RICHIESTA DI SOCCORSO
Ecco l'ennesima prova del fuoco in Sardegna che ha interessato intere zone dell'isola, dove ha messo in difficoltà tutto, proprio tutto l'apparato antincendio mettendo in evidenza le numerose lacune e la disorganizzazione, dove l'unica forza che ha fatto da padrona è stato il fuoco procedendo e divagando su vasta scala nonostante il duro lavoro delle squadre a terra. Questo perché? In primis per un numero esiguo di personale e conseguentemente per il sovraccarico di lavoro; per la scarsa dotazione di mezzi e per la mancanza di un coordinamento, nella fase iniziale, che guidasse la disposizione delle squadre segnalando la priorità d'intervento.
Il problema oramai cronico dell' organico insufficiente (ricordiamoci che in Italia c'è un pompiere ogni 15.000 abitanti quando dovrebbe essere uno ogni 1000 abitanti) che in Sardegna viene sentito maggiormente a causa della sua insularità e vastità del territorio, fa sì che, l'intervento risulti più difficoltoso anche per colpa della composizione delle squadre, formate da 5 unità di cui la quinta, spesso, è un vigile volontario; portando allo smembramento delle stesse durante gli incendi boschivi (3 unità escono in intervento sull'APS e due unità sulla Campagnola Modulo Boschivo), non avendo così una squadra completa sull'APS.
Per quanto riguarda i mezzi in dotazione il problema è il seguente: gli automezzi che vengono utilizzati durante la Campagna Boschiva sono gli stessi che vengono adoperati quotidianamente durante il soccorso tecnico urgente, questo causa frequenti guasti ed Lett. Amm. Prot. 04\2016 del 05/08/16 2 un'usura più rapida che inevitabilmente potrebbe portare al fermo totale del mezzo. Da precisare che, la sostituzione dello stesso mezzo con un'altro equivalente, è un evento raro e quando avviene si passa di male in peggio (con mezzi vecchi e obsoleti). E per finire, ma non meno importante, il problema della dislocazione delle Sedi di Servizio, presidiate da una singola squadra di 5 Unità, insufficienti per la vastità di zone di competenza da coprire, basti pensare che si hanno tempi di percorrenza lunghissimi anche di un'ora e tre quarti (altro che Italia in 20 minuti) e mentre la squadra è fuori per l'intervento, tutta la zona rimane scoperta allungando maggiormente i tempi di intervento per la squadra che deve giungere da altra sede che inevitabilmente rimane a sua volta sguarnita. Su chi ricade la responsabilità di tutto questo? Su un'Amministrazione assente, gestita a carattere manageriale dove l'unico interesse è il profitto, a discapito della buona funzionalità del servizio, un'amministrazione che da tempo pensa al Riordino (appoggiata da Sindacati compiacenti) che porterà alla chiusura di Sedi di Servizio aggravando ancora di più la situazione già precaria, un'amministrazione che quando si parla di C.E.A. è per far cassa con i soldi della Regione Sardegna.
Questa è la triste cronaca di una delle numerose disavventure dei lavoratori della più nobile delle amministrazioni pubbliche, in tema di altruismo, quella dei vigili del fuoco, la cui vita, a giudicare dal grado di assenza di provvedimenti manageriali utili a fronteggiare le difficoltà, sembra essere di insignificante valore.
Si punta il dito sull’organizzazione e sui tagli, vittime dello stesso male: chi dovrebbe organizzare pensa solo a tagliare, esattamente come anticorpi di un organismo malato, che attaccano distruggendoli, gli organi dell’organismo stesso.
La riforma berlusconiana che ha trasformato i dirigenti del CNVVF, in diligenti risparmiatori (a scopo di lucro) e stravolto la nobile funzione di erogazione dell’azienda statale, impiantandovi un sistema di controllo della spesa, tipico dell’azienda privata, funziona solo in parte. E’ stato come spegnere il motore di una macchina che dovrebbe percorrere milioni di chilometri e attaccarla ad un animale con il paraocchi.
