RdB P.I. SCRIVE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PER DENUNCIARE LE PESSIME CONDIZIONI DI LAVORO

COMUNICATO STAMPA

Nazionale -

Dopo ogni catastrofe la nostra condizione torna nell’oblio; ma noi Vigili del Fuoco vorremmo essere ricordati anche al di là delle emergenze.

Dopo la tragedia in Abruzzo è stato il Presidente della Repubblica che, in occasione della medaglia d’oro alla bandiera dei Vigili del Fuoco ci ha definito «l’esempio dell’Italia migliore e degli italiani migliori», colui che in noi ha visto «il di più di carico umano»,  il «senso della comunità»,  ringraziandoci per l’opera svolta. Ora sono i Vigili del Fuoco che  pubblicamente si rivolgono al Presidente della Repubblica per denunciare le pessime condizioni di lavoro e chiedere il suo autorevole intervento”, così annuncia la lettera inviata oggi al Presidente Napolitano dalla RdB VV.F.

Il nostro contratto di lavoro è scaduto dal 31 dicembre 2007 e da anni ci viene promessa una valorizzazione economica e previdenziale che tenga in giusto conto la nostra specificità professionale. Rimaniamo invece a tirare avanti con uno stipendio medio di 1.200 euro, con un ordinamento professionale che, per alcuni da 20 anni e da 30 per altri, ci tiene bloccati nelle attuali carriere senza nessuna opportunità di avanzamento. Non abbiamo inoltre fatto un passo avanti in termini di organici: le carenze rimangono tutte, anzi il personale VV.F. deve lavorare fino a 60 anni, svolgendo il soccorso tecnico urgente, per raggiungere una meritata pensione.

Nemmeno per i mezzi e gli strumenti di soccorso abbiamo visto miglioramenti. L’unica realtà è che prima del terremoto avevamo scarsissimi mezzi di colonna mobile i quali, oltre alla vetustà, oggi sono completamente logorati determinando grossissime difficoltà nel prestare il soccorso. L’unica novità che registriamo è l’aumento dell’orario di lavoro: straordinario dello straordinario per garantire il soccorso nel paese, tanto lavoro fuori dall’orario di lavoro, a discapito delle nostre famiglie.

Questi problemi sono già noti a tutti in Parlamento; abbiamo dunque scelto di rivolgerci al Presidente della Repubblica: per non finire nell’oblio ogni volta che finisce l’emergenza. E’ questo il motivo per cui i numerosi attestati di stima finiscono con l’amareggiarci: vorremo essere ricordati anche al di là delle disgrazie che colpiscono altri cittadini.