RASSEGNA RdB - le news
dal 16\2 al 19\2
19 febbraio 2010 - Il Manifesto
LA MOBILITAZIONE
«No Bertolaso day» tra piazza, università e monetine a Ghedini
di Eleonora Martini
ROMA - Avevano deciso di venire a Roma per opporsi alla nascita della Protezione civile Spa, ma il dietrofront del governo non li ha affatto rasserenati. Nessuno come loro sa cosa vuol dire vivere in un «sistema gelatinoso» che si nutre di ordinanze in deroga alle leggi, commissari straordinari, appalti senza gara. Così, non ci hanno pensato su a lungo e ieri hanno raggiunto la capitale - dall'Aquila e dalla Campania, soprattutto, ma qualcuno perfino dalla Val di Susa - per il «No Bertolaso Day». Dando vita, al mattino, ad un sit-in davanti a Montecitorio organizzato dai Vigili del fuoco di Rdb - mentre la Camera discuteva fiducia sì, fiducia no sul decreto legge 195 -, e nel pomeriggio per un'assemblea, voluta soprattutto dal comitato aquilano «3e32», nell'aula A di Scienze politiche dell'università La Sapienza.
Ancora una volta hanno tentato di far arrivare la loro voce fin dentro gli scranni parlamentari, distanti anni luce dalla realtà che vivono nei loro territori. Ricevendo, per questo, una piccola ricompensa: la Digos ha identificato dieci attivisti del presidio anti-discarica di Chiaiano, rei di aver srotolato uno striscione con su scritto: «Monnezza, appalti e ricostruzione: un mare di corruzione, Bertolaso ladro in Spa». Ma a certi metodi sono già abituati. Anche l'avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini, però, ha ricevuto un piccolo cadeau da parte di alcuni manifestanti che lo hanno riconosciuto e, forse in omaggio a Craxi, lo hanno salutato con un lancio di monetine da 5 centesimi. Che sono quasi un patrimonio per chi, come il Vigili del fuoco guadagna 1.302 euro al mese comprensivo dell'indennità di rischio. Loro, gli "angeli" tanto osannati quanto maltrattati, la busta paga se la sono attaccata al collo.
«È una magra consolazione, ma noi lo avevamo detto. Solo che "prima" nessuno ci ascoltava, mentre ora microfoni e riflettori si sono nuovamente accesi su di noi». L'assemblea pomeridiana comincia con l'incassare - sommessamente - una vittoria. Quando a novembre dello scorso anno, infatti, i comitati abruzzesi e il Legal Team Italia organizzarono nel capoluogo abruzzese la prima grande assemblea per riflettere su quel modello di intervento di Protezione civile che Guido Bertolaso aveva messo a punto proprio nella gestione post-terremoto, basato sui Dicomac, Dipartimenti di comando e controllo, in pochi diedero loro ascolto. Stritolati, com'erano, dalla poderosa macchina mediatica che ha regalato al resto d'Italia l'illusione del «miracolo aquilano». Successe più o meno la stessa cosa ai comitati cittadini campani, ai lavoratori del Dipartimento di Protezione civile, soprattutto sindacalisti Cgil, e ai vigili del fuoco di Rdb che nei mesi scorsi tentarono invano di costruire un'opposizione al "pacco" della Spa. Unico risultato concreto, una lettera autografata dall'«uomo della provvidenza» in persona che chiede sanzioni disciplinari per un dipendente del "suo" Dipartimento, il sindacalista Giovanni Ciancio. In suo favore, l'assemblea - a cui hanno partecipato anche urbanisti, costituzionalisti, giuristi, esperti di Protezione civile e perfino qualche politico e amministratore capitolino - ha votato un documento di solidarietà.
Parlano del «capitalismo dei disastri» di cui gli imprenditori, che se la ridevano la notte del sisma e che all'Aquila hanno fatto affari eccome, non sono un'eccezione ma le ruote stesse dell'ingranaggio. Parlano di «comando e controllo che sono il contrario di previsione e prevenzione, gli obblighi primari della Protezione civile». Smontano pezzo per pezzo quel «miracolo aquilano» a cui credono solo quelli che non vogliono vedere e sapere: 16 mila persone senza lavoro, 40 mila ancora senza una casa (di cui 33 mila non hanno avuto nulla dallo stato perché si sono "sistemati" autonomamente). E di quella maledetta notte in cui «c'erano in servizio solo 15 vigili del fuoco, perché la Protezione civile aveva dato l'ordine di rassicurare tutti». E di una ricostruzione mai cominciata a fronte di 20 new town che hanno alterato la struttura urbanistica aquilana spendendo 2800 euro al metro quadro. Parlano di un decreto che allarga il sistema delle emergenze alla materia «socio-economico-ambientale»: praticamente ogni cosa. Che alimenta ancora di più la «cabina di regia» affidata alla Protezione civile, «togliendo risorse, uomini, mezzi e competenze ai Vigili dei fuoco, che fanno il lavoro duro 24 ore su 24». Per essere in regola con le norme europee avrebbero bisogno di «11 mila assunzioni», dicono. Ma devono aspettare e mettersi in coda ai precari di Bertolaso.
19 febbraio 2010 - Il Centro
A Montecitorio sit-in dei comitati
La protesta contro la Protezione civile, contestato anche Ghedini
di MARINA MARINUCCI
ROMA - Prima l’abbraccio con i vigili del fuoco, poi l’umore della piazza - transennata e presidiata da decine di agenti di polizia - è repentinamente cambiato al passaggio di Niccolò Ghedini, parlamentare del Pdl e uno dei legali del premier Berlusconi. Al suo indirizzo sono piovuti fischi, slogan e insulti. «Armati» di striscioni e cartelli e al grido «3e32, io non ridevo», i manifestanti lo hanno seguito, passo passo, per un centinaio di metri fino all’ingresso di una libreria dove Ghedini si è infilato e da dove è uscito qualche minuto dopo «scortato» dalla polizia.
La contestazione a Ghedini è stato l’unico «fuori programma» del sit-in davanti a Montecitorio che ha visto insieme vari gruppi di manifestanti, dalle rappresentanze di base dei vigili del fuoco a un gruppo di napoletani, lì per rimarcare «la disastrosa gestione dei rifiuti». E poi una cinquantina di aquilani, mobilitati dal comitato «3e32». Tutti davanti alla Camera per sollecitare le dimissioni di Guido Bertolaso e per dire «no allo strapotere di una Protezione civile che si occupa dei più disparati grandi eventi. Cose che nulla hanno a che vedere con la prevenzione e le risposte alle calamità naturali del Paese». Un no, non solo alla Protezione civile Spa (per ora archiviata) ma al decreto 195 nella sua interezza.
Una giornata cominciata presto per il gruppo dell’Aquila. Sull’autobus la lettura dei giornali e qualche commento al vetriolo «sul rapporto perverso tra politica e imprenditoria». Battute amare «sul sistema gelatinoso che gestisce appalti di grandi eventi ed emergenze». E ancora, il dito puntato sulle «deboli reazioni delle amministrazioni locali». Il tutto «condito» dalle «Voci dal cratere», il cd realizzato dai gruppi rap dell’Aquila.
La prima tappa a Ponte Mammolo, poi in centro con la metropolitana. Quindi a piedi fino a Montecitorio. Qui dagli zaini sono spuntati fuori manifesti e striscioni. Davanti a tutti quello con su scritto: «L’Aquila con i vigili del fuoco», per testimoniare «la riconoscenza della città nei confronti di questi angeli». Per loro anche scatole piene di dolci tipici aquilani, offerti dai titolari del bar Nurzia. Il modo più dolce «per dire grazie a chi in questi mesi ha lavorato senza sosta, lontano dal teatrino mediatico allestito sul terremoto» ha commentato Maria Fioravanti. «Siamo qui per manifestare il nostro sdegno» hanno detto Fiorella Giannangeli, Alessandro Tettamanti, Mattia Lolli e Sara Vegni. «Qui, davanti a Montecitorio, per ribadire la necessità della trasparenza sugli appalti. Gli sciacalli che quella notte ridevano vanno tenuti lontani dalla ricostruzione della città».
In piazza, a portare solidarietà ai manifestanti, il deputato del Pd Giovanni Lolli e il gruppo dell’Italia dei Valori. Con Di Pietro (andato via subito) anche Orlando, Donadi e Di Stanislao. «Siamo qui senza clamore o bandiere» hanno detto «perché il silenzio è la prima forma di rispetto che dobbiamo a una città martoriata, derisa e sbeffeggiata da potenti e affaristi senza scrupoli». La protesta romana si è chiusa alla Sapienza, dove nel pomeriggio si è tenuta un’assemblea con diversi collettivi e comitati.
Intanto, attraverso il tam tam su Facebook, ha preso forma l’iniziativa «1000 chiavi per riaprire la città» in programma domenica all’Aquila. L’appuntamento è alle 11 ai Quattro Cantoni dove ognuno potrà depositare le proprie chiavi di «casa» alle transenne che separano il corso dalla zona Rossa. Un gesto simbolico per testimoniare la voglia di veder riaperto il centro storico.
19 febbraio 2010 - La Repubblica
Il No-Bertolaso Day
E i movimenti in piazza lo attaccano: "Si dimetta"
ROMA - Si sentono «cittadini traditi» da chi avrebbe dovuto proteggerli. E ieri hanno fatto centinaia di chilometri per partecipare al «NO Bertolaso day» davanti a Montecitorio. Per chiedere le sue dimissioni, per dire no alla protezione civile Spa «affinché l´emergenza non diventi una scusa per derogare dalle leggi e regalare appalti, fare affari e soprattutto malaffare». Partiti all´alba dalle case lesionate o provvisorie dell´Aquila «dove la ricostruzione in città non è mai iniziata» e da Chiaiano, «dove soffochiamo per il puzzo e i rifiuti pericolosi, persino radioattivi, della discarica. Perché l´emergenza monnezza non è finita, è stata solo nascosta per pubblicità». Alla manifestazione gente comune e tecnici come i vigili del fuoco che hanno sottolineato i rischi di un paese «dove si fa tutto in emergenza, poca prevenzione e ancor meno si investe: i mezzi dei pompieri all´Aquila erano degli anni ‘80». Accanto, i ricercatori dell´Istituto per la protezione e la ricerca ambientale e il «Comitato 3.32» dell´Aquila, l´ora del terremoto, l´ora in cui i palazzinari ridevano. Tutti a chiedere chiarezza e regole certe, raccogliendo la solidarietà da politici di passaggio come Di Pietro Idv e Paolo Ferrero di Rifondazione.
19 febbraio 2010 - Il Fatto
SUPER DIRIGENTI PAGATI DAI VIGILI DEL FUOCO
Una norma nascosta nel decreto sulla Protezione civile
di Chiara Paolin
Mentre il Palazzo discute il decreto della discordia, fuori si celebra il No Bertolaso Day. Precari della Croce Rossa e dei Vigili del fuoco, ricercatori scientifici appena scesi dai tetti dell'Ispra, comitati di cittadini de L'Aquila e della Campania, tutti a dire che la Protezione civile dei grandi eventi non è quella che piace a loro, perché si allontana dalle funzioni tradizionali, cioè prevenzione e gestione delle emergenze, per diventare un gigantesco e incontrollabile sistema di business. Tra denunce e malumori, dai manifestanti arrivano numeri e fatti concreti. Perché il decreto 195 nasconde sempre qualche sorpresina. Per esempio la norma che autorizza la Protezione civile ad avviare 'procedure straordinarie di reclutamento di personale a tempo indeter- minato riguardanti il personale già titolare di contratto a tempo determinato o di collaborazione coordinata e continuativa'. Nel frattempo si dispone pure 'l'assunzione di altro personale, anche a livello dirigenziale (a tempo determinato), fino al massimo di 150 unità'. Insomma, l'idea è di stabilizzare i precari della Protezione civile ma anche e soprattutto assumere nuovo personale dirigenziale. Chi siano i fortunati lo spiegano quelli della Funzione pubblica Cgil. La mappa dei circa 600 dipendenti del Dipartimento è piuttosto variegata. La metà del personale è stata assunta tradizionalmente, via concorso pubblico. Altri sono stati invece arruolati tramite ordinanza direttamente da Bertolaso: 100 come dipendenti, 80 come co.co.pro. Ma vanno aggiunte anche le 130 unità dirot tate sulla Protezione benché dipendenti da altri comparti della Pubblica amministrazione. Ebbene, i contratti in arrivo sono destinati a circa 240 funzionari di medio alto cabotaggio (i co.co.pro e i 130 esterni) ma soprattutto a una dozzina di prescelti trai 100 dipendenti già ordinati da Bertolaso che diventeranno così alti dirigenti da oltre 3.000 euro al mese. Con quali fondi però mettere a regime le truppe fidate? Facile, i soldi si prendono dal cosiddetto Decreto Abruzzo, ovvero il decreto legge del 30 dicembre 2009 convertito nella legge 77/2010 che prevedeva uno stanziamento di 4,8 milioni di euro a favore del Corpo dei Vigili del fuoco. E che invece finiranno dritti ai vertici della Protezione civile. "Siamo alla follia - dichiara Antonio Jiritano, rappresentante dei sindacati di base dei Vigili del fuoco - Con quei soldi potevamo finalmente assumere 200 colleghi. Certo soltanto una goccia rispetto ai 120 mila precari che su tutto il territorio nazionale vengono utilizzati con contratti volanti per tappare le varie emergenze. Ma almeno era qualcosa di concreto. Invece ci ritroviamo ancora altri dirigenti sulla testa e il solito buco di organico. Ci mancano almeno 15.000 unità per avvicinarci alla media europea". In realtà anche il Corpo dei Vigili del fuoco ha il suo trionfo di manager. Dal 2004 a oggi il personale prefettizio ha subìto un vero boom: i responsabili dei vari dipartimenti sono passati da due a 128, divisi tra otto Direzioni e un Ufficio centrale. Tutti dirigenti di fascia alta. "Lì è cominciato il dramma - spiega ancora Jiritano - Fino al 2001 noi Vigili eravamo gli unici responsabili per gli incendi e la Protezione civile. Poi invece, per poter gestire in libertà i grandi eventi, siamo stati sdoppiati. A noi è andata la difesa civile, cioè dovremmo intervenire in caso di attacco militare (non si sa bene con quali mezzi), mentre tutte le altre competenze sono state attribuite a Bertolaso. Però alla fine siamo sempre noi a fornire il lavoro operativo. Cioè quando ci sono i terremoti, le frane e gli allagamenti siamo sempre e solo noi a intervenire come soccorso tecnico urgente"
19 febbraio 2010 - Articolo 21
Dal "No Bertolaso day" la denuncia:
gestione dell'emergenza priva di controllo democratico
Il decreto sulla protezione civile torna nuovamente al Senato dopo l'approvazione alla Camera. La conversione in legge dovrà avvenire entro il 28 febbraio, pena la decadenza per termini. Niente più Spa, nessuno scudo per i commissari, e tolto anche l'art. inerente la Croce Rossa il cui controllo era stato sottoposto alla stessa Prociv. Insomma la bagarre di questi giorni sembra sia servita a qualcosa, ma per molti, questo qualcosa non è assolutamente sufficiente. A pensarla in questi termini sono le centinaia di persone appartenenti a sindacati, associazioni, comitati territoriali semplici cittadini e studenti che hanno dato vita alla giornata di protesta "No Bertolaso day". La protesta è stata quella dei vigili del fuoco in sit-in la mattina davanti Montecitorio, protesta per i loro diriritti e per la salvaguardia dei cittadini e del territorio, quella dei sindacati di base della pubblica amministrazione, dei lavoratori della ricerca, dei comitati cittadini, arrivati dall'Abruzzo e dalla Campania. Voci che si sono rincorse nel pomeriggio durante l'assemblea aperta tenutasi alla Sapienza e che hanno visto un'ampia partecipazione e un'aula gremita. Le testimonianze si sono alternate alle opinioni di esperti.