Se vogliamo parlare di vero risparmio, possiamo affermare che il controllo della spesa, dovrebbe farlo un ragioniere non un dirigente (70?% di risparmio): che bisogno c’è di pagare un dirigente, regalandogli addirittura degli incentivi per farlo al posto suo? Se proprio si vogliono dare gli incentivi, che vengano dati quale premio per aver eseguito diligentemente e abilmente il proprio lavoro. Ormai la bravura di un dirigente è valutata in base alla capacità di risparmio, cioè, in base a come il dirigente sa fare il ragioniere (…) vantiamo risparmi di ogni genere, sugli straordinari (del personale non dirigente), sulle riparazioni degli automezzi, sugli acquisti degli automezzi, addirittura qualche dirigente ha adocchiato il risparmio sull’acqua da bere e dopo aver pestato un po’ di tasti nella calcolatrice ha acquistato dei grossi recipienti per Lett. Amm. Prot. 04\2016 del 05/08/16 3 alimenti e dislocati nei vari distaccamenti, per riempirli poi con un serbatoio mobile in polietilene, installato in una campagnola tolta all’emergenza per tale scopo, speriamo per lui che non capitino episodi di contaminazione. Ridicolo? Se non si rimettono in funzione i cervelli assopiti questo è niente.
Siamo fermamente convinti che un dirigente del soccorso debba occuparsi prima di tutto di soccorso, gli enti statali come i vigili del fuoco sono aziende di erogazione e garantire il servizio è la prima cosa di cui si debbono occupare, altrimenti stiamo prendendo in giro i cittadini. Siamo altresì convinti che gli sprechi vadano eliminati ma non vediamo come la trasformazione di un comandante dei pompieri in bounty killer dello spreco, possa giovare al servizio che si deve garantire. A forza di tagliare, siamo arrivati all’apparenza, in questo paese che paga tasse europee ma di privilegi europei neanche l’ombra, c’è tutto, ma come funziona? Il nostro impegno è al massimo ma senza mezzi e risorse umane rischiamo di farci molto male, pertanto, per un vero servizio ad una cittadinanza europea che desidera anche un benessere uguale agli altri stati europei, chiediamo riforme utili al soccorso e la cancellazione di quelle dannose. Ringraziamo anticipatamente per quanto vorrà prendere in considerazione questa richiesta.
Pertanto USB chiede l’attuazione dei seguenti punti:
- Attuazione Colonna mobile regionale
Non trovando spiegazione logica il perché in una regione come la Sardegna isolata per natura, con alto rischio idrogeologico, elevato rischio incendi e per finire lunghe tempistiche di arrivo dei soccorsi da altre regioni (C.M. Toscana); Manchi ancora la predisposizione di una propria colonna mobile regionale, come disposto dalla CIRCOLARE n. EM-01/2011 Oggetto: Riorganizzazione delle Colonne Mobili Regionali e del dispositivo di mobilitazione per grande calamità.
Pur dopo tragici eventi (Villagrande Strisaili NU 2004; Capoterra CA 2008; Olbia e zone limitrofe SS 2013) con diverse vittime e ingentissimi danni, gli enti preposti non si sono minimamente attivati alla disposizione di suddetta modalità di preparazione del soccorso tecnico urgente, che garantisce una risposta più immediata alle grosse calamità, garantendo maggiore celerità nel soccorso alla popolazione e maggiore efficienza agli operatori VVF che intervengono.
-Miglior articolazione della CEA
Nota dolente la campagna antincendi boschiva, finanziamenti pressoché inadeguati,nel 2015 (con la Giunta Pigliaru) 4 milioni e 43 mila. Nel 2016 il crollo: passiamo a 3 milioni e 243 mila euro. La Sardegna ancora una volta lasciata sola nella gestione delle emergenze, assente o in grave ritardo la risposta del ministero e del governo riguardo ai finanziamenti alla campagna boschiva.
