Riflessioni dal terremonto - la tragedia dentro la tragedia !

Bergamo -

Al Coordinamento Nazionale RdB-CUB VVF

Al Coordinamento Regionale Lombardia RdB-CUB VVF

A tutto il Personale del CNVVF

 

Il sottoscritto V.E. Matteo Lomboni in qualità di coordinatore del sindacato RdB-CUB VVF del Comando di Bergamo, vuole mettervi al corrente del comportamento (a mio avviso riprovevole) che il Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, Ing. Antonio Gambardella ha avuto nei confronti del personale del comando di Bergamo dislocato in Abruzzo, in occasione della visita alla salma del compianto amico e collega c.s.e. Marco Cavagna prematuramente scomparso il 6 aprile c.a.

Mi faccio da portavoce dei fatti come li ho vissuti e lascio ad ognuno di voi il compito di giudicare: l’accaduto risale al giorno 7 aprile.

Brevemente: il collega ed amico C.S.E. Marco Cavagna parte da Bergamo la mattina del 6 aprile, giunge a L’aquila ed ha un malore, viene soccorso subito dai colleghi di viaggio poi da un’infermiera professionale e subito dopo dal medico dell’eliambulanza del 118. - Durante il trasporto all’ospedale di Pescara muore.

Il collega V.E. Davide Testa, sceso a L’aquila insieme a Cavagna, parte subito per recarsi a Pescara, congiuntamente io ed il C.S.E. Enrico De Bernardis informati telefonicamente dell’accaduto, poco dopo Teramo lasciamo la seconda sezione di colonna mobile di Bergamo (partita poche ore dopo Cavagna) e ci portiamo presso l’ospedale.

La salma viene composta presso l’obitorio dell’ospedale cittadino, ma fino all’espletamento della burocrazia non lo si può vedere.

Il 7 aprile io ed il collega Testa eravamo presso il Comando di Pescara, dopo una mattinata trascorsa tra l’obitorio dell’ospedale, alberghi (per cercare l’alloggio ai parenti del collega deceduto in servizio che stavano arrivando da Bergamo) e l’agenzia di onoranze funebri per organizzare il trasporto e tutto ciò che comporta la morte di una persona, dopo aver passato buona parte della mattinata al telefono per parlare con il Comando di Bergamo e informarli degli sviluppi.

Dopo pranzo ci portiamo presso l’obitorio e mentre stavamo vegliando il collega deceduto vediamo arrivare 5 persone, 2 con la giacca antipioggia VVF e 3 senza. - Riconosco l’Ing. Barboni del Comando di Pescara, ed il Capo del Corpo Ing. Antoinio Gambardella che parla con gli altri 3. - L’Ing. Barboni, sommessamente si avvicina e ci informa che sono il Capo del Corpo e 3 onorevoli giunti per il collega Cavagna.

A questo punto visto che, eravamo gli unici in divisa, perciò riconoscibili, a vegliare ci avviciniamo verso chi era venuto a portare il proprio cordoglio al collega in attesa non di gratitudine - non serviva - ma almeno un cenno di saluto dal nostro Capo, una semplice stretta di mano; nulla di tutto ciò!

L’Ing Barboni accompagna i 4 arrivati presso la stanza dove giaceva Marco  e noi li seguiamo, rispettosamente rimaniamo in silenzio accanto a loro (non possono non averci visto), poco dopo questi 4 incuranti della nostra presenza si voltano e se ne vanno tra lo sconcerto mio e del mio collega e la faccia attonita dell’Ing. Barboni.

Ora non ci aspettavamo lusinghe ma in considerazione che eravamo i colleghi di lavoro del povero Marco, quelli che lo avevano seguito negli ultimi minuti, una stretta di mano o un cenno di saluto si. -

Lascio a voi ogni altro commento sulla vicenda.