Tutti per dire che quanto fatto finora non è sufficiente, che la protezione civile ha perso di vista i suoi veri obiettivi, che ha rinuciato alla prevenzione per diventare una sorta di braccio armato, come non si stancano di dire i comitati aquilani. Un controllo serrato, maniacale, una gestione militaresca dei campi, volantinaggi e assemblee proibiti, e di fondo la frustrazione di chi si sente spiato nella propria dimensione più intima e privata... tanto da spingere qualcuno a parlare di "fascismo".
La rabbia e la denuncia: dal piano CASE, e lo snaturamento di una città che ha cessato di esistere, al dramma umano di chi ha perso un figlio sotto le macerie della casa dello studente, uno dei primi edifici a crollare, e si è visto consegnare una lettera a firma del Governo in cui gli si dice che non avrà diritto ad alcun tipo di rimborso: "... perchè suo figlio è morto per cause naturali..." Nonostante in quella casa ci fosse rimasto, "tranquillo", perchè così gli avevano detto i tecnici... "e lui si era fidato". Storie umane, storie di dolore e di battaglie civili. Come le storie dei comitati campani in lotta contro gli inceneritori, gli stessi che questo decreto ha, in qualche modo, blindato stabilendo inoltre la realizzazione del terzo nei comuni di Giuliano o Villa Literno.
Non è poi sfuggito alla discussione l'aspetto tecnico e più squisitamente giuridico. La sottolineatura più forte ha riguardato, come del resto era normale che fosse, lo "stato d'eccezione" che da troppo tempo a questa parte è stato concesso alla Prociv. Uno stato d'eccezione in cui tutto è concesso grazie al principio della deroga, e che consente di bypassare l'attività di controllo democratico: quella esercitata dal Parlamento, ma soprattutto quella esercitata dal popolo, che, in teoria, dovrebbe essere sovrano. E, a questo proposito c'è chi, come Giovanni Incorvati di Giuristi democratici Roma, fa notare in maniera breve ma puntuale: "Nessuno si è soffermato sull'articolo 7 che abroga l'articolo 18 della legge ististutiva della protezione civile del 1992... l'art 18 assicurava la più ampia partecipazione dei cittadini e delle associazioni di volontariato, l'art.7 stralcia la possilità di un controllo diretto da parte dei cittadini, il che significa che vien meno un ruolo importante e si pone un problema fondamentale: chi controllerà i controllori..?"
Svista o volontà ben precisa? Provate a chiederlo agli aquilani.
19 febbraio 2010 - Pisa Notizie
Monticchio: interrogazione dei parlamentari pisani sul campo dei Vigili del fuoco costruito su una discarica di rifiuti tossici
Dopo la denuncia dei Vigili del Fuoco della Rdb, la questione arriva in parlamento. Nel corso dei mesi nel campo sono transitati oltre 1000 lavoratori di cui 300 provenienti dal Comando di Pisa. L'assessore alla Protezione Civile Ghezzi afferma: "Opportuna l'interrogazione parlamentare, mi impegnerò a capire, insieme al comando dei Vigili del Fuoco di Pisa, le attuali condizioni operative"
di Cinzia Colosimo
Pisa - Doveva essere un campo innovativo e sperimentale: "Dotato di tecnologie moderne e di una progettazione in grado di adattarsi al territorio". Così l'aveva definito il direttore regionale abruzzese dei Vigili del Fuoco, Giuseppe Romano, all'inaugurazione del campo base di Monticchio 'Isola Fortis'. Si trova nella frazione di Monticchio appunto, a ridosso dell'ex stabilimento dell'Agriformula, un'azienda che produceva diserbanti e pesticidi. Conta sei isole abitative ed e' in grado di ospitare 96 persone. E' stato aperto in un primo momento come area per le tende, e dopo lunghi mesi di caldo e freddo, a novembre è stato dotato di container e una maggiore logistica. Vi sono transitati oltre 1000 vigili del fuoco, immersi da subito nel dopo terremoto che ha sconvolto l'Abruzzo, tra di loro anche 270 dei 300 Vigili del Fuoco del distaccamento di Pisa. All'inizio c'erano molte voci, poi sono scattate le indagini, perchè la storia di quel luogo era nota a tutti: chi c'era stato prima non aveva certo lasciato il terreno pulito. Sotto quel suolo sono rimasti molti rifiuti speciali, "visibili a occhio nudo", fustoni mezzi sotterrati rilevati dagli stessi VVF, che ne hanno dato poi denuncia tramite la Rdb. E la Protezione Civile, che ha assegnato l'area ai Vigili del Fuoco, ne era a conoscenza? Ad oggi si sa solo che la conferenza dei servizi indetta dal Comune di Monticchio ha fatto partire l'iter per la verifica dello stato ambientale, e successivamente, la bonifica, ma i tempi sono lunghi. Mercoledì è partita un'interrogazione parlamentare, prima firmataria l'On. Danella Mattesini (Pd), che oltre a chiedere chiarimeni, mette nettamente in discussione l'ipotesi della permanenza sul sito da parte dei Vigili del Fuoco. Il testo, firmato anche dai deputati pisani del Pd Gatti, Fontanelli e Realacci, comincia proprio con il constatare la qualità di 'Isola Fortif': "Supera il concetto delle altre emergenze ed è considerato un campo strategico e sperimentale, destinato quindi a durare nel tempo e capace di ospitare in modo del tutto autonomo fino a 200 vigili, tale campo è destinato ai vigili del fuoco della Toscana, Umbria e Friuli Venezia Giulia." "L'area in cui è situato il campo - prosegue l'interrogazione - risulta essere area inquinata e vi è stata riscontrata la presenza di alcuni composti chimici pericolosi tra cui tetraconazolo, carbaril, frammisti ad arsenico, stagno e zinco. Risulta che già prima del terremoto del 6 aprile 2009, il NIPAF (Nucleo Investigativo Provinciale del Corpo forestale dello Stato) stava portando avanti dei rilevamenti atti ad accertare il grado di pericolosità di quei luoghi, sembra infatti risultare che sul sito dell'ex Agriformula, vi siano interramenti di rifiuti tossici così come accertato dalla polizia giudiziaria." Nonostante i VVF abbiano ricevuto comunicazione sull'inizio delle verifiche, "ancora oggi vivono in quel campo e non ci sono ipotesi di spostamento". Nel testo si chiede infine "se la localizzazione del campo dei vigili del fuoco in tale zona abbia tenuto conto della pericolosità di quell'area, e dell'esposizione degli stessi vigili del fuoco a rischi pesanti per la loro salute; se siano previste analisi cliniche per verificare eventuali danni alla salute per coloro che vi hanno soggiornato, quanto sia costata l'installazione di quel campo e quali iniziative intenda assumere il Governo ed in che tempi per assicurare lo spostamento del campo". A Pisa c'è ancora poca chiarezza sulla questione. Abbiamo interpellato l'assessore alla Protezione Civile Paolo Ghezzi: "Come prima generale considerazione, posso dire che non sempre c'è una diretta correlazione fra lo stazionamento su un sito inquinato e le conseguenze dal punto di vista sanitario. Mi sento, per lo meno, di auspicarlo. Secondo, una volta accertato che la situazione era nota, e se chi ha preso la decisione di far insediare lì il campo era a conoscenza della situazione, certamente ha compiuto un atto improprio." "Occorre mantenere un atteggiamento corretto verso gli operatori che sono rimasti lì a lungo e hanno operato per un bene comune - continua Ghezzi, che comunque conferma: "E' la Protezione Civile nazionale a stabilire le assegnazioni dei luoghi." "Ad una prima sommaria valutazione considero opportuna l'interrogazione parlamentare, e mi impegnerò a capire, insieme al comando dei Vigili del Fuoco di Pisa, le attuali condizioni operative e i tempi di permanenza per stabilire il da farsi."
18 febbraio 2010 - Apcom
Protezione civile/ Presidio movimenti: Bertolaso si dimetta
Rdb vigili fuoco: Sottratti 4 milioni di euro. A Montecitorio, in piazza anche Di Pietro, Ferrero e Cento
(APCOM) Vigili del fuoco dell'Rdb ricercatori, dell'Ispra (Istituto per la protezione e la ricerca ambientale), il comitato 3.32 dell'Aquila, ma anche una delegazione dei movimenti contro la discarica di Chiaiano e il termovalorizzatore di Acerra e un camper del popolo viola: c'è tutto il mondo dei movimenti che hanno avuto a che fare qualcosa con la Protezione civile al presidio in corso da questa mattina di fronte Montecitorio, dal titolo "no Bertolaso day". Sono proprio le dimissioni di Bertolaso la richiesta che accomuna il variegato gruppo. Una sfilata di politici ha attraversato l'iniziativa: si sono fatti vedere, aderendo alla richiesta di dimissioni per Bertolaso il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro e il suo collega di partito, Massimo Donadi, il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero e Paolo Cento di Sinistra ecologia e libertà. Ha fatto capolino al presidio per qualche minuto anche Leoluca Orlando, presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori sanitari della Camera.
Spiega Vladimiro Alpa dell'Rdb-cub dei vigili del fuoco, che ha convocato il 'no Bertolaso day' - deve coordinare pompieri, croce rossa, esercito e tecnici delle aziende dei servizi essenziali quando si verificano calamità naturali. Non gestire risorse per risanare le casse di alcuni imprenditori. questo è inaccettabile". "Il decreto Abruzzo - prosegue Alpa - aveva stanziato per i vigili del fuoco circa 8 milioni e mezzo di euro destinati a nuovi mezzi e a coprire straordinari e indennità per le missioni delle zone colpite dal terremoto. Invece finora - sottolinea - abbiamo visto solo poco più di 4 milioni di euro e ci stanno facendo capire che il resto andrà in assunzioni ai livelli dirigenziali nella Protezione civile. Noi siamo andati in Abruzzo con mezzi in alcuni casi immatricolati nel 1980. Serve un intervento". "L'urgenza legata ai grandi eventi non può diventare emergenza e deroga a tutte le regole", dice Michela, una ricercatrice dell'Ispra. "Il rischio - spiega - è che in questo modo si aggirino i vincoli ambientali e si aggravi il rischio idrogeologico di alcune aree". "Siamo qui per dire - afferma Aida del comitato 3.32 che dalla Protezione civile ci aspettiamo qualcosa di più che la distribuzione di appalti". Una quarantina di militanti del comitato, spiega, sono partiti stamattina presto dal capoluogo abruzzese in autobus per essere presenti al 'no Bertolaso day'. "Dietro alla creazione di Protezione civile servizi spa - si legge sul numero di febbraio de 'Il cratere' il foglio periodico dei movimenti dell'Aquila, in distribuzione al presidio - c'è molto più di una trovata per fare in fretta e meglio in caso di emergenza. C'è un'idea di come si possa gestire il potere in Italia". Il problema, prosegue il testo, è quel "sistema gelatinoso che gestisce appalti e subappalti" e che hanno già prodotto delle "evidenze all'Aquila: una città che noh riparte, 19 new town senza servizi, un centro storico distrutto e abbandonato, la disoccupazione e un enorme operazione di vergognosa 'ricostruzione mediatica'". "Siamo qui - racconta invece la signora Lucia, una donna sulla sessantina che regge un enorme cartellone con la scritta 'no alla discarica di Chiaiano' - per lottare per i nostri diritti. A Chiaiano stanno scaricando anche i rifiuti speciali provenienti dagli ospedali. La gente non respira più, molte persone non riescono ad andare più a lavorare. I camion ci passano sotto casa la notte lasciando un'aria impossibile". Al presidio prende parte anche un gruppetto del popolo viola, che ha organizzato per il 27 febbraio una manifestazione in piazza del Popolo contro il legittimo impedimento. "Siamo qui dal 4 febbraio - racconta Maria, una militante, mostrando il camper che ospita gli attivisti - e ci resteremo fino al 28 sotto la pioggia, la neve e qualsiasi condizione meteorologica. Oggi aderiamo volentieri al 'no Bertolaso day', che è perfettamente coerente con la nostra battaglia contro il legittimo impedimento". "Bisogna ripartire dalla funzione essenziale della Protezione civile", ha detto Ferrero visitando il presidio. "Il nostro partito aderisce a questa protesta e sostiene la necessità di rimettere al centro del sistema i vigili del fuoco. Il problema non è solo la creazione, per fortuna evitata, della Spa, ma anche la missione complessiva della Protezione civile che si deve occupare delle vere emergenze e non dei grandi eventi". Sulla stessa lunghezza d'onda Cento: "Anche senza la Spa il nuovo provvedimento -sottolinea - è l'emblema del degrado politico istituzionale del paese. Dobbiamo avere una struttura che si occupi delle calamità naturali e non dei grandi eventi. Non solo Bertolaso si deve dimettere - aggiunge - ma occorre a questo punto azzerare tutti i vertici della Protezione civile". "Noi abbiamo formalizzato - fa sapere per parte sua Donadi - noi abbiamo formalizzato la richiesta di dimissioni di Bertolaso. Chiediamo - aggiunge - un'assunzione di responsabilità politica, questo governo ha trasformato la Protezione civile in una macchina di gestione di appalti e affari fuori controllo".
18 febbraio 2010 - Radio Città Aperta
'Più prevenzione, meno speculazione, Bertolaso vattene!'
In piazza sindacati di base e comitati
di Mila Pernice
Si è svolta, come previsto da tempo, la giornata di mobilitazione che, sotto l’appello al "No Bertolaso Day", ha riunito davanti a Palazzo Chigi i diversi comparti dell’RdB Pubblico Impiego con i comitati di lotta in difesa dei loro territori provenienti dalla Campania e dall’Abruzzo. Pur di fronte allo stralcio, che si teme come non definitivo, della norma che all’interno del Decreto 195 prevedeva la privatizzazione della Protezione Civile in Spa, l’iniziativa di protesta di oggi è stata confermata per ribadire che l’operato della Protezione Civile non corrisponde alle esigenze di un paese che, di fronte ad una situazione emergenziale dal punto di vista idrogeologico, come stiamo vedendo nella Calabria che sta franando, chiede prevenzione. Prevenzione bypassata da una gestione dei cosiddetti "grandi eventi" che porta con sé la speculazione sulle emergenze da parte delle cricche degli affaristi che fanno profitti sugli appalti pubblici. Si protestava oggi contro un sistema non trasparente di gestione delle risorse pubbliche, e contro la decisione di mantenere inalterata la dirigenza di vertice della Protezione Civile nonostante le pendenze giudiziarie; si chiedevano proprio le dimissioni di Bertolaso, si chiedeva che la Protezione Civile tornasse a occuparsi di previsione e prevenzione delle calamità naturali, si chiedeva la fine della militarizzazione dei territori.
