RICHIESTA CHIARIMENTI

Brindisi -

Al sottosegretario di Stato con delega dei Vigili del Fuoco

On. Giampiero BOCCI


al Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile
Capo Dipartimento

Prefetto Bruno FRATTASI


Tramite:
Ufficio I - Gabinetto del Capo Dipartimento
Capo del Gabinetto del Capo Dipartimento
Viceprefetto Roberta LULLI

Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
Vice Capo Dipartimento Vicario
ing. Gioacchino GIOMI

Al Responsabile dell'ufficio Garanzia dei Diritti Sindacali

dott.ssa Silvana LANZA BUCCERI



Oggetto: richiesta chiarimenti nota comando Brindisi – richiesta chiusura NSSA.


La scrivente Organizzazione Sindacale, in riferimento all’oggetto, chiede di essere messa a conoscenza di come l’amministrazione ritiene di procedere a tale richiesta (vedi nota allegato 1).

USB ritiene che il riordino è stato l’artefice di questa situazione e malgrado le varie riunioni riguardanti i Nuclei Sommozzatori, in alcune delle quali la stessa Amministrazione ha dovuto riconoscerne gli evidenti punti di caduta (vedi ad esempio la lettura dei dati statistici dal 2012 al 2016), allo stato attuale non abbiamo riscontrato nessuna chiarezza ma soltanto un volersi far scivolare la cosa, da parte dell’amministrazione, senza nessuna posizione ferma sul futuro di un “servizio” del CNVVF al molto importante ma, ad oggi, molto colpito dalla revisione della spesa pubblica.

È chiaro che in questo contesto di poca chiarezza, dirigenti dalla dibattuta moralità, mossi da avvilimenti personali, e da mai celati asti e rancori nei confronti dei lavoratori, si inseriscono per vessare e ancor più mortificare il proprio personale rincorrendo accanitamente l’obbiettivo della chiusura, cercando disperatamente di anticiparla, come ha reiteratamente fatto l’attuale dirigente di Brindisi, con le note da lui stesso citate, obbiettivo rincorso anche in dispregio delle indicazioni delle figure a lui sovraordinate.

È doveroso precisare che l’azione vessatoria nei confronti del personale del NSSA di Brindisi non si è limitata alla produzione di atti, ma molto spesso è sconfinata nella delegittimazione e nella umiliazione. Ci permettiamo di fare notare che giungere a non riconoscere l’esistenza di un lavoratore che presta regolarmente servizio, soprattutto se lo fa per lo Stato e per la collettività, è una delle peggiori pratiche persecutorie e di violenza psicologica perpetrata dal datore di lavoro.

Approfittiamo della presente per ricordare che la scrivente ha più volte sottolineato il clima di enorme conflitto che esiste al comando di Brindisi tra i lavoratori e il dirigente preposto… ma anche questa condizione sembra non interessare l’amministrazione centrale. Si rimane in attesa di celere riscontro.