RICOLLOCATO NELLA SUA SEDE DI LAVORO, ANCHE IL SECONDO SINDACALISTA USB

Milano -

Lavoratori,

in seguito ad un accordo extragiudiziale della fine del mese di Gennaio ‘15, un altro dirigente sindacale USB VVF, è stato ricollocato presso la sede di appartenenza originaria.

La vicenda era iniziata a metà del 2014, ed ha visto il sindacalista in questione trasferito d’ufficio dal Dirigente del Comando di Milano, senza richiesta del necessario nulla osta alla Organizzazione Sindacale. Insomma una sorta di remake di un identico caso avvenuto sempre nel 2014.

Il Comando, aveva spostato il Dirigente Sindacale dalla sede dove svolgeva normalmente servizio ed attività sindacale da anni, prima presso la sede di Legnano e in seguito in quella aeroportuale di Linate, sempre con la solita pretestuosa motivazione del contestuale passaggio alla qualifica superiore.

Ritenuto quindi anche questo trasferimento illegittimo, USB VVF ha interessato la propria Federazione e tramite di essa il proprio studio legale, per impugnare e contestare le disposizioni attuate dal Dirigente del Comando di Milano, poiché di fatto violavano quanto previsto dall'art. 28 della legge 300/70, meglio nota come “STATUTO DEI LAVORATORI”, in quanto precedenti segnalazioni e richieste di riassegnazione, non avevano avuto seguito.

Dopo uno scambio di lettere con il legale incaricato dalla Federazione USB, il Comando VVF di Milano alla fine, ha riconosciuto legittime le rimostranze dell’Organizzazione Sindacale e ha provveduto a riassegnare il sindacalista presso la sede Centrale.

E’ soddisfacente l’esito della vicenda anche perché questa volta, usando un po’ più di buon senso, è stata evitata la “processione” presso il Tribunale del Lavoro di Milano, con giudice e scambio di carteggi e contatti tra studi legali annessi.

Nemmeno è servito, come la volta precedente, un “sindacalista confederale” sostenitore del Comando, pronto a fornire i suoi servigi ad uno schiocco di dita del “padrone”…

Si spera che il futuro non riservi il famoso “NON C’E’ DUE SENZA TRE” e che invece si incomincino ad utilizzare normali relazioni sindacali.