In piazza erano presenti, oltre ai Vigili del Fuoco, in prima linea da tempo su questa battaglia, i ricercatori protagonisti della vertenza Ispra, che per 59 giorni hanno presidiato il tetto di Via Casalotti a Roma: "c’è un problema di politiche su tutto ciò che è pubblico – ha detto Cristiano Fiorentini dell’Usi-Rdb Ricerca ai microfoni di radio Città Aperta – è chiaro che questo decreto, anche se è stata stralciata la privatizzazione della Protezione Civile, non sposta di un millimetro il progetto di questo governo, lo abbiamo visto con l’istituzione della Difesa Servizi Spa, lo vediamo con la presenza della Sogesid all’interno del Ministero dell’Ambiente. Il fatto di delegare a società private funzioni fondamentali che svolgono gli enti pubblici rappresenta un progetto chiaro di questo governo: a partire dalla vertenza Ispra, con la quale siamo riusciti a bloccare il progetto di smantellamento a favore della Sogesid, non possiamo accettare neanche la questione del commissariamento, all’interno del Ministero dell’Ambiente, di alcune funzioni fondamentali. Oggi, a partire dalla questione della Protezione Civile – continua Fiorentini - stiamo mettendo in discussione questo processo di privatizzazione strisciante o meno strisciante che questo governo, in continuità con i precedenti, sta portando avanti su questioni che non possono non provocare il sollevamento della popolazione, perché parliamo di questioni che sono centrali. Alcuni enti di ricerca, come l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e l’Ispra, hanno svolto fino a adesso e svolgono tuttora una funzione di prevenzione che a nostro avviso è fondamentale. La decretazione d’urgenza, dando a tutte le questioni un carattere di emergenzialità, sicuramente crea il rischio che tutto questo patrimonio di prevenzione venga poi buttato a mare, perché con l’emergenza si conferiscono poteri a commissari che lasciano fuori un percorso che parte dalla prevenzione e poi arriva all’intervento sull’emergenza; se tutto diventa emergenza viene raso al suolo tutto il precedente percorso di previsione e prevenzione. Purtroppo gli eventi catastrofici di quest’ultimo periodo stanno avvalorando una cosa che diciamo da sempre: la ricerca pubblica ha un ruolo fondamentale per la collettività, un ruolo messo a rischio dalle politiche in atto ormai da anni di tagli agli enti di ricerca, di precarizzazione dei lavoratori e di licenziamenti, politiche che mettono in discussione il ruolo della ricerca pubblica", conclude Cristiano Fiorentini dell’Usi-RdB Ricerca.
Anche il Comitato aquilano 3,32 è tornato a far sentire la sua voce di fronte a Palazzo Chigi: "scopriamo dalle intercettazioni che sciacalli e imprenditori che hanno riso la sera del terremoto, e hanno rapporti con la malavita, hanno lavorato effettivamente all’Aquila – ha detto Mattia - questo è ulteriormente preoccupante; da maggio continuiamo a chiedere il 100% di trasparenza alla Protezione Civile sugli appalti, sui subappalti, sulle spese che sono state effettuate all’Aquila, e ci è stata sempre negata, come è stata negata la partecipazione alla ricostruzione, e questa è un’altra cosa intollerabile, per una totale passivizzazione dei cittadini anche attraverso la repressione di libertà fondamentali: ci hanno vietato di fare assemblee all’interno delle tendopoli, ci hanno vietato di distribuire volantini, e questo è successo non con la Protezione Civile Spa, ma è successo con questa Protezione Civile. Crediamo sia fondamentale – ha detto ancora Mattia - continuare a dare battaglia per un’altra Protezione Civile che si occupi della messa in sicurezza del territorio, della prevenzione, non di vetrine e di speculazione sui grandi eventi. Se all’Aquila si fosse fatta prevenzione e non si fosse chiusa la Commissione Grandi Rischi di marzo, se non ci fossero stati solo 15 Vigili del Fuoco in servizio, le cose sarebbero andate in maniera diversa. Per questo oggi ci riuniamo alla Sapienza per discutere di questi argomenti con altre realtà che come noi conoscono questi fenomeni, a partire dai Vigili del Fuoco o dai Comitati di Chiaiano, perché crediamo sia fondamentale aprire un dibattito su questo tema in tutta Italia, un tema che riguarda la democrazia, e quindi tutti noi". E’ ancora gravissima la situazione in Abruzzo, dove, dice Mattia, "ci sono 16.000 persone attualmente senza lavoro, in cassa integrazione o in mobilità, e dove sono ancora 30.000 gli aquilani in autonome sistemazioni, che hanno dovuto cavarsela da soli con contributi irrisori di 100 o 200 Euro. La situazione all’Aquila è ben lontana dal miracolo che è stato descritto: il centro storico è ancora abbandonato, non sono state rimosse nemmeno le macerie, pochi giorni fa l’esasperazione ci ha spinto a forzare il blocco del centro storico perché era intollerabile vedere, ad esempio durante il G8, le first lady che potevano entrare a fare le passerelle mentre per noi resta quotidianamente chiuso. Chiediamo dunque maggiore trasparenza e un’assunzione di responsabilità perché sia fatta luce innanzitutto su quello che è successo all’Aquila per quanto riguarda la gestione dell’emergenza, perché è giusto che i cittadini sappiano e abbiano il diritto di partecipare ai processi di ricostruzione. Il fatto di aver mandato metà della popolazione aquilana sulla costa, negli alberghi, ha allontanato i cittadini da un’idea comune di città, poiché la cittadinanza è stata posta ai margini dei processi di ricostruzione; è attraverso il contributo attivo di tutti i cittadini che la nostra città potrà rinascere. Così come occorre anche la ricostruzione sociale: il tessuto sociale è stato completamente disgregato con la costruzione di 19 "New Town", che hanno escluso la ricostruzione delle nostre case".
Molto espliciti gli striscioni dei comitati aquilani: "più prevenzione – speculazione", "emergenza = soppresso il diritto all’autodeterminazione", "6 aprile: io alle 3,32 non ridevo", "Bertolà non te fa revedé in Abruzzo", "l’Aquila è con i Vigili del Fuoco". "I Vigili del Fuoco sono stati i primi ad esserci vicini nei momenti più terribili – ha detto Mattia - non ci hanno mai abbandonato, eppure sono sottopagati, non hanno visto pagati gli straordinari, sono privi di risorse, privi di mezzi.. è inaccettabile pensare che un membro della Protezione Civile prende un buono pasto di 35 Euro mentre quello di un Vigile del Fuoco è di soli 5 euro. Se loro sono qui in piazza a combattere contro il sistema ingiusto e verticistico di organizzazione della Protezione Civile, crediamo che sia nostro dovere essere al loro fianco come loro sono stati al nostro fianco. Questo è un tema – conclude l’esponente del Comitato aquilano 3,32 - che riguarda tutto il paese, perché quando genericamente si parla di emergenza ambientale, economica, sociale, tutto può diventare un’emergenza, come è stato dimostrato dalla gestione dei grandi appalti del G8, o in occasione dell’anniversario dell’Unità d’Italia. Proprio perché vogliamo che la Protezione Civile si occupi della messa in sicurezza del territorio e della prevenzione, crediamo che l’istituzione a cui dobbiamo essere più vicini e con cui relazionarci è proprio quella dei Vigili del Fuoco".
Proprio nell’ottica dell’unificazione delle lotte portate oggi in piazza a Roma, la giornata di mobilitazione è proseguita all’interno dell’Università La Sapienza con l’assemblea indetta dalla Rete Osservatorio Civile, che riunisce comitati territoriali e movimenti (Presidio Permamente contro la discarica di Chiamano, Rete aquilana 3,32, No Ponte, No Tav), sindacati (RdB, CGIL), e alcuni esponenti di partiti politici (PD, IdV, Verdi, PdCI, Prc).
18 febbraio 2010 - Il Megafono quotidiano
Salta la Protezione Spa: «Una nostra vittoria»
I comitati aquilani, quelli di Chiaiano, i Vigili del Fuoco, rappresentanti delle varie vertenze territoriali e studenti universitari. Si è svolta la prima assemblea nazionale a Roma per rivendicare un'altro modello di protezione del territorio e lanciare una nuova mobilitazione: il 20 marzo manifestazione nazionale
«Non è una grande consolazione, ma l’avevamo detto. Lo stralcio dal decreto del progetto "Protezione civile SPA" è una piccola ma importante vittoria». Sara della rete "Osservatorio civile" dell’Aquila introduce così l’assemblea pomeridiana del "No Bertolaso Day", lanciando subito un ponte di solidarietà attiva con la popolazione resistente della Val Di Susa . La sala di Scienze Politiche dell’università "la Sapienza" è piena. Oltre 200 attivisti dei comitati dell’Aquila, di Chiaiano, di una parte delle vertenze ambientali disseminate per il territorio italiano che si sono mescolate agli studenti e alle studentesse universitarie. «Perché le piccole vittorie servono per rilanciare, per prendere coraggio, per rompere un blocco di potere che ha fatto delle "emergenze" la normalità per speculare e accumulare profitti aggirando divieti e normative». Antonio di Chiaiano sa quanto i movimenti reali abbiano bisogno di vittorie. Un grande striscione chiarisce e sintetizza la rabbia di molti interventi "monnezza, appalti e ricostruzione, un mondo di corruzione". Vertenze e storie diverse, lo stesso problema, lo stesso avversario, la stessa voglia di alternativa . Lo sottolinea Manuele Bonaccorsi (autore de "Il Potere Assoluto", il libro di Edizioni Alegre che sta diventando un punto di riferimento per molti attivisti del movimento): «Costruire opere inutili e dannose, contrapporre l’apertura delle discariche e degli inceneritori alla spazzatura per strada senza alternative, distruggere il territorio, il rilancio del nucleare fanno parte di un unico grande progetto, devastare l’Italia per fare profitti. Il regista è Bertolaso, il mandante è Silvio Berlusconi, il metodo è l’emergenza permanente». L’assemblea è ricca, lunga, piena di esperienze reali che raccontano concretamente cosa significhi il modello della "Shock economy"e della protezione civile modello "Potere assoluto". Lo "urla" a "voce bassa" Sergio Bianchi, che ha perso un figlio di 22 anni sotto le macerie. «La Protezione civile ha detto a mio figlio di stare a casa, che non c’era pericolo, ora non c’è più. A voi sembra normale morire così? La sera del terremoto i vigili del fuoco in servizio erano 18. Questa sono le capacità di Guido Bertolaso». Una testimonianza dura, come quella dei vigili del fuoco delle Rdb, che ricordano i milioni di euro tagliati alla loro attività e regalati per le assunzioni senza concorso della Protezione civile. Interviene anche Giovanni Ciaccio, il sindacalista che ha denunciato dall’interno molte verità scomode, ricevendo come ringraziamento l’avvio di un procedimento disciplinare. Mattia del 3 e 32 denuncia i 2700 euro a metro quadro pagati per il progetto C.a.s.e., «quello che costerebbe costruire una villa di lusso a prezzo di mercato». Stefano di Epicentro solidale e di Sinistra critica ricorda che «10mila aquilani sono ancora negli alberghi, migliaia se ne sono andati, altri hanno trovato soluzioni di fortuna, il centro storico dell’Aquila è ancora fermo alle 3 e 32 di quella maledetta sera. Questa è l’efficienza della Protezione civile». Tante storie, impossibile da riassumere. «Rivediamoci presto» conclude Sara, «proviamo a costruire un largo movimento che parli di un’altra Protezione civile, per una politica ambientale e di messa in sicurezza del territorio». Prossima tappa di mobilitazione il 20 marzo a Roma.
18 febbraio 2010 - Corriere.it
A MONTECITORIO
No Bertolaso day, in piazza chiedono le dimissioni
C’è tutto il mondo dei movimenti che hanno avuto a che fare qualcosa con la Protezione civile, oltre a politici
ROMA - Vigili del fuoco dell’Rdb ricercatori, dell’Ispra (Istituto per la protezione e la ricerca ambientale), il comitato 3.32 dell’Aquila, ma anche una delegazione dei movimenti contro la discarica di Chiaiano e il termovalorizzatore di Acerra e un camper del popolo viola: c’è tutto il mondo dei movimenti che hanno avuto a che fare qualcosa con la Protezione civile al presidio in corso da giovedì mattina di fronte Montecitorio, dal titolo "no Bertolaso day".
ANCHE I POLITICI - Sono proprio le dimissioni di Bertolaso la richiesta che accomuna il variegato gruppo. Una sfilata di politici ha attraversato l’iniziativa: si sono fatti vedere, aderendo alla richiesta di dimissioni per Bertolaso il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro e il suo collega di partito, Massimo Donadi, il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero e Paolo Cento di Sinistra ecologia e libertà. Ha fatto capolino al presidio per qualche minuto anche Leoluca Orlando, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari della Camera.
18 febbraio 2010 - New Notizie
No Bertolaso Day: Ghedini e Italia dei Valori contestati
di Mattia Nesti
Niccolò Ghedini, parlamentare PdL nonché ormai notissimo avvocato di Silvio Berlusconi, è stato contestato oggi mentre stava cercando di entrare a Montecitorio, dovendo così ripiegare in una vicina libreria per "fuggire" dalle urla dei manifestanti. In Piazza Colonna, infatti, era in corso il "No Bertolaso Day", come è stato ribattezzato dalla rete, indetto a inizio gennaio da diversi movimenti, associazioni e partiti per chiedere il ritiro totale del disegno di legge sulla privatizzazione della Protezione Civile, sventata in parte dagli avvenimenti degli ultimi giorni, lo scandalo legato alle indagini della Procura di Firenze e la gestione della ricostruzione dell’Aquila. Erano presenti il Comitato aquilano 3 e 32, il presidio permanente del Popolo Viola di Roma, le Brigate di Solidarietà Attiva, i vigili del fuoco della Rdb, la rete No Ponte, i movimenti di Chiaiano, la Federazione della Sinistra, con la presenza in piazza del portavoce Paolo Ferrero (Prc). Nel pomeriggio si è tenuta alla Sapienza un’assemblea riguardante proprio la Protezione Civile e il futuro delle grandi opere del nostro Paese. Su "Repubblica" si può vedere il video dell’assedio a Ghedini che, arrivato nei pressi del Palazzo, viene riconosciuto da una terremotata aquilana che gli urla "maiali, siete una banda di maiali, a casa". I manifestanti si concentrano subito fuori dalla libreria in cui si rifugia Ghedini. "Servi dei servi dei servi", "ladri", "legittimo un c….", "3 e 32 io non ridevo", "rispettiamo solo i pompieri", "processo, processo, processo" fra gli slogan intonati. I vigili del fuoco presenti in piazza hanno poi raccontato le ore della notte del terremoto, denunciando la mancanza di un preallarme, legato alle scosse dei giorni precedenti, e l’arretratezza dei mezzi di comunicazione interni che "nell’era di internet e dei palmari avvengono ancora via fax". I terremotati hanno denunciato la mancanza di trasparenza nel percorso di ricostruzione della città, da cui i cittadini sono stati completamente esclusi, insieme agli enti locali, lasciando tutte le decisioni nelle mani dei massimi vertici della Protezione Civile. I manifestanti presenti hanno poi contestato un parlamentare dell’Italia dei Valori sceso da Montecitorio, contro la scelta di appoggiare De Luca, definito "un incenetorista" che vuole "prendere a calci gli immigrati" e governare "contro i cittadini della Campania". "Dobbiamo – ha urlato un uomo di Chiaiano all’esponente dell’IdV – morire di camorra o di inceneritori?"