Si pensi che in una regione come la Sardegna, con problematiche di incendio rilevanti, con complessi territori con aumento esponenziale della popolazione turistica nei mesi estivi, siano stati stanziati 15 gg scarsi di CEA!
Mentre (molto contradditorio) con la Deliberazione della Giunta Regionale n. 14/41 del 18 aprile 2014, sono state approvate le Prescrizioni 2014-2016, parte integrante del Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi, redatto ai sensi della legge 353/2000 prevedono che:nel periododal 1 giugno al 15 ottobre vige lo stato di“elevato pericolo di incendio boschivo”.
Vergognoso se confrontato a regioni esempio Emilia Romagna con problematiche di incendio sicuramente ridotte rispetto alla Sardegna, siano stati stanziati 38 gg.
Si è andato a creare grave disguido, molto spesso impegnando tutte le squadre sul fronte incendi ,VVF unici presenti h24, sottoponendo il personale ad orari massacranti, perlopiù andando a sguarnire presidi fissi di comandi e distaccamenti!
Si sta giocando con la sicurezza delle persone e degli operatori!
-Apertura delle nuove sedi distaccate
Si chiede che vengano mantenute le promesse relative l’apertura delle sedi di Isili CA (da prendere in motivata considerazione in alternativa a Mandas, per via della presenza dell’importante presidio ospedaliero San Giuseppe, andando ad assicurare l’interazione e cooperazione delle strutture di soccorso al cittadino), Cuglieri OR e Bono SS.
Cosi da meglio garantire la copertura del territorio, che per morfologia e mancanza di infrastrutture (autostrade) abbisogna di una più concreta capillarizzazione del sistema di soccorso.
Andando a richiamare di conseguenza in tali sedi l’impiego dei vigili permanenti ora fuori sede.
-Rinnovo parco mezzi antincendio
Mezzi ormai vecchi di 25 anni, che talvolta rientrati dall’officina vengono messi fuori servizio il giorno stesso! O peggio ancora ci lasciano a piedi prima dell’arrivo sul posto….il soccorso tecnico è pure urgente se arriviamo e possibilmente in tempo!
Mezzi inadeguati ad affrontare anche quello che implica l’incendio boschivo, che presuppone mezzi agili in grado di scalare la dove il fronte del fuoco sussiste, non mezzi dalle 15-20 tonnellate ingombranti ed inefficaci nel contesto in cui si va ad operare.
-Vigili del fuoco fuori sede
Sono tanti i VVF permanenti fuori sede che da anni prestano servizio fuori dall’isola, formati ed informati addestrati, eppure non si prende in considerazione il loro rientro, si preferisce interpellare vari enti nella speranza di arginare, soprattutto nel periodo estivo, l’emergenza incendi.
In un comparto come il nostro di soccorso e difesa civile si vedono sovente diverse figure che talvolta anzi di limitarsi all’ausilio vengono loro malgrado portate a tentare di sostituirci, in contesti dove non siamo sostituibili per tecnica e preparazione!
Tantissima la buona volontà delle associazioni di volontariato e grosso l’apporto che danno, ma penso si dovrebbe dare priorità a chi lo fa di mestiere ed è preparato e equipaggiato per svolgere questo tipo di interventi, non lasciando niente al caso.
-Politica manageriale dei comandi
Il tutto viene riassunto nella assurda politica manageriale dei comandi, dove si continua tagliare l’intagliabile, la sicurezza dei cittadini messa alla stregua di una qualsiasi voce di capitolato!
Mezzi, organico, formazione, infrastrutture tutto ha subito delle gravi ripercussioni!
Situazione che vede noi operatori nell’impossibilità di garantire un servizio adeguato alla popolazione.
Rivendichiamo il diritto di lavorare nella massima efficienza la dove molto spesso tempistiche ed equipaggiamento fanno la differenza!
Vogliamo riuscire ad intervenire nei migliori modi possibili: in tempo, preparati con la passione che ci contraddistingue!