio dei ruoli dei Direttivi con deroghe e sotterfugi per far avanzare al ruolo superiore coloro che sono entrati con un profilo professionale inferiore.
Già è accaduto in passato con i Direttori Coordinatori Speciali con il ruolo ad esaurimento. Ma tutti questi ruoli ad esaurimento: non si esauriscono mai? Ne salta fuori sempre uno nuovo!
Una visione ed una versione del Corpo Nazionale che continua ad essere divisiva andando ad innaffiare orti e orticelli che continueranno ad acuire le divisioni e le divergenze, soprattutto per quanto attiene al soccorso tecnico urgente e alle macro-emergenze. L’esempio di tutte divisioni è ben rappresentato nella madre di tutte le storture del Corpo Nazionale la Circolare EM 01/2020.
A distanza di vent’anni andiamo a rivisitare l’Ordinamento dei Vigili del Fuoco senza aver compreso quale deve essere il nostro ruolo. Noi non vogliamo essere quelli che continuano a fare filosofia o andare a cercare quale debba essere l’esegesi dei testi normativi. Vogliamo che tutto questo fervore possa veramente dare una svolta e sia una vera riforma che vada a vantaggio dei Lavoratori.
Qui avviene la più grande sconfitta dell’Amministrazione avvalorando la tesi che la USB ha da sempre sostenuto.
Perché sono anni che ribadiamo che la formazione deve essere lo strumento fondamentale della vita lavorativa dei Vigili del Fuoco e che i passaggi di qualifica devono essere calibrati solo attraverso un percorso formativo che accompagna la vita lavorativa del singolo dal suo ingresso sino alla sua pensione, timidamente senza comprenderne a fondo il funzionamento lo avete scritto in questo progetto di riordino, ma qui inizia la vera sfida. Avete contezza di cosa significa programmi formativi mirati per il percorso professionale dei Vigili del Fuoco? Avete idea di che straordinaria rivoluzione dovete mettere in atto per consentire a tutti i Comandi d’Italia di garantire la stessa formazione che sarà poi propedeutica per il passaggio di qualifica di ogni singolo Vigile del Fuoco?
Avete idea che da domani, e questo lo diciamo da tempo, sarete costretti a rivedere l’attuale programma formativo che avete pensato per chi dovrà fare l’ingresso nel Corpo Nazionale attraverso le Scuole Centrali prima e poi attraverso una formazione mirata che dovrà essere diversa a seconda dell’anzianità di servizio del Lavoratore.
Alla luce di quello che state proponendo oggi nei corsi, sarà con ogni probabilità l’inizio di una lunga notte dove si navigherà a vista senza aver ben preciso l’obiettivo
finale con il solo intento di portare modifiche per scimmiottare ancora di più i corpi dello Stato ad ordinamento militare.
In maniera subdola state anche mettendo un’ipoteca sui Lavoratori non più idonei o parzialmente idonei ex art. 234 mettendoli alla porta senza valorizzare in nessun modo le loro competenze, acquisite durante gli anni di carriera, e che vengono cancellati con un tratto di penna.
Volete istituire il Ruolo Unico, ma vi siete scordati un passaggio intermedio per il Ruolo Tecnico Professionale, quello che equivale alla qualifica di Capo Squadra.
Oltre ai ruoli, ai distintivi e alle finte modifiche che verranno apportate è necessario mettere mano alla modalità di partecipazione alle procedure negoziali ed al rilevamento dei dati inerenti alla rappresentanza sindacale. Stesso dicasi per il codice di disciplina, totalmente sbilanciato in favore dell’Amministrazione senza mai aver armonizzato i testi dei vari Contratti Collettivi Nazionali ed il Codice di Comportamento dei Dipendenti Pubblici che vanno anche in contrasto tra loro.
Auspichiamo che questo sia solo un primo incontro e ci aspettiamo che il testo inviato sia solo una bozza e questa non sia una riunione di facciata, stante l’opzione del “sentito sindacale” che lascia poco spazio alle modifiche, lasciando le mani libere all’Amministrazione.
Il Coordinamento Nazionale USB VVF