18 febbraio 2010 - L'Unità
Dovrebbero essere l’asse portante della Protezione civile e lavorano con grande professionalità, ma sono sotto organico e hanno pochi mezzi
Roma - Giuseppe Romano l’avevamo incontrato a Viareggio, dopo la strage causata dal treno che trasportava Gpl. Ora è a l’Aquila, come direttore regionale dell’Abruzzo ha coordinato la messa in sicurezza degli edifici pubblici e privati. «Puntellare per rallentare il degrado degli immobili», spiega lui «perché poi i puntellamenti devono essere gestiti». Tecniche innovative elaborate in collaborazione con l’università di Udine che utilizzano fasce in materiale sintetico, funi d’acciaio, in aggiunta ai tradizionali puntelli di legno. Un lavoro in cui è stato utilizzato il nucleo dei Saf: pompieri che si calano con funi dall’alto per non rischiare di essere travolti dall’edificio pericolante. Le resine e il carbonio per le coperture delle Anime Sante, di San Bernardino, di Collemaggio. Un lavoro, racconta Michelangelo D’Ambrogio della Cgil, a cui guardano con ammirazione le imprese anche straniere. La faccia buona, pulita (una delle facce buone) della Protezione civile della prima e (nel caso de l’Aquila) della seconda emergenza terremoto: sono stati fino a 2700, provenienti da tutta Italia a l’Aquila. E ci sono ancora, in 300, a turno, per «evitare discontinuità di gestione e lavorare con gli enti locali, ora che c’è stato il passaggio di consegne al presidente della Regione Chiodi». Specialisti del soccorso, tecnici, che non hanno disdegnato il lavoro umile degli sportelli sul territorio, «abbiamo accompagnato gli aquilani fra le macerie per le più diverse necessità, dal mangiare per il gattino al trasloco». E che però vivono con disagio la propria condizione. A cominciare dai numeri: in Germania sono 150.000 i professionisti e un milione e mezzo i vigili del fuoco volontari, racconta Giuseppe Romano. In Italia, invece, ci sono 25.000 VVFF e 8000 volontari. E c’è il problema dei discontinui, racconta D’Ambrogio: «Quattromila vigili del fuoco a tutti gli effetti, già formati, ma con contratto a termine». E, aggiunge, Antonio Jiritano (Rdb)«Senza mezzi e risorse, con 1302 euro al mese». Non è per buttare tutto in rivendicazione economica, spiega Jiritano, ma «l’inserimento dei grandi eventi nella Protezione civile ha emarginato i vigili del fuoco. Ci consideravamo il braccio operativo dei cittadini, ci ritroviamo militarizzati e con la barba corta». La finanziaria 2010 li ha penalizzati, le assunzioni sono state fatte nella struttura di coordinamento della Protezione civile, non nei vigili del fuoco. A l’Aquila si è respirata un’atmosfera totalitaria. E burocratizzata. «I vigili del fuoco - dice Michelangelo D’Ambrogio - dovrebbero essere, per legge, la struttura portante della Protezione civile». Invece: «Non solo non siamo nella struttura di vertice ma per ogni nostro comandante c’è un prefetto a dirigere. Avevamo un contratto privatistico ora siamo di nuovo sotto contratto pubblico». I grandi eventi hanno snaturato la protezione civile, non solo nei mezzi ma anche nelle finalità: «Non si fa più prevenzione», sostiene Jiritano. E lo si vede dai bilanci, dicono alla Cgil: «nel bilancio 2009 la quota per la prevenzione è di 75 milioni su un bilancio di 2 miliardi. Per avere una pietra di paragone: la sola flotta aerea costa 100 milioni».
18 febbraio 2010 - L'Espresso.it
'No Bertolaso Day', in piazza contro il decreto 'Protezione Civile Spa'
Il sindacato Rdb, i lavoratori della Croce Rossa e altre associazioni e rappresentanti sindacali scendono in piazza davanti a Montecitorio, a Roma, per il 'No Bertolaso Day'. Una giornata di protesta contro il decreto 195 in discussione in Parlamento
Un 'No Bertolaso Day', con presidio in mattinata davanti a Montecitorio (alle ore 10.30) e poi, nel pomeriggio, un'assemblea alla Sapienza (ore 15.30, facoltà di Scienze Politiche). Così il sindacato Rdb (rappresentanze di Base del Pubblico Impiego) intende protestare "contro la Protezione Civile Spa", portando in piazza i lavoratori della Croce Rossa Italiana e i precari della la ricerca pubblica, in particolare la ricerca ambientale, contro il decreto 195 in discussione al Parlamento, per il quale il governo è pronto a chiedere la fiducia.
"Nel testo in discussione al Parlamento si prevede che la Croce Rossa venga sottoposta alla vigilanza del Dipartimento di protezione civile" spiega Massimiliano Gesmini del Coordinamento nazionale RdB-Cri. "E' un aspetto che ci preoccupa fortemente perchè rappresenta un primo passo verso la privatizzazione dei servizi essenziali svolti da Cri, come l'emergenza, il primo soccorso, la cura dei disabili, con gli inevitabili riflessi negativi che si avrebbero sul lavoro e sul servizio". Rdb protesterà anche perchè il decreto non contempla, come invece accadrà per il personale precario di protezione civile, la stabilizzazione dei quasi duemila precari di Cri".
Davanti a Montecitorio anche i delegati degli enti di ricerca ambientale Ingv e Ispra, inclusa una delegazione dei lavoratori che per 59 giorni hanno occupato il tetto dello stabile di via Casalotti, a Roma. La motivazione del sindacato nazionale USI/Rdb Ricerca è che la decretazione d'urgenza scavalca "la competenza degli esperti" in tema di problemi ambientali; i ricercatori riuniti davanti a Montecitorio ci tengono a sottolineare come sia "paradossale" che nonostante le denunce degli enti di ricerca sul dissesto e le frane "si spendano poi i soldi nel ponte di Messina o nei grandi eventi".
Alla protesta hanno aderito con una lettera anche 60 parlamentari del Pd, che si aggiungono alla lunga lista di sottoscrizioni: il responsabile ambiente della Cgil Claudio Falasca, Carlo Podda e Antonio Crispi della Fp Cgil, la Fp Cgil presidenza del Consiglio dei Ministri, le organizzazioni sindacali dei vigili del fuoco, rappresentati dei partiti della sinistra (Prc, Verdi, Pdci, SeL), il portavoce dell'Idv Leoluca Orlando, le associazioni dei terremotati aquilani, il Presidio permanente contro la discarica di Chiaiano, la Rete No Ponte di Reggio Calabria, i rappresentati dei No Tav e gruppi di volontari e realtà locali della Protezione civile.
18 febbraio 2010 - Articolo 21
Una giornata per chiedere che la protezione civile torni al suo compito originario
Nonostante lo stralcio della norma che istituisce la protezione civile Spa, e il dietro front del Governo in rapporto alla fiducia, oggi è confermata la giornata di mobilitazione convocata dai sindacati, dalle associazioni e dai comitati che hanno aderito all’appello lanciato dalla rete Osservatorio Civile tramite il sito www.osservatoriocivile.org. Due le richieste fondamentali: le dimissioni di Bertolaso e una diversa Protezione Civile... che torni al suo compito originario: previsione e prevenzione delle calamità naturali.
Il comunicato dell'Osservatorio civile:
"Alle iniziative sono attesi i pullman dei comitati di cittadini campani e abruzzesi, in partenza da Napoli e da L’Aquila. Dopo il presidio di questa mattina davanti al Parlamento, indetto dalla RdB Pubblico Impiego, che ha visto la presenza dei settori RdB Vigili del Fuoco, Presidenza del Consiglio, Ambiente, Croce Rossa, Ricerca, con una delegazione dei ricercatori ambientali ISPRA che per 59 giorni hanno occupato il tetto dell’istituto.
Nel pomeriggio, dalle 15.30, presso la facoltà di Scienze Politiche dell’università la Sapienza, l’assemblea pubblica indetta dai comitati dei cittadini campani e abruzzesi, dai vigili del fuoco RdB, dalla Cgil, dai partiti dell’opposizione, da associazioni e volontari di protezione civile, dove è prevista la partecipazione di Paola Agnello Modica, Segretaria confederale della Cgil, Antonio Jiritano, RdB Direzione nazionale Vigili del fuoco, Giovanni Lolli, Pd, Leoluca Orlando, IdV, del costituzionalista Gaetano Azzariti e dell’urbanista Vezio De Lucia."
"La giornata di mobilitazione chiede le dimissioni di Bertolaso e una diversa Protezione Civile, che abbandoni la gestione di grandi eventi e grandi opere, sotto cui si nasconde il rapporto perverso tra politica e imprenditoria e la militarizzazione del territorio, per tornare al suo compito originario: previsione e prevenzione delle calamità naturali.
La annunciata retromarcia del Governo sul progetto di privatizzazione della Protezione civile è un dato positivo ma non sufficiente. Domani in piazza ci saranno infatti i cittadini che hanno avuto la sfortuna di conoscere bene, e in prima persona, la Protezione civile di Bertolaso. A Napoli, dove dietro il filo spinato dell’esercito si nascondono discariche e inceneritori che in tutto i resto del Paese sarebbero illegali perché inquinanti; a L’Aquila, dove nonostante il grande impegno dei volontari, Bertolaso ha imposto la militarizzazione dei campi, la grande opera del piano C.a.s.e. e la chiusura del centro storico, mentre le macerie sono ancora per strada, oltre 6mila aquilani vivono ancora negli alberghi, e manca qualsiasi piano per la ripresa economica del territorio."
18 febbraio 2010 - Terra
In piazza, d’urgenza
No B DAY. La mobilitazione dei cittadini contrari al disegno governativo di riforma della Protezione civile continua. Il fronte della protesta, infatti, non ha arretrato di un passo nemmeno davanti all’ultima retromarcia del governo
di Dina Galano
Roma - Se l’Italia frana, la mobilitazione dei cittadini contrari al disegno governativo di riforma della Protezione civile non ha subito smussamenti. Il fronte della protesta, infatti, non ha arretrato di un passo nemmeno davanti all’ultima retromarcia del governo: lo stralcio dell’ormai noto articolo 16 che prevede la privatizzazione della Protezione civile è, secondo i manifestanti, «un dato positivo ma non sufficiente».
Dunque, oggi, la protesta si insedia nella Capitale dando appuntamento (dalle ore 10.30 in poi in piazza Montecitorio) alle migliaia di cittadini che hanno firmato l’appello dei sindacati Rdb-cub e dell’Osservatorio civile. Nel "No B day" la richiesta non lascia molto alla fantasia: «Chiediamo - fanno sapere i sindacati, le associazioni e i comitati promotori - le dimissioni di Bertolaso e una diversa Protezione civile, che abbandoni la gestione di grandi eventi e grandi opere per tornare al suo compito originario: previsione e prevenzione delle calamità naturali». Intenzioni chiare che verranno ribadite nel pomeriggio quando, nelle aule della Sapienza di Roma, prenderanno la parola in un’asseblea pubblica i cittadini campani e abruzzesi che, come si legge nel comunicato che indice la giornata, «hanno avuto la sfortuna di conoscere bene, e in prima persona, la Protezione civile di Bertolaso».
«A Napoli - ricordano - ci sono discariche e inceneritori che in tutto il resto del Paese sarebbero illegali perché inquinanti; a L’Aquila Bertolaso ha imposto la militarizzazione dei campi, la grande opera del piano C.a.s.e. e la chiusura del centro storico, mentre le macerie sono ancora per strada, oltre 6.000 aquilani vivono ancora negli alberghi e manca qualsiasi piano per la ripresa economica». In piazza anche le rappresentanze della ricerca pubblica, la Croce Rossa, le organizzazioni sindacali dei Vigili del fuoco, la rete No Tav e molte altre realtà cittadine. A difendere il ruolo di supporto alle attività emergenziali di tipo ambientale, poi, i ricercatori dell’Ispra e dell’Ingv che rinnovano la propria opposizione a «una decretazione d’urgenza che scavalca le competenze degli esperti».
18 febbraio 2010 - Liberazione.it
Pompieri contro la Protezione civile
Manifestazione oggi a Montecitorio
di Elisa Cerasoli
Saranno a Roma, in piazza Montecitorio oggi giovedì 18 febbraio, accanto a quelli che hanno definito gli "angeli del terremoto", i vigili del fuoco, gli aquilani del comitato 3:32 e altri cittadini aquilani che dicono "No" a un potere non democratico della protezione civile. La manifestazione organizzata dalle sigle sindacali dei vigili del fuoco e sostenuta a livello nazionale da comitati, presidi e cittadini aderenti, nasce ben prima della pubblicazione delle intercettazioni e dell’arresto di alcuni nomi al vertice del Dipartimento e imprenditori impegnati nei vari appalti; nelle intenzioni doveva essere un "No" alla Protezione civile Spa. Dopo l’eliminazione della trasformazione in Spa dai testi in discussione alla Camera, non si ferma comunque la protesta. Nel comunicato diffuso, il comitato aquilano 3:32 ha spiegato che scenderà comunque in piazza perché "questo sistema di Protezione civile, anche senza la trasformazione in SpA, è pericoloso per la democrazia e per la legalità" potendo contare su un "sistema di malaffare non democratico" ed essendo una macchina che permette "speculazioni sulle emergenze". Ma gli aquilani ci saranno anche "per essere al fianco dei Vigili del fuoco, emarginati ed umiliati, che invece dovrebbero essere il fulcro delle attività di protezione civile. Loro sempre accanto a noi, noi un giorno accanto a loro!", scrivono nel comunicato.
