RICHIESTA INCONTRO PER CARENZA ORGANICI E RIMODULAZIONE DEL DISPOSITIVO DI SOCCORSO

Bologna -

 

Alla C.A. del Comandante provinciale di Bologna

Ing. Mauro Caciolai

Epc al vice Comandante provinciale di Bologna

Ing. Massimiliano Russo

Epc alla C.A. del Direttore Regionale

Ing. Francesco Notaro

 

 

Oggetto: richiesta incontro per carenza organici e rimodulazione del dispositivo di soccorso.

 Vogliamo con la presente portarle il nostro apprezzamento per le dichiarazioni fatte tramite agenzia stampa e apparse in alcune testate on line riguardanti la carenza di uomini e di mezzi del Comando di Bologna, importante il suo intervento per far emergere i problemi del Comando, ma ci permettiamo di sollecitarla su un ulteriore passo, ovvero la necessità oramai indilazionabile di rivedere i numeri minimi del dispositivo di soccorso, consci di dover prendere decisioni difficili che possano avere ricadute sulla qualità del servizio offerto al cittadino. Come primo dovere di un datore di lavoro c’è la tutela dei propri dipendenti, chiaro questo lo si deve conciliare con il dovere di offrire il servizio di soccorso tecnico urgente per il quale siamo tutti pagati. La prosopopea sugli eroi, sull’abnegazione dei vigili del fuoco trova il suo punto di caduta sui numeri, sulle risorse che i governi passati e l’attuale hanno destinato al Corpo Nazionale, i cittadini purtroppo si stanno già accorgendo di cosa hanno provocato trenta anni di tagli lineari, indiscriminati, che hanno minato il servizio pubblico, causando danni seri al sistema Paese.

E’ il momento delle scelte difficili. Questo ci hanno detto negli anni, ora però le scelte difficili le dobbiamo fare pure noi vigili del fuoco, i numeri ci dicono questo.

Il suo meritorio intervento a mezzo stampa ha riferito di una carenza del 12 per cento del personale operativo, questo dato però non tiene conto delle realtà, non tiene conto delle malattie lunghe, degli infortuni gravi, non si tiene conto di chi è in missione a costo zero, di chi fruisce di articoli ( 12, 104, ecc.), di chi è transitato ad incarichi diversi (uffici, laboratori, nuclei), di chi passato a giornaliero, anche solo temporaneamente, per svolgere mansioni diverse, formazione in primis, considerato tutto questo: la carenza reale è del 40 per cento nei qualificati e del 20 per cento nei vigili, questi sono i numeri con i quali i capiturno devono rapportarsi. Teniamo conto che i capi turno devono garantire la fruizione di ferie, permessi e l’accesso alla formazione. Non trascurabile quest’ultimo aspetto, la formazione nel Corpo Nazionale è diventata un perno della nostra vita professionale, se da un lato questa ha aumentato la nostra sicurezza sul lavoro, migliorato la risposta al cittadino, dall’altra ha impattato fortemente sulla gestione del soccorso, riducendo ulteriormente i numeri su quale fare conto per organizzare le partenze. L’aspetto dei mantenimenti e della formazione è dunque dirimente, ma dobbiamo anche oggettivamente domandarci se sostenibile, pensiamo ai richiami TPSS, ancora oggi la maggioranza del personale lo ha scaduto, nonostante l’impegno dei formatori e del comando per tentare di recuperare il gap, potremmo parlare dei mantenimenti SAF/SFA molti in scadenza alcuni già scaduti, non parliamo poi di quanti ancora devono fare la formazione SAF basisco o quanti vorrebbero fare il seminario CFBT, formazione fondamentale per la sicurezza dei lavoratori, ma anche qua ci troviamo a ricevere segnalazioni di disparità di accesso tra turno a turno a questi seminari e corsi, infatti i turni hanno situazioni diverse e quindi gli stessi capi turno a volte si vedono costretti a limitare la partecipazione ai lavoratori del proprio turno, fatto questo che crea sperequazione e livelli di formazione disomogenei tra turni.

Il ricorso al monte ore per supplire alle carenze, oltre ad essere insufficiente, conta sulla disponibilità del singolo lavoratore che giustamente ha la sua vita privata e quindi può legittimamente non rendersi disponibile, con l’arrivo dell’estate la situazione si aggraverà, anche perché si dovranno  garantire i periodi di  ferie estive come da contratto, poi in estate partono i servizi in convenzione (presidi acquatici, campagna AIB), vero è che caleranno gli impegni nella formazione e saranno inferiori le vigilanze, ma il saldo sarà comunque negativo. Non trascurabile l’aspetto della sicurezza sul lavoro, con l’aumento del carico di lavoro dato dal continuo ricorso allo straordinario per garantire il minimo del dispositivo di soccorso, aumenta statisticamente la possibilità di infortunio e l’incidenza della malattia, non dimentichiamoci che l’altra criticità è purtroppo l’età media dei lavoratori del Corpo Nazionale, che è alta, oltre i 45 anni di media.

Come abbiamo già scritto all’inizio del documento, riteniamo positivo l’approggio di un dirigente che decide di palesare anche all’esterno le difficoltà del comando che si trova a gestire, ma riteniamo insufficiente la risposta che viene data al personale, che si attende misure diverse, misure che possano garantire ferie, permessi e accesso alla formazione, una rimodulazione del dispositivo di soccorso è quindi necessario, dobbiamo discuterne apertamente, con la volontà di trovare il giusto compromesso tale da garantire qualità del soccorso e qualità di vita del lavoratore.

USB chiede un incontro per confrontarci sui numeri e su eventuali soluzioni, per aiutare anche i capi turno che oggi si trovano a gestire situazioni al limite del gestibile, riteniamo che a quest’ultimi oltre che tributare la nostra comprensione e solidarietà, vada riconosciuta da parte dell’amministrazione un tangibile segno di riconoscenza economica almeno di una parte del tempo che impiegano fuori dall’orario di lavoro.

Ci siamo concentrati sulla punta dell’iceberg perché più visibile, ovvero il settore operativo, ma non vogliamo dimenticare la carenza cronica e grave del settore amministrativo logistico gestionale, dei direttivi, le cui ricadute sono meno visibili nell’immediato, ma non meno gravi, i primi danni li subisce proprio lo stesso personale operativo, ma poi a seguire, tutto il dispositivo di soccorso.

Concludiamo con un’ ultima riflessione che è ben nota a tutti e soprattutto a chi è in indirizzo, già da questo anno ci saranno diversi pensionamenti, nei prossimi tre anni la situazione sarà ancora più impattante nei numeri, dobbiamo iniziare a ragionare da subito di come attutirne gli effetti, si chiama mitigazione degli effetti, cosa che pare non toccare le menti dei nostri governanti, ma le nostre dobbiamo invece attivarle ed in fretta, se vogliamo continuare ad offrire un servizio degno di questo nome. Le piante organiche teoriche sono sottostimate da anni, quelle reali sono da panico, facciamo quadrato e troviamo delle soluzioni non ci aspettiamo che siano risolutive, ma almeno contenitive del problema.

Restiamo in attesa di un suo cortese riscontro, cogliamo l’occasione per porgere i nostri distinti saluti.

 

Per USB VVF

Ciro Bartolomei