Ricordando Marco Galan ci viene da dire: Vigili del fuoco e contratto pubblicistico; quale sicurezza e quali tutele

comunicato stampa

 

 

 

 

 

 

 

 

Roma -

Mentre Marco Galan è in coma, il Dipartimento dei Vigili del fuoco e/o amministrazione centrale, in nome per conto e per bocca del Comandante di Ferrara, rifiuta a questa stessa O.S. di prendere visione degli atti che riguardano l’infortunio sul lavoro. Nella lettera a giustificazione del rifiuto si accampa una presunta non titolarità del sindacato a visionare tali atti. Come se la sicurezza sul lavoro sia esclusiva prerogativa dei Dirigenti…. Di che cosa ha paura il Dirigente locale? e l’amministrazione centrale che lo protegge? Torniamo indietro nel tempo con la memoria, per palare di un momento in cui i Vigili del fuoco godevano a pieno titolo di tutti i diritti e di libertà di parola, in quanto ancora regolati da contratto di tipo privatistico. Oggi la situazione è molto diversa e ci ritroviamo sottomessi ad un contratto di tipo pubblicistico, per il quale qualche anno fa un Prefetto della Romagna ci disse: “non preoccupatevi di questo cambiamento, anzi ne andrete fieri, poiché otterrete più diritti, più sicurezza e più tutele”. Era un momento in cui la RdB-CUB, quasi in solitudine, ha iniziato a mettere in campo molteplici azioni di contrasto al mutamento contrattuale, poche infatti sono state le altre OO.SS che ci hanno affiancato, ed anche senza mai mostrare i denti. La riflessione in questo momento richiama quelle parole, che in cuor suo sapendo che le cose erano diverse voleva rassicurare i nostri animi infiammati, rabbiosi per un mutamento che ci cadeva sulla testa, dall’alto,e in modo autoritario. Tuttavia le sue parole oggi non trovano riscontro, in quanto il nuovo sinallagma contrattuale deruba i lavoratori delle conquiste ottenute in trent’anni e più di vita lavorativa. I nostri padri si sono battuti per ottenere diritti e tutele, ed oggi la legge di riforma del Corpo agisce come un colpo di spugna cancellando tutto quanto, anche la dignità di cittadino. Ricordando Marco Galan Vigile del fuoco e Collega in forza al comando di Ferrara, in coma da un anno a seguito di un infortunio sul lavoro, occorsogli nella sede di servizio, un luogo da ritenersi”sicuro”, questa omertà conferma, e in modo incontestabile, che questa nuova realtà contrattuale non ci ha attribuito tutte quelle tutele predicate. Ora si tratta di mettere in rilevo quanto accaduto al collega e non insabbiare o scaricare le responsabilità. In qualità di organizzazione sindacale abbiamo il dovere civile e morale di vigilare che si accertino le responsabilità. Tutto ciò non restituirà a Marco la sua grande determinazione e volontà di essere un Vigile del fuoco, ma devono emergere, la dove vi sono, le responsabilità. Fare chiarezza in merito all’accaduto è un dovere nei confronti di Marco Galan è un dovere morale e civile. Tutto questo anche per far in modo di porre il dipartimento nelle condizioni di garantire sicurezza negli ambienti di lavoro piuttosto che permettergli di farsi scudo attraverso cavilli, circa la titolarità, in materia di diritti dei lavoratori, di chi si appresta a sostenerli e difenderli.

 

L'Opera Nazionale di Assistenza per quanto di sua competenza ha già provveduto a sostegno della famiglia; l’ufficio dell’ONA è stato invitato comunque a prendere i contatti con i parenti per assicurarsi che gli stessi siano a conoscenza dei diritti e delle possibilità per eventuali ulteriori forme di assistenza e contributi previsti per tutti i dipendenti del CNVVF, anche se ricordiamo che in incidenti come questo, ove è in corso una causa di servizio è l’Amministrazione del Corpo che DEVE provvedere a tutte le necessità dell’infortunato, l’ONA non può e non deve sostituirsi soprattutto alle responsabilità e doveri che ha il Dipartimento verso i suoi dipendenti\lavoratori.