Dopo il sit in davanti a Montecitorio, i manifestanti si sposteranno presso la facoltà di Scienze politiche dell’università La Sapienza che ospiterà un momento di confronto fra tutta la rete di territori, associazioni, volontari, sindacati su quale protezione civile serva al Paese e ai cittadini: "Una protezione civile che invece di gestire appalti per i grandi eventi o le grandi opere dovrebbe prima di tutto occuparsi di prevenzione e di auto-protezione, in maniera democratica e diffusa". Molto duri i toni usati anche dal Coordinamento nazionale delle Rappresentanze sindacali di base Pubblico impiego, che, con le sue strutture dei Vigili del fuoco, della Protezione civile, dell’Ambiente, della Ricerca, della Croce rossa, chiede che tutto il decreto 195 venga rivisto e che Bertolaso dia le dimissioni. "Ammesso che l’articolo sulla protezione civile S.p.A. venga definitivamente espunto dal decreto 195, il 18 febbraio saremo comunque davanti al Parlamento, per riaffermare con forza che, anche così com’è stata fino ad oggi, questa Protezione Civile non ci piace, perché non corrisponde alle esigenze del Paese e rappresenta un sistema opaco di gestione di ingentissime risorse pubbliche al di fuori del controllo democratico. Infatti, mentre l’Italia letteralmente si sbriciola, come purtroppo testimoniano le frane di Vibo Valentia e di Messina, la Protezione civile si occupa dei più disparati grandi eventi che nulla hanno a che vedere con la necessaria prevenzione e le risposte alle calamità naturali e al dissesto idrogeologico del Paese". Mentre i manifestanti occuperanno piazza Montecitorio, alla Camera sarà in discussione il testo del Dl 195. "La manifestazione ci sarà comunque – confermano gli organizzatori – anche se il testo dovesse essere approvato con l’ennesimo voto di fiducia. Il 195 è, anche senza l’articolo 16, è pieno di criticità e questioni dubbie".
18 febbraio 2010 - Pisa Notizie
L'Aquila: il campo dei Vigili del fuoco di Monticchio costruito su "una discarica di rifiuti tossici". Di stanza sul luogo per diversi mesi 300 vigili di Pisa
La sconcertante denuncia dei vigili del fuoco della Rdb dopo il ritrovamento di contenitori con sostanze chimiche. Il campo era stato costruito nello spazio esterno dello stabilimento dell'ex-Agriformula, un'azienda che produceva diserbanti e pesticidi. Molte le voci che lì vi fosse una 'buca dei veleni': "Ci hanno fatto stare sopra una bomba ecologica per 10 mesi". Il Dipartimento nazionale dei Vigili del fuoco smentisce: "Non c'era nessun fattore di pericolo"
di Francesco Auletta
Pisa - "Il campo base dei vigili del fuoco a Monticchio, frazione de L'Aquila, da dove sin dalle prime ore dopo il sisma operano i vigili del fuoco della Regione Toscana, è stato eretto su una discarica di rifiuti tossici. Da mesi 'gli angeli del terremoto' sono stati collocati a loro insaputa in un sito dove giacciono sostanze pericolose per l'uomo e per l'ambiente, lasciato della ex-Agriformula, azienda che produceva diserbanti, insetticidi, funghicidi". A fare questa gravissima ed inquietante denuncia sono i rappresentanti sindacali dei Vigili del Fuoco della Rdb . Nel campo di Monticchio sono transitati oltre 1000 vigili del fuoco e qui hanno operato per mesi circa 270 dei 300 Vigili del Fuoco del distaccamento di Pisa, molti dei quali sono tornati in questa area anche 4-5 volte per periodi di una settimana. Nella caserma di Pisa la notizia è giunta ieri come un fulmine a ciel sereno e si attendono ora delle risposte, dei chiarimenti sulla situazione. "A fare la scoperta tre giorni fa - ci racconta Antonio Jiritano coordinatore nazionale della RdB dei Vigili del Fuoco - alcuni vigili del fuoco di stanza nel campo di Monticchio, che in un'operazione di livellamento del terreno, per sistemare della ghiaia a causa della pioggia e della neve, hanno visto emergere contenitori dall'aspetto inquietante. Si tratta di sostanze chimiche come tetraconazolo, penthoate, carbaril, frammisti ad arsenico, stagno e zinco". "Come organizzazione sindacale - prosegue la Rdb - sentite le voci che da tempo circolavano, avevamo sollevato il problema con i funzionari presenti nel campo base ma i nostri interlocutori ci avevano sempre detto di avere ricevuto rassicurazioni che l' area era stata bonificata e non c'era niente da temere. C'é stato un periodo durante il quale si svolgevano lavori all' interno della ex fabbrica, i Vigili, in quella occasione, avevano accusato irritazioni alle vie respiratorie ed agli occhi. Anche allora ci erano state date delle garanzie da parte dell'amministrazione. Avevamo anche provato a fare qualche 'indagine' con i mezzi limitati a nostra disposizione, senza che venissimo a capo di niente". La storia di Monticchio e dei rifiuti tossici dell'Agriformula per chi vive in quei territori è, infatti, un'annosa vicenda che da anni ormai si trascina. Il campo dei vigili del fuoco è stato costruito proprio nello spazio antistante la fabbrica dismessa. "Girano sin da quando siamo arrivati - ci racconta ancora Jiritano - numerose voci che in quell'area la stessa Agriformula aveva scavato una 'buca dei veleni' dove aveva sotterrato i suoi rifiuti. Ci hanno messo proprio sopra questa buca. Dopo l'impegno svolto a L'Aquila, con turnazioni senza limite di orario, ci hanno fatto vivere per quasi un anno in mezzo esposti ai veleni. E pensare che noi saremmo anche i garanti della sicurezza altrui". "Io sono stato due volte a Monticchio - ci racconta Paolo Pucci, caposquadra dei vigili del Fuoco a Firenze e coordinatore regionale dei VVF della RDB - ma alcuni miei colleghi si sono recati lì otto, dieci volte. A noi avevano assicurato che la zona era stata bonificata, ma questi ritrovamenti da parte di nostri colleghi dimostrano il contrario". Pucci ci spiega di aver parlato direttamente con alcuni dei lavoratori che hanno ritrovato i rifiuti: "Ho sentito direttamente uno dei miei colleghi che ha scoperto sotto la ghiaia del campo alcuni di questi contenitori che erano frantumati. Se la frantumazione sia frutto dello scavo fatto o di come sono stati buttati lì, anche questo deve essere accertato, fatto sta che in quell'area ci sono metalli pesanti ed altre sostanze altamente tossiche ed idrosolubili che potrebbero essere risalite negli strati del terreno". I Vigili del Fuoco che sono stati in quel campo ora chiedono chiarimenti e certezze. "Occorre - afferma ancora Pucci - che siano individuate le responsabilità, a partire da coloro che hanno individuato l'area per realizzare questo campo base. E' stata anche fatta una inaugurazione con tanto di champagne a cui erano presenti anche i nostri dirigenti nazionali che hanno accettato la proposta di questa collocazione". "Abbiamo chiesto l'immediato controllo di tutto il personale - conclude il Vigile del Fuoco di Firenze - a partire da quelli che hanno avuto una permanenza più lunga nel sito, e che sia inserito nella cartella personale di ogni lavoratore il fatto di aver prestato servizio a Monticchio". Le testimonianze e le denunce provenienti dal sindacato vengono smentite dal Dipartimento nazionale dei Vigili del Fuoco che in una nota diffusa ieri pomeriggio dall'ufficio stampa afferma che "non esistono fattori di pericolo o comunque ostativi all'insediamento dei vigili del fuoco nell'area dell'ex Agriformula a Monticchio, dove già insistono altre attività ed uffici di enti pubblici". "Ad escluderlo - prosegue la nota - è la serie di indagini ed analisi delle acque e del terreno effettuate dal personale dell'A.R.T.A. (Agenzia per la tutela dell'ambiente) negli anni 2008 e 2009, dopo la cessazione dell'attività della società Agriformula. Ulteriori verifiche, promosse di recente dalla Direzione regionale dei vigili del fuoco d'Abruzzo ed effettuate dal personale degli stessi nuclei N.B.C.R. (nucleare, biologico, chimico e radiologico) dei vigili del fuoco, hanno confermato gli esiti negativi". "In merito al materiale rinvenuto recentemente nell'area - conclude il comunicato stampa del Dipartimento nazionale dei Vigili del Fuoco - oggetto di notizie diffuse dalla stampa, la stessa A.R.T.A. ha precisato che costituisce rifiuto speciale non pericoloso.
18 febbraio 2010 - Il Manifesto
Oggi «No B day», presidio alle 10 alla Camera e poi assemblea
Roma - Prima un presidio a Montecitorio (alle ore 10), poi un'assemblea pubblica alla facoltà di Scienze politiche della Sapienza (alle 15). Oggi è il «no Bertolaso Day», la mobilitazione messa in piedi dal comitato aquilano «3e32» e dall'Osservatorio civile per «fermare la speculazione sulle emergenze, la militarizzazione del territorio, i grandi eventi, le grandi opere» e a cui hanno aderito sindacati, associazioni e comitati. Stamattina di fronte alla Camera sbarcheranno cittadini dall'Abruzzo e dalla Campania e manifesteranno insieme ai Vigili del Fuoco contro la trasformazione della Protezione civile in «Protezione civile Spa». La protesta resta in piedi anche se lo stralcio del famoso articolo 16 è stato annunciato perché come fanno notare gli organizzatori: «L'attenzione deve comunque rimanere alta», visto che nonostante lo stralcio il senso del decreto rimane lo stesso: strada aperta all'emergenza, ai commissari straordinari, al sistema delle ordinanze. «Con la gestione di Guido Bertolaso la Protezione civile italiana è stata snaturata - dicono gli organizzatori - Bertolaso ha abbandonato la previsione e prevenzione delle calamità naturali, come dimostrano le stragi ampliamente prevedibili di L'Aquila e Messina; ha messo in un angolo le componenti fondamentali della Protezione civile: volontari, vigili del fuoco, enti locali», per questo aldilà dell'inchiesta in corso «Bertolaso deve dimettersi». Di questo, di come è stata gestita l'emergenza terremoto a L'Aquila,ma anche in Campania dove la gestione di Bertolaso «ha contribuito all'avvelenamento del territorio, agendo in deroga a tutte le norme su salute e ambiente e nascondendo questa illegalità dietro il segreto militare» si parlerà nell'assemblea organizzata nella facoltà di Scienze Politiche della Sapienza, a cui parteciperanno tutte le realtà che hanno aderito all'appello nazionale. Per leggere e aderire all'appello, e per avere ulteriori informazioni sulla mobilitazione: osservatoriocivile.org
18 febbraio 2010 - Gazzetta del Sud
I vigili del fuoco rompono gli indugi: «Pronti a scioperare»
Denuncia dei sindacati: problemi irrisolti
Reggio C. - Questa volta sono i pompieri a dare fuoco alle polveri. I sindacati Cgil, Fns-Cisl, Uil e RdB aprono la vertenza, dichiarando lo stato di agitazione dei vigili del fuoco in relazione a una serie di rivendicazioni che non sono state ancora accolte. In particolare in un documento si evidenzia «il gravissimo ritardo» nella corresponsione di alcune indennità legate alle emergenze. Un ritardo che «potrebbe portare ad una successiva indisponibilità dei vigili del fuoco a partecipare ai prossimi impegni a salvaguardia del patrimonio boschivo». Nel documento i sindacati fanno emergere «la mancata costruzione dell'ala logistico-operativa dove, oramai da oltre dodici anni, è stata scavata una "buca" che tale è rimasta; pare che i finanziamenti siano stati dirottati verso un altro progetto, a causa del fallimento della ditta appaltatrice del tempo». Le rivendicazioni si estendono «alla mancata definizione dello status giuridico della sede di Gioia Tauro». Un passaggio indispensabile per adeguare l'organico. Lo stesso vale per la sede di Villa San Giovanni, recentemente istituita come sede (20 vigili permanenti e 8 capo squadra). Anche in questo caso dopo la cerimonia d'inaugurazione e i discorsi di parata, «nonostante la grande disponibilità sia del Comando sia del personale, non si riscontrano le condizioni numeriche per poterne avviare l'apertura». L'elenco non si ferma qui. I sindacati sollevano il problema del finanziamento per il progetto della nuova costruzione della sede del Nucleo Sommozzatori della Calabria, all'interno dell'area portuale di Reggio. Un progetto «di cui non si hanno più notizie». C'è abbastanza carne al fuoco per proclamare «lo stato di agitazione del personale dipendente del Comando Provinciale di Reggio Calabria, riservandosi di intraprendere ulteriori iniziative di lotta più incisive», compreso lo sciopero che sarà proclamato in caso di mancate risposte. Nel frattempo i sindacati hanno organizzato una manifestazione di protesta, con relativo volantinaggio.
17 febbraio 2010 - Apcom
Protezione civile/ Domani a Roma in piazza per 'No Bertolaso Day'
Indetto da RdB Cub e Osservatorio Civile
(APCOM) Un presidio alle 10.30 in Piazza Montecitorio, al quale è prevista la partecipazione di cittadini napoletani e abruzzesi, che sbarcheranno nella Capitale con dei bus e poi, alle 15.30, una assemblea all'università La Sapienza, nella facoltà di Scienze politiche. E' la giornata di mobilitazione 'No Bertolaso day' indetta per domani a Roma dai sindacati, dalle associazioni e dai comitati che hanno aderito all'appello lanciato dalla rete osservatorio civile tramite il sito www.osservatoriocivile.org.. La giornata di mobilitazione "chiede le dimissioni di Bertolaso e una diversa Protezione Civile, che abbandoni la gestione di grandi eventi e grandi opere, sotto cui si nasconde il rapporto perverso tra politica e imprenditoria e la militarizzazione del territorio, per tornare al suo compito originario: previsione e prevenzione delle calamità naturali". Al presidio, indetto dalla RdB Pubblico Impiego, ci saranno i settori RdB di Vigili del Fuoco, Presidenza del Consiglio, Ambiente, Croce Rossa, Ricerca, con una delegazione dei ricercatori ambientali Ispra che per 59 giorni hanno occupato il tetto dell'istituto. Nel pomeriggio, dalle 15.30 alla Sapienza, l'assemblea pubblica indetta dai comitati dei cittadini campani e abruzzesi, dai vigili del fuoco RdB, dalla Cgil, dai partiti dell'opposizione, da associazioni e volontari di protezione civile, dove è prevista la partecipazione di Paola Agnello Modica, segretaria confederale della Cgil, Antonio Jiritano, RdB Direzione nazionale Vigili del fuoco, Giovanni Lolli, Leoluca Orlando, del costituzionalista Gaetano Azzariti e dell'urbanista Vezio De Lucia. Secondo i manifestanti l'annunciata retromarcia del Governo sul progetto di privatizzazione della Protezione civile è "un dato positivo ma non sufficiente. Domani in piazza ci saranno infatti i cittadini che hanno avuto la sfortuna di conoscere bene, e in prima persona, la Protezione civile di Bertolaso. A Napoli - dicono - dove dietro il filo spinato dell'esercito si nascondono discariche e inceneritori che in tutto i resto del Paese sarebbero illegali perché inquinanti; a L'Aquila, dove nonostante il grande impegno dei volontari, Bertolaso ha imposto la militarizzazione dei campi, la grande opera del piano C.a.s.e. e la chiusura del centro storico, mentre le macerie sono ancora per strada, oltre 6mila aquilani vivono ancora negli alberghi, e manca - concludono - qualsiasi piano per la ripresa economica del territorio".
17 febbraio 2010 - InAbruzzo
Confermata manifestazione contro ProCiv Spa
L’Aquila – E‘ confermata la manifestazione contro la Protezione Civile Spa. Lo rendono noto i comitati cittadini aquilani e altre rappresentanze di categoria che saranno presenti al presidio di domani mattina dalle 10:00 davanti Montecitorio. Presenti anche rappresentanti dei Vigili del Fuoco e del pubblico impiego. Secondo le recenti dichiarazioni venute da più parti, Presidenza del Consiglio dei Ministri in primis, sarà depennata dalla legge la norma sulla trasformazione in Spa. Tuttavia la manifestazione ci sarà lo stesso per riaffermare il bisogno di una Protezione Civile pubblica, che non privatizzi le emergenze, soprattutto che si occupi solo di queste e non dei cosiddetti "grandi eventi". Come affermato in un comunicato del sindacato RdB, c’è bisogno di un Protezione Civile che sappia rispondere alle esigenze del paese e soprattutto che non sia "un sistema opaco di gestione di ingentissime risorse pubbliche". Il decreto sulla trasformazione della Protezione Civile (D.L. 195/2009) dopo essere stato approvato in Senato la scorsa settimana, è attualmente in discussione alla Camera dei Deputati. Nel decreto sono previste delle specifiche voci per l’Abruzzo, ora all’esame di Montecitorio sotto il titolo "Disposizioni urgenti per le Regioni Campania e Abruzzo, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Protezione Civile".
17 febbraio 2010 - Radio Città Aperta
No Bertolaso Day: confermata la mobilitazione popolare e sindacale
di domani a Roma
Confermata la giornata di mobilitazione indetta per domani a Roma dai sindacati, dalle associazioni e dai comitati che hanno aderito all’appello lanciato dalla rete Osservatorio Civile. Alle iniziative previste sono attesi i pullman dei comitati di cittadini campani e abruzzesi, in partenza da Napoli e da L’Aquila. La mattina, dalle 10.30, si terrà il presidio davanti al Parlamento, indetto dalla RdB Pubblico Impiego, che vedrà la presenza dei settori RdB dei comparti dei Vigili del Fuoco, della Presidenza del Consiglio, dell’Ambiente, della Croce Rossa e della Ricerca, con una delegazione dei ricercatori ambientali dell’ISPRA che per 59 giorni hanno occupato il tetto dell’istituto contro la chiusura dell’ente e il conseguente licenziamento di centinaia di operatori. "Domani la ricerca pubblica sarà in piazza al NO BERTOLASO DAY, perché la decretazione d'urgenza permette di scavalcare le competenze degli esperti", anticipa Claudio Argentini della Segreteria Nazionale dell’USI/RdB Ricerca "E' paradossale che mentre da anni gli enti di ricerca competenti denuncino le condizioni ambientali si spendano poi i soldi nel ponte di Messina o nei grandi eventi, e intanto l'Italia frana". "La ricerca pubblica - sottolinea Argentini - offre un importante ruolo di supporto alle attività emergenziali di tipo ambientale. Sia ISPRA che INGV sono chiamati quotidianamente dai ministeri vigilanti e dagli enti locali. Hanno le capacità per farlo, anche se molto del personale coinvolto è precario e aspetta, perché ne ha diritto, iniziative che lo portino alla stabilizzazione". Nel pomeriggio di domani, dalle 15.30, presso la facoltà di Scienze Politiche dell’università la Sapienza, l’assemblea pubblica indetta dai comitati dei cittadini campani e abruzzesi, dai vigili del fuoco RdB, dalla Cgil, dai partiti dell’opposizione, da associazioni e volontari di protezione civile, alla quale è prevista la partecipazione di Paola Agnello Modica, Segretaria confederale della Cgil, di Antonio Jiritano della Direzione nazionale delle RdB-Vigili del fuoco, di Giovanni Lolli del Pd, di Leoluca Orlando dell’IdV, del costituzionalista Gaetano Azzariti e dell’urbanista Vezio De Lucia. La giornata di mobilitazione chiede innanzitutto le dimissioni di Bertolaso e una Protezione Civile diversa da quella costruita dal suo capo in questi anni, che abbandoni la gestione di grandi eventi e delle grandi opere, sotto cui si nasconde il rapporto perverso tra politica e imprenditoria e la militarizzazione del territorio, per tornare al suo compito originario: previsione e prevenzione delle calamità naturali. L’annunciata retromarcia del Governo sul progetto di privatizzazione della Protezione civile viene ritenuta dai promotori della protesta un dato positivo ma non ancora sufficiente. Domani in piazza ci saranno infatti i cittadini che hanno avuto la sfortuna di conoscere bene, e in prima persona, la Protezione civile di Bertolaso. A Napoli, dove dietro il filo spinato dell’esercito si nascondono discariche e inceneritori che in tutto i resto del Paese sarebbero illegali perché inquinanti; a L’Aquila, dove nonostante il grande impegno dei volontari, Bertolaso ha imposto la militarizzazione dei campi, la grande opera del piano C.a.s.e. e la chiusura del centro storico, mentre le macerie sono ancora per strada, oltre 6mila aquilani vivono ancora negli alberghi, e manca qualsiasi piano per la ripresa economica del territorio.
17 febbraio 2010 - Il Fatto
MONTICCHIO (L’AQUILA)
LA FOSSA DEI VELENI:
IL CAMPO DEI VIGILI DEL FUOCO COSTRUITO SU UN DEPOSITO TOSSICO
di Chiara Paolin
"Ma quali angeli e angeli, qua tra un po’ ce ne andiamo tutti dritti al Creatore". Antonio Jiritano è preoccupato. Ha appena scoperto che il campo base dei Vigili del Fuoco di Monticchio, una frazione de L’Aquila, poggia su un deposito abusivo di scorie tossiche. Arsenico, zinco, sostanze chimiche che l'Apat (Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i servizi Tecnici) conferma essere estremamente pericolose. Jiritano è il coordinatore nazionale delle Rappresentanze di Base dei vigili, il suo accento calabrese soffia come fuoco sulla novità del giorno: "Ma cose da pazzi. È da dieci mesi che stiamo qua e nessuno ci ha detto niente. Con la neve dei giorni scorsi e poi le piogge c'è stato uno smottamento, abbiamo ripianato un po’ il terreno e sono saltate fuori bottiglie, fusti, roba strana. Coi nostri mezzi abbiamo fatto qualche verifica, s'è capito subito che erano sostanze tossiche. A quel punto ci siamo rivolti alle autorità locali ed è saltato fuori che tutti lo sapevano. La chiamavano ‘la fossa dei veleni’, era una specie di discarica illegale. Davanti al campo c'è il vecchio impianto abbandonato dell'Agriformula, un'azienda chimica. Quando siamo arrivati qui c'era lo spiazzo, la ghiaia, abbiamo montato le tende e pensato solo a lavorare giorno e notte come pazzi. Ma tutti sapevano cosa c'era sotto, e nessuno s'è preoccupato di avvisarci". Ora la priorità è sottoporre alle visite gli oltre mille vigili che da un anno occupano il campo a rotazione, si tratta di squadre che vengono soprattutto dalla Toscana. Personale esasperato da una situazione professionale ormai tesissima. Perché la grande contraddizione è che, a fronte di poteri e business via via crescenti per la Protezione civile, l’unico corpo davvero operativo nell’emergenza, quello dei vigili del fuoco, ha subìto tagli costanti e progressivi negli ultimi anni. Il più recente è arrivato nel 2009, una riduzione del 12%. Così oggi lo stipendio di un uomo esperto, con un’anzianità di servizio di 12 anni, è di 1.350 euro netti, che diventano 2.000 con gli straordinari, ma a prezzo di rischi e responsabilità pesanti. All'Aquila si lavora ancora coi mezzi tecnici arrivati il 6 aprile, ormai usurati, e i turni sono massacranti a causa delle carenze d'organico denunciate da anni e mai sanate. In Italia abbiamo 33 mila vigili in servizio effettivo, ovvero un vigile ogni 3.500 abitanti quando la media europea è di uno ogni 1.500. E per questo si fa un ricorso selvaggio ai precari, circa 120 mila uomini.
17 febbraio 2010 - Il Centro
Allarmante denuncia del sindacato Rdb dei vigili del fuoco
«Il campo base di Monticchio realizzato su rifiuti tossici»
L’AQUILA - Il campo base dei vigili del fuoco a Monticchio sarebbe stato realizzato su una discarica di rifiuti tossici. Lo denuncia il sindacato Rdb- Vigili del fuoco. «Il rischio» si afferma in una nota «è che si lavori in un sito «dove giacciono sostanze pericolose per l’uomo e per l’ambiente, lascito della ex Agriformula, azienda che produceva diserbanti, insetticidi, fungicidi». A fare la scoperta sono stati gli stessi vigili di stanza a Monticchio che, in un’operazione di livellamento del terreno, hanno visto emergere contenitori dall’aspetto inquietante. «Dall’Apat», si legge ancora nella nota «la conferma: si tratta sostanze chimiche come tetraconazolo, penthoate, carbaril, frammisti ad arsenico, stagno e zinco». «Nessuno ci ha avvisato che quel sito di Monticchio é tuttora inquinato e potrebbe essere una bomba ecologica», denuncia Antonio Jiritano della RdB-Vvf. «Ormai», sostiene, «siamo all’epilogo delle nostre condizioni di lavoro. Dopo l’impegno svolto all’Aquila, con turnazioni senza limite di orario, ci hanno fatto vivere in mezzo ai veleni».(g.g.)
17 febbraio 2010 - Primadanoi
Campo base dei vigili del fuoco sopra una discarica di veleni
L'AQUILA - Il campo base dei Vigili del Fuoco a Monticchio, frazione de L’Aquila, è stato eretto su una discarica di rifiuti tossici. Da mesi "gli angeli del terremoto" sono stati collocati a loro insaputa in un sito dove giacciono sostanze pericolose per l’uomo e per l’ambiente, lascito della ex Agriformula, azienda che produceva diserbanti, insetticidi, fungicidi. A fare la scoperta alcuni vigili del fuoco di stanza nel campo di Monticchio, che in un’operazione di livellamento del terreno hanno visto emergere contenitori dall’aspetto inquietante. Dall’Apat la preoccupante conferma: si tratta sostanze chimiche come tetraconazolo, penthoate, carbaril, frammisti ad arsenico, stagno e zinco. Di certo non compatibili con un campo base in cui si sono avvicendati circa 1.000 vigili del fuoco. «Nessuno ci ha avvisato che quel sito di Monticchio è tuttora inquinato e potrebbe essere una bomba ecologica», denuncia Antonio Jiritano della RdB dei Vigili del Fuoco. «Ormai siamo all’epilogo finale delle nostre condizioni di lavoro. Dopo l’impegno svolto a l’Aquila, con turnazioni senza limite di orario, ci hanno fatto vivere per quasi un anno in mezzo ai veleni. E pensare che noi saremmo anche i garanti della sicurezza altrui». «Non ci basta lo stralcio della protezione civile S.p.A. – sottolinea Jiritano – vogliamo un’altra protezione civile, che non si occupi di grandi eventi ma delle vere emergenze sul territorio. Vogliamo che in questa nuova struttura, pensata per le necessità della cittadinanza, i Vigili del fuoco ricoprano un ruolo centrale svolgendo il soccorso tecnico urgente con risorse, personale e mezzi degni di un paese civile». Per questo il 18 i vigili confermano la mobilitazione e annunciano che saranno in piazza di Montecitorio per un no Bertolaso day «in cui rivendicheremo anche il nostro diritto a non essere avvelenati sul lavoro», conclude il dirigente RdB.
17 febbraio 2010 - Arezzo Notizie
Abruzzo: campo dei Vigili del Fuoco su terreno inquinato?
Interrogazione di Donella Mattesini su campo che ospita i VVFF di Toscana, Umbria e Friuli
Interrogazione di Donella Mattesini e di altri deputati Pd ai Ministri di ambiente, salute, lavoro e al Sottosegretario alla Protezione civile. Il tema è la possibile pericolosità del terreno che ospita il campo dei Vigili del Fuoco che operano nelle zone terremotate dell’Abruzzo. Il sito è quello della ex Agriformula a Montecchio, in provincia dell’Aquila. 15.000 metri quadrati dei quali il campo nazionale dei Vigili del Fuoco ne occupa 5.000. Una struttura che venne inaugurata nel novembre dello scorso anno alle presenza del Capo del Corpo Nazionale, Antonio Gambardella e del Capo compartimento, Prefetto Francesco Paolo Tronca.
"Il campo – ricorda Donella Mattesini nell’interrogazione - supera il concetto delle altre emergenze ed è considerato strategico e sperimentale, destinato quindi a durare nel tempo e capace di ospitare in modo del tutto autonomo fino a 200 Vigili del Fuoco delle regioni di Toscana, Umbria e Friuli Venezia Giulia. Il campo è però stato organizzato su un’area che ospitava l’Azienda Agriformula che produceva in quel sito sostanze diserbanti ed altre ad alto contenuto tossico. L’area in cui è situato il campo risulta essere inquinata e vi è stata riscontratala presenza di alcuni composti chimici pericolosi tra cui tetraconazolo, carbaril, frammisti ad arsenico, stagno e zinco. Risulta poi che già prima del terremoto del 6 aprile 2009, il NIPAF (Nucleo Investigativo Provinciale del Corpo forestale dello Stato) stava portando avanti dei rilevamenti atti ad accertare il grado di pericolosità di quei luoghi. Sembra infatti risultare che sul sito dell’ex Agriformula, vi siano interramenti di rifiuti tossici così come accertato dalla Polizia Giudiziaria con dettagliati atti di indagine, trasmessi alla Autorità Giudiziaria presso la Procura dell’Aquila, oltreché alla Regione, alla Provincia ed al comune dell’Aquila". Nell’interrogazione si ricorda quindi che la Conferenza dei Servizi convocata dal Comune dell’Aquila il 9 dicembre 2009, aveva "deciso di procedere per la verifica di stato ambientale; che a seguito di questa riunione era stata notificata ai Vigili del Fuoco una copia verbale "ai fini delle determinazioni di loro competenza" e che tale comunicazione non ha prodotto nessun effetto, visto che ancora oggi i vigili del Fuoco soggiornano in quel Campo e non ci sono ipotesi di spostamento". Donella Mattesini e gli altri parlamentari del Pd (Mariani, Realacci, Gatti, Giaconelli e Ceccuzzi) chiedono quindi di sapere "come mai quando è stata decisa la localizzazione del Campo dei Vigili del Fuoco non è stato tenuto conto della pericolosità di quell’area, esponendo gli stessi vigili del fuoco a rischi pesanti per la loro salute e se sono previste analisi cliniche per verificare eventuali danni alla salute per coloro che vi hanno soggiornato, così come già fatto per i Vigili del Fuoco intervenuti in situazioni di soccorso a rischio chimico. Infine quanto è costata l’installazione del Campo e cosa intenda fare il Governo ed in che tempi, per assicurare lo spostamento del Campo al fine di salvaguardare la salute dei Vigili del Fuco che vi soggiornano".
17 febbraio 2010 - Redattore Sociale
Domani manifestazione a Roma per dire "Questa Protezione civile non ci piace"
Gli aquilani del comitato 3:32 e altri cittadini che dicono "no" a un potere "non democratico" della Protezione civile saranno domani in piazza Montecitorio. Manifestazione organizzata dalle sigle sindacali dei vigili del fuoco
di Elisa Cerasoli
L'AQUILA - Saranno a Roma, in piazza Montecitorio domani, giovedì 18 febbraio, accanto a quelli che hanno definito gli "angeli del terremoto", i vigili del fuoco, gli aquilani del comitato 3:32 e altri cittadini aquilani che dicono "No" a un potere non democratico della protezione civile. La manifestazione organizzata dalle sigle sindacali dei vigili del fuoco e sostenuta a livello nazionale da comitati, presidi e cittadini aderenti, nasce ben prima della pubblicazione delle intercettazioni e dell'arresto di alcuni nomi al vertice del Dipartimento e imprenditori impegnati nei vari appalti; nelle intenzioni doveva essere un "No" alla Protezione civile Spa. Dopo l'eliminazione della trasformazione in Spa dai testi in discussione alla Camera, non si ferma comunque la protesta. Nel comunicato diffuso, il comitato aquilano 3:32 ha spiegato che scenderà comunque in piazza perché "questo sistema di Protezione civile, anche senza la trasformazione in SpA, è pericoloso per la democrazia e per la legalità" potendo contare su un "sistema di malaffare non democratico" ed essendo una macchina che permette "speculazioni sulle emergenze". Ma gli aquilani ci saranno anche "per essere al fianco dei Vigili del fuoco, emarginati ed umiliati, che invece dovrebbero essere il fulcro delle attività di protezione civile. Loro sempre accanto a noi, noi un giorno accanto a loro!", scrivono nel comunicato. Dopo il sit in davanti a Montecitorio, i manifestanti si sposteranno presso la facoltà di Scienze politiche dell'università La Sapienza che ospiterà un momento di confronto fra tutta la rete di territori, associazioni, volontari, sindacati su quale protezione civile serva al Paese e ai cittadini: "Una protezione civile che invece di gestire appalti per i grandi eventi o le grandi opere dovrebbe prima di tutto occuparsi di prevenzione e di auto-protezione, in maniera democratica e diffusa". Molto duri i toni usati anche dal Coordinamento nazionale delle Rappresentanze sindacali di base Pubblico impiego, che, con le sue strutture dei Vigili del fuoco, della Protezione civile, dell'Ambiente, della Ricerca, della Croce rossa, chiede che tutto il decreto 195 venga rivisto e che Bertolaso dia le dimissioni. "Ammesso che l'articolo sulla protezione civile S.p.A. venga definitivamente espunto dal decreto 195, il 18 febbraio saremo comunque davanti al Parlamento, per riaffermare con forza che, anche così com'è stata fino ad oggi, questa Protezione Civile non ci piace, perché non corrisponde alle esigenze del Paese e rappresenta un sistema opaco di gestione di ingentissime risorse pubbliche al di fuori del controllo democratico. Infatti, mentre l'Italia letteralmente si sbriciola, come purtroppo testimoniano le frane di Vibo Valentia e di Messina, la Protezione civile si occupa dei più disparati grandi eventi che nulla hanno a che vedere con la necessaria prevenzione e le risposte alle calamità naturali e al dissesto idrogeologico del Paese". Mentre i manifestanti occuperanno piazza Montecitorio, alla Camera sarà in discussione il testo del Dl 195. "La manifestazione ci sarà comunque confermano gli organizzatori anche se il testo dovesse essere approvato con l'ennesimo voto di fiducia. Il 195 è, anche senza l'articolo 16, è pieno di criticità e questioni dubbie".
17 febbraio 2010 - La Vera Cronaca
Vigili del Fuoco, il sindacato Rdb: noi emarginati e dimenticati
di Pierfrancesco Palattella
La situazione dei Vigili del Fuoco è negli ultimi tempi salita alla ribalta nei dibattiti del nostro paese e non sempre per argomenti da cui questo storico Corpo possa trarre effettivo vantaggio. Oltre ai conflitti di competenze con altri organismi, primo tra tutti la Protezione Civile, ed il rischio di veder quest'ultima trasformata in Spa, spauracchio che sembra definitivamente allontanato, ultima in ordine di tempo è la notizia dello scandalo circa la permanenza a loro insaputa, durante il lavoro svolto a l'Aquila, in un alloggio ricavato su una discarica di rifiuti tossici; come dire, non il giusto trattamento per chi era sul luogo del terremoto a portare aiuti e conforto. In previsione anche di una manifestazione di protesta prevista per il 18 febbraio, sotto la sede del Parlamento, organizzata dal sindacato di base Rdb che rappresenta circa il 12% di tutti i sindacalizzati dei vigili del fuoco, abbiamo voluto approfondire il tema per mettere in risalto le problematiche lamentate; a rispondere alle nostre domande è il sig. Antonio Iritano, vigile del fuoco della direzione nazionale Rdb.
Iniziamo dall'ultima notizia; a l’Aquila i Vigili del Fuoco hanno alloggiato sopra una discarica di rifiuti tossici a loro insaputa. Come può essere successo?
Diciamo che questa è soltanto l’ultima indignazione in ordine temporale tra le tante, una cosa che tutti sapevano e nessuno ci ha detto; il campo base dei Vigili del Fuoco a Monticchio, frazione de L’Aquila, è stato eretto su una discarica di rifiuti tossici. Per mesi siamo stati collocati a nostra insaputa in un sito dove giacciono sostanze pericolose per l’uomo e per l’ambiente. A fare la scoperta sono stati alcuni vigili del fuoco di stanza nel campo di Monticchio, che in un’operazione di livellamento del terreno hanno visto emergere contenitori dall’aspetto inquietante. Dall’Apat la preoccupante conferma: si tratta di sostanze chimiche di certo non compatibili con un campo base in cui si sono avvicendati circa 1.000 vigili del fuoco.
Qual è ad oggi la situazione dei Vigili del Fuoco dal punto di vista di personale e mezzi?
Per far capire meglio come siamo messi, vorrei partire dal 6 Aprile, giorno del terremoto e della nostra partenza per l’Aquila da tutta Italia con mezzi mai revisionati nè controllati; questo perchè, purtroppo, i tagli del Governo sono stati anno per anno sempre più pesanti e ci hanno portato a tale condizione. Basti pensare che la metà dei suddetti mezzi con cui siamo partiti per l’Aquila non è mai arrivata, si è fermata per strada. Inoltre appena giunti sul luogo del disastro, abbiamo lavorato 48 ore senza che nessuno ci curasse in qualche modo o ci desse il minimo supporto, anche una semplice tazza di tè; abbiamo dovuto aspettare ben 3 giorni per iniziare a vedere qualcosa.
Una volta tornati da l’Aquila come è cambiata la vostra situazione?
Quando eravamo a l’Aquila abbiamo avuto elogi a non finire da parte del Governo, anche troppi; l’unica preoccupazione nostra in quel momento era di ottenere, una volta finita l’emergenza, soltanto una medaglia ed una pacca sulla spalla. Bene, oggi a distanza di un anno posso dire che abbiamo avuto soltanto la medaglia, neanche la pacca sulla spalla. Ci troviamo con gli stessi mezzi che avevamo in dotazione il 6 Aprile e voglio sottolineare che abbiamo provveduto a ripararli con mezzi di fortuna; uomini per l’organico neanche a parlarne, arrivano con il contagocce; contratto di lavoro fermo da 2 anni; busta paga quantomeno non all’altezza del lavoro che svolgiamo. La nostra preoccupazione è che nella prossima emergenza ci troveremo in situazioni peggiori di quelle attuali. Non abbiamo nè soldi nè personale per svolgere attività di prevenzione, e tutto questo naturalmente a causa dei tagli.
Vi siete lamentati spesso del comportamento del Governo. In cosa vi siete sentiti abbandonati?
Va certamente rimarcato come, in questa fase di incertezza, ci si è messo anche il governo con due o tre modifiche strutturali per lo meno discutibili; esempio, all’interno del Ministero dell’ Ambiente ha costituito un ‘Commissariato per le Emergenze Ambientali, Patrimoniali ed Artistiche’. Pensare che noi a l’Aquila abbiamo fatto quello che avete visto, ricostruito quasi il paese, tutto il recupero artistico possibile. E dopo tutto questo creano una struttura parallela con una nuova cabina di regia per gestire la manovalanza che rimane comunque, è bene precisarlo, quella fornita dei vigili del fuoco stessi.
In questi giorni si è parlato molto anche dei vostri rapporti con la Protezione Civile e della possibilità di trasformare questa in Spa: qual è la situazione?
La storia della protezione civile Spa ha influito senza dubbio sul nostro Corpo; attenzione però, la modifica alla legge che nega la trasformazione in Spa è soltanto un grande bluff, perchè si rinuncia solo alla nascita del Consiglio di Amministrazione che si dovrebbe creare in caso di Spa, ma non si va a toccare la parte della gestione grandi eventi. Noi dal 2001 denunciamo questa situazione ma nessuno ci ha mai ascoltato. La protezione civile ha assorbito nel tempo alcuni provvedimenti che erano propri dei vigili per giustificare questi grandi eventi; ad esempio, un incidente ferroviario diventa un grande evento ed è competenza adesso della protezione civile. Sono state accorpate molte attività che erano prerogativa loro con quelle dei vigili e noi diventiamo così sempre più isolati, soltanto una semplice manovalanza.
Il recente annuncio della cancellazione del provvedimento che proponeva la trasformazione della protezione civile in Spa quindi non basta?
Il problema reale è, ripeto, che con la gestione dei grandi eventi sono state sottratte competenze ai vigili. Quindi pur eliminando la Spa per noi non cambia nulla; continuiamo comunque ad essere emarginati.
Avete indetto una manifestazione di protesta il 18 Febbraio, con una mobilitazione davanti al Parlamento. Cosa sperate di ottenere?
Vogliamo innanzitutto porre l’accento sulla necessità di stabilire che l’emergenza è competenza esclusiva di noi vigili; poi possono fare Spa o quello che vogliono, però il ruolo dei vigili non può e non deve venir meno. Per concludere, noi ci siamo sempre definiti il braccio operativo del cittadino comune; ci piacerebbe continuare ad essere considerati così anche in futuro.
17 febbraio 2010 - Terra
La Protezione civile è terremotata. Ma i guai de L’Aquila continuano
di Diego Carmignani
ABRUZZO. Il sindaco Cialente, quasi un anno dopo il sisma, avvia una «fase di ascolto dei cittadini per la ricostruzione del patrimonio edilizio». La denuncia di Sel: 5.000 mq di parco urbano concessi alla Curia senza il parere degli aquilani. Se la Protezione civile fosse una squadra di calcio, il suo impegno a l’Aquila sarebbe una finale mondiale vinta con prepotenza, ma successivamente annullata per uso di doping. Sul dopo sisma, ora che ad essere terremotato è il dipartimento di Bertolaso, si sono staccati i riflettori. Il sindaco Cialente, che ha gridato «sciacalli» a chi in quella tragica notte pensava a lucrare sulle disgrazie altrui, afferma in questi giorni che la ricostruzione sta procedendo rapidamente, dimenticando però le 10mila persone ospitate dentro caserme militari e in alberghi della costa e la totale inagibilità del centro storico abbandonato a se stesso. In merito, proprio ieri il primo cittadino ha voluto dare un timido segnale che sa di affrancamento dalla militarizzazione bertolasiana, a quasi un anno dal terremoto però: «L’amministrazione comunale ritiene necessario avviare una fase di ascolto sulle proposte di aggregazione già in atto o in corso di formazione in tutto il territorio. è nostra volontà favorire la più ampia partecipazione dei cittadini e dare rapido riscontro al vivo interesse dimostrato ad avviare la ricostruzione del patrimonio edilizio danneggiato dal sisma». Nel messaggio si mettono in guardia gli aquilani da iniziative private promosse da imprese, a caccia di qualche commessa che illuda magari i proprietari. Forti dubbi su chi debba agire e come vada riedificata l’Aquila sono stati espressi, sempre nella giornata di ieri, anche da un esponente di Sinistra, ecologia e libertà. L’oggetto in questione è il progetto simbolo chiamato "Forza l’Aquila", un parco urbano con tanto di auditorium che sorgerà in Piazza d’Armi. Per la sua realizzazione la giunta comunale ha concesso, tramite delibera, la bellezza di 5.000 metri quadrati alla Curia aquilana. Decisioni concrete e non provvisorie, sottolinea Sel, che porteranno attività commerciali e direzionali realizzate da privati su suolo pubblico, impegnando circa due milioni di euro del bilancio e non coinvolgendo quella cittadinanza tenuta in sì alta considerazione dal sindaco, stando a quanto lo stesso ha voluto comunicare nel messaggio di ieri. Altro episodio su suolo aquilano viene denunciato dalla RdB dei Vigili del fuoco: il campo base di Monticchio, dove in questi ultimi mesi si sono avvicendati almeno 1.000 pompieri, è stato eretto su una discarica di rifiuti tossici. Sul sito giacciono materiali pericolosi per l’uomo e per l’ambiente, lascito della ex Agriformula, azienda che produceva diserbanti, insetticidi, fungicidi. Si tratta di sostanze chimiche come tetraconazolo, penthoate, carbaril, frammisti ad arsenico, stagno e zinco. Ennesimo schiaffo a chi realmente si è impegnato giorno e notte per la sicurezza degli aquilani e che ora scopre minacciata proprio la sua sicurezza. «Siamo all’epilogo delle nostre condizioni di lavoro - denuncia Jiritano della RdB -. Il 18 febbraio confermiamo la nostra mobilitazione, e saremo in piazza Montecitorio per il "No Bertolaso Day", in cui rivendicheremo anche il nostro diritto a non essere avvelenati».
17 febbraio 2010 - Il Messaggero
Abruzzo. Per mesi seduti, a loro insaputa, su una bomba ecologica...
Abruzzo - Per mesi seduti, a loro insaputa, su una bomba ecologica, nonostante il grandissimo impegno profuso a sostegno della cittadinanza. La storia ha dell’incredibile e nasce da una scoperta casuale. Il campo base dei Vigili del fuoco a Monticchio «è stato eretto su una discarica di rifiuti tossici». Sono le rappresentanze sindacali di base Pubblico Impiego dei pompieri a sottolineare che «da mesi gli "angeli del terremoto" sono stati collocati a loro insaputa in un sito dove giacciono sostanze pericolose per l’uomo e per l’ambiente, lasciato della ex Agriformula, azienda che produceva diserbanti, insetticidi, fungicidi». «A fare la scoperta - racconta Antonio Jiritano - alcuni vigili del fuoco di stanza nel campo di Monticchio, che in un’operazione di livellamento del terreno hanno visto emergere contenitori dall’aspetto inquietante. Dall’Apat la preoccupante conferma: si tratta sostanze chimiche come tetraconazolo, penthoate, carbaril, frammisti ad arsenico, stagno e zinco. Di certo non compatibili con un campo base in cui si sono avvicendati circa mille vigili del fuoco. Nessuno ci ha avvisato che quel sito di Monticchio è tuttora inquinato e potrebbe essere una bomba ecologica». Quello dei vigili è un vero e proprio sfogo. «Ormai - dice Jiritano - siamo all’epilogo delle nostre condizioni di lavoro. Dopo l’impegno svolto all’Aquila, con turnazioni senza limite di orario, ci hanno fatto vivere per quasi un anno in mezzo ai veleni. E pensare che noi saremmo anche i garanti della sicurezza altrui!». I Vigili del fuoco hanno annunciato che domani saranno a Roma per il sit-in di protesta in cui, dice Jiritano, rivendicheranno anche il diritto a non essere avvelenati sul lavoro».(S.Das.)
16 febbraio 2010 - Adnkronos
Vigili del Fuoco: Rdb, campo base Monticchio eretto su discarica rifiuti tossici
Roma, 16 feb. (Adnkronos) - Il campo base dei Vigili del Fuoco a Monticchio, frazione de L'Aquila, ''e' stato eretto su una discarica di rifiuti tossici''. Sono le Rappresentanze sindacali di base Pubblico Impiego dei Vigili del Fuoco a sottolineare che ''da mesi gli 'angeli del terremoto' sono stati collocati a loro insaputa in un sito dove giacciono sostanze pericolose per l'uomo e per l'ambiente, lascito della ex Agriformula, azienda che produceva diserbanti, insetticidi, fungicidi''. ''A fare la scoperta alcuni vigili del fuoco di stanza nel campo di Monticchio, che in un'operazione di livellamento del terreno hanno visto emergere contenitori dall'aspetto inquietante. Dall'Apat la preoccupante conferma: si tratta sostanze chimiche come tetraconazolo, penthoate, carbaril, frammisti ad arsenico, stagno e zinco. Di certo non compatibili con un campo base in cui si sono avvicendati circa 1.000 vigili del fuoco. Nessuno ci ha avvisato che quel sito di Monticchio e' tuttora inquinato e potrebbe essere una bomba ecologica'', denuncia Antonio Jiritano della Rdb Vigili del Fuoco. ''Ormai siamo all'epilogo finale delle nostre condizioni di lavoro. Dopo l'impegno svolto a l'Aquila, con turnazioni senza limite di orario, ci hanno fatto vivere per quasi un anno in mezzo ai veleni. E pensare che noi saremmo anche i garanti della sicurezza altrui!''. ''Non ci basta lo stralcio della protezione civile S.p.A. - prosegue Jiritano - vogliamo un'altra protezione civile, che non si occupi di grandi eventi ma delle vere emergenze sul territorio. Vogliamo che in questa nuova struttura, pensata per le necessita' della cittadinanza, i Vigili del fuoco ricoprano un ruolo centrale svolgendo il soccorso tecnico urgente con risorse, personale e mezzi degni di un paese civile. Per questo il 18 confermiamo la nostra mobilitazione, e saremo in piazza di Monte Citorio per un no bertolaso day in cui rivendicheremo anche il nostro diritto a non essere avvelenati sul lavoro''.
16 febbraio 2010 - Apcom
Abruzzo/ Vigili fuoco denunciano: campo base su discarica veleni
Scoperta fatta durante una operazione di livellamento del terreno
Roma, 16 feb. (Apcom) - Il campo base dei Vigili del Fuoco a Monticchio, frazione de L'Aquila, è stato eretto su una discarica di rifiuti tossici. Lo denuncia la RdB Cub dei vigili del fuoco, sottolineando che da mesi "gli angeli del terremoto" sono stati collocati a loro insaputa in un sito dove giacciono sostanze pericolose per l'uomo e per l'ambiente, "lascito della ex Agriformula, azienda che produceva diserbanti, insetticidi, fungicidi". A fare la scoperta alcuni vigili del fuoco di stanza nel campo di Monticchio, che in un'operazione di livellamento del terreno hanno visto emergere contenitori dall'aspetto inquietante. Dall'Apat la preoccupante conferma: "Si tratta sostanze chimiche come tetraconazolo, penthoate, carbaril, frammisti ad arsenico, stagno e zinco - dicono - Di certo non compatibili con un campo base in cui si sono avvicendati circa 1.000 vigili del fuoco". "Nessuno ci ha avvisato che quel sito di Monticchio è tuttora inquinato e potrebbe essere una bomba ecologica - denuncia Antonio Jiritano della RdB VVF - Ormai siamo all'epilogo finale delle nostre condizioni di lavoro. Dopo l'impegno svolto a l'Aquila, con turnazioni senza limite di orario, ci hanno fatto vivere per quasi un anno in mezzo ai veleni. E pensare che noi saremmo anche i garanti della sicurezza altrui". Per questo i vigili del fuoco il 18 febbraio prossimo confermano la propria mobilitazione e saranno in piazza di Montecitorio per un "No bertolaso day".
16 febbraio 2010 - Articolo 21
Vigili del fuoco a L'Aquila: il campo base su una discarica tossica
ascolta l'intervista a Paolo Pucci - RdB VVF
Mentre è ancora in atto la discussione sulla conversione in legge del decreto 195/09, in cui è stata soppressa la norma che istituisce la Protezione civile Spa e va avanti il lavoro della magistratura, il paradosso "dell'emergenza" arriva dal Campo base dei vigili del fuoco di Monticchio, frazione dell'Aquila. Per mesi, in migliaia, hanno stazionato su una vera e propria bomba chimica. Senza saperlo. Per meglio dire, a non saperlo erano rimasti solo loro. La notizia infatti era risaputa, presso istituzioni locali, Arpa, Corpo Forestale, cittadinanza locale e la stampa aveva a suo tempo denunciato il fatto... La settimana scorsa invece il riscontro effettivo: durante un'operazione di livelamento del suolo, in seguito ad una gelata, alcuni vigili del fuoco toscani, in questi giorni di stanza al Campo base trovano delle strane bottiglie, alcune rotte, e sopra l'etichetta con la sigla R6: resti di rifiuti tossici, il lascito della ex Agriformula, azienda che produceva diserbanti, insetticidi, fungicidi. A denunciare oggi l'accaduto, le rappresentanze sindacali di base, incredule di fronte all'evidenza e alla gravità del fatto. "Nessuno ci ha avvisato che quel sito di Monticchio è tuttora inquinato e potrebbe essere una bomba ecologica", denuncia Antonio Jiritano della RdB VVF. "Ormai siamo all’epilogo finale delle nostre condizioni di lavoro. Dopo l’impegno svolto a l’Aquila, con turnazioni senza limite di orario, ci hanno fatto vivere per quasi un anno in mezzo ai veleni. E pensare che noi saremmo anche i garanti della sicurezza altrui!".
Ugualmente incredulo Paolo Pucci, responsabile organizzativo Regionale Rdb Toscana: " Tutti lo sapevano, ma ugualmente qualcuno ha deciso che il campo doveva sorgere lì... chi lo ha deciso? Questa è una domanda che ci poniamo anche noi e la cosa ci inquieta. Qualcuno avrà detto si, ma non sappiamo chi..."
Intanto, al campo, si attendono le rispote del Ministero dell'Interno che dovrebbe pronunciarsi per lo smantellamento e l'eventuale ricollocazione, mentre timori e preoccupazione vengono sollevati anche in merito allo stato di salute dei tanti soccorritori che nel corso di questi mesi si sono avvicendati nel sito: " Bisogna a questo punto verificare lo stato di salute e sicurezza dei Vigili che sono transitati quì, questo si... ma attendiamo il Ministero, al momento risposte non ce ne sono."
16 febbraio 2010 - CNR media
L'AQUILA: CAMPO BASE VVFF SOPRA DISCARICA DI VELENI
Per un anno e mezzo i Vigili del Fuoco accorsi a L'Aquila hanno vissuto tra i veleni. Nessuno li ha avvisati. A fare la scoperta alcuni vigili del fuoco di stanza nel campo di Monticchio, che in un'operazione di livellamento del terreno hanno visto emergere contenitori dall'aspetto inquietante
Il campo base dei Vigili del Fuoco a Monticchio, frazione de L'Aquila, è stato eretto su una discarica di rifiuti tossici. Da mesi "gli angeli del terremoto" sono stati collocati a loro insaputa in un sito dove giacciono sostanze pericolose per l'uomo e per l'ambiente, lascito della ex Agriformula, azienda che produceva diserbanti, insetticidi, fungicidi. A fare la scoperta alcuni vigili del fuoco di stanza nel campo di Monticchio, che in un'operazione di livellamento del terreno hanno visto emergere contenitori dall'aspetto inquietante. Dall'Apat la preoccupante conferma: si tratta sostanze chimiche come tetraconazolo, penthoate, carbaril, frammisti ad arsenico, stagno e zinco. Di certo non compatibili con un campo base in cui si sono avvicendati circa 1.000 vigili del fuoco. "Nessuno ci ha avvisato che quel sito di Monticchio è tuttora inquinato e potrebbe essere una bomba ecologica", denuncia Antonio Jiritano della RdB VVF. "Ormai siamo all'epilogo finale delle nostre condizioni di lavoro. Dopo l'impegno svolto a l'Aquila, con turnazioni senza limite di orario, ci hanno fatto vivere per quasi un anno in mezzo ai veleni. E pensare che noi saremmo anche i garanti della sicurezza altrui!"."Non ci basta lo stralcio della protezione civile S.p.A. - sottolinea Jiritano - vogliamo un'altra protezione civile, che non si occupi di grandi eventi ma delle vere emergenze sul territorio. Vogliamo che in questa nuova struttura, pensata per le necessità della cittadinanza, i Vigili del fuoco ricoprano un ruolo centrale svolgendo il soccorso tecnico urgente con risorse, personale e mezzi degni di un paese civile. Per questo il 18 confermiamo la nostra mobilitazione, e saremo in piazza di Monte Citorio per un no bertolaso day in cui rivendicheremo anche il nostro diritto a non essere avvelenati sul lavoro", conclude il dirigente RdB VVF.
16 febbraio 2010 - Il Capoluogo
RdB Cub : Confermate mobilitazioni del 18 febbraio
Roma, 16 feb - La RdB Pubblico Impiego conferma le mobilitazioni del 18 febbraio , con le sue strutture dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile, dell'Ambiente, della Ricerca, della Croce Rossa e con i comitati dei cittadini aquilani e di quelli campani, per chiedere che tutto il decreto venga ritirato e che Bertolaso dia le dimissioni. "Ammesso che l'articolo sulla protezione civile S.p.A. venga definitivamente espunto dal decreto 195, il 18 febbraio saremo comunque davanti al Parlamento, per riaffermare con forza che, anche così com'è stata fino ad oggi, questa Protezione Civile non ci piace, perché non corrisponde alle esigenze del Paese e rappresenta un sistema opaco di gestione di ingentissime risorse pubbliche al di fuori del controllo democratico". Lo sottolinea l'RdB Cub in una nota. "Mentre l'Italia letteralmente si sbriciola - contuinua la nota - come purtroppo ancora oggi testimoniano le frane di Vibo Valentia e di Messina, la Protezione Civile si occupa dei più disparati grandi eventi che nulla hanno a che vedere con la necessaria prevenzione e le risposte alle calamità naturali e al dissesto idrogeologico del paese. Una Protezione Civile che rimane, oltretutto, con una dirigenza di vertice inalterata nonostante le pendenze giudiziarie a suo carico. Critichiamo il decreto 195 nel suo impianto in quanto, ad esempio, toglie risorse al Ministero dell'Ambiente per svolgere proprio la indispensabile funzione di monitoraggio e prevenzione ambientale e costituisce una struttura commissariale di cui non c'era nessuna necessità, se non forse quella di mettere in piedi un ennesimo apparato anch'esso con mani libere in nome delle emergenze. Questo decreto contiene poi uno scudo giudiziario, stabilisce aprioristicamente la fine della emergenza rifiuti in Campania riaffermando la politica degli inceneritori, e non dà alcuna risposta a tutti quei cittadini abruzzesi, ben 6.000 ancora negli alberghi, che vogliono la rinascita delle loro città e dei loro centri storici".
16 febbraio 2010 - Spoleto City
QUESTA PROTEZIONE CIVILE NON CI PIACE
CONFERMATE LE MOBILITAZIONI DEL 18 FEBBRAIO
di RdB CUB
Ammesso che l'articolo sulla protezione civile S.p.A. venga definitivamente espunto dal decreto 195, il 18 febbraio saremo comunque davanti al Parlamento, per riaffermare con forza che, anche così com'è stata fino ad oggi, questa Protezione Civile non ci piace, perché non corrisponde alle esigenze del Paese e rappresenta un sistema opaco di gestione di ingentissime risorse pubbliche al di fuori del controllo democratico. Mentre l'Italia letteralmente si sbriciola, come purtroppo ancora oggi testimoniano le frane di Vibo Valentia e di Messina, la Protezione Civile si occupa dei più disparati grandi eventi che nulla hanno a che vedere con la necessaria prevenzione e le risposte alle calamità naturali e al dissesto idrogeologico del paese. Una Protezione Civile che rimane, oltretutto, con una dirigenza di vertice inalterata nonostante le pendenze giudiziarie a suo carico. Critichiamo il decreto 195 nel suo impianto in quanto, ad esempio, toglie risorse al Ministero dell'Ambiente per svolgere proprio la indispensabile funzione di monitoraggio e prevenzione ambientale e costituisce una struttura commissariale di cui non c'era nessuna necessità, se non forse quella di mettere in piedi un ennesimo apparato anch'esso con mani libere in nome delle emergenze. Questo decreto contiene poi uno scudo giudiziario, stabilisce aprioristicamente la fine della emergenza rifiuti in Campania riaffermando la politica degli inceneritori, e non dà alcuna risposta a tutti quei cittadini abruzzesi, ben 6.000 ancora negli alberghi, che vogliono la rinascita delle loro città e dei loro centri storici". La RdB Pubblico Impiego conferma le mobilitazioni del 18 febbraio, con le sue strutture dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile, dell'Ambiente, della Ricerca, della Croce Rossa e con i comitati dei cittadini aquilani e di quelli campani, per chiedere che tutto il decreto venga ritirato e che Bertolaso dia le dimissioni.