R: La formazione questa scienza occulta affidata all'improvvisazione.

Salve, sono un'ex allieva del 70° corso AVP e scrivo in merito a ciò che avete pubblicato nell'articolo "La formazione (formazione!!) questa scienza occulta affidata all’improvvisazione".

Nel I resoconto si legge: "Altri caposquadra e caporeparto più che agli allievi pensavano alle allieve, tutto dimostrato da voti altissimi alle allieve, che capendo l'andazzo ci hanno marciato (o meglio li prendevano per il cu… ben per loro).

Vorrei esprimere non solo tutto il mio dissenso, ma anche lo sdegno.

E' vero, fra le allieve qualcuna ha approfittato delle attenzioni degli istrutturi, MA QUALCUNA, NON TUTTE.

Non è corretto far passare tutte per delle "approfittatrici". 

Io ed alcune mie colleghe serie e corrette come me, non sempre abbiamo avuto voti altissimi.

Abbiamo preso anche voti bassi sia quando li meritavamo che quando non li meritavamo.

Perchè non si parla mai delle ingiustizie che abbiamo subito a causa degli istruttori maschilisti? Visto che non siamo meno capaci degli altri, i voti alti li abbiamo sudati con l'impegno e con la fatica, non tutte, ma quasi.


Cara Collega,

innanzi tutto ti manifestiamo la nostra stima, sia per essere tra le persone attive e che reagiscono quando disapprovano qualcosa, sia per fornirci l’occasione di approfondire e illustrare la “filosofia di base”, attraverso uno dei tantissimi fatti relativo agli argomenti che quotidianamente ruotano attorno alla nostra attività, ma che spesso purtroppo, proprio a causa del loro rapido succedersi divengono, altrettanto celermente, passato prossimo.

Per stare nel presente, invece entriamo subito nel merito dei ciò che è in questione.

Questa O.S. a seguito delle innumerevoli segnalazioni dei disagi vissuti dagli allievi, ha deciso di pubblicare integralmente e senza censura uno dei documenti che più rappresentassero (nel senso di largo spettro) tali disagi; non tanto dal punto di vista prettamente sindacale, quanto da quello del disagiato che, appunto per la condizione in cui vive, caratterizza con la propria  acerba spontaneità  il prodotto del proprio sfogo.

Riguardo ai concetti “incriminati” è bene chiarire che i soggetti destinatari dell’ammonimento sono solo quei personaggi che sfruttano la condizione di giudice per ottenere vantaggi personali a scapito del giudicato, oppure ostacolano il percorso di chi non vuole “concederli”. Quindi come te stigmatizziamo tali comportamenti. Li stigmatizziamo anche quando chi li adotta, velatamente ti fa capire che con un tessera sindacale in tasca le cose possono andare in discesa.

Lungi quindi, dalle parole espresse, l’intenzione di far passare tutte come delle approfittatrici o attaccare chi, come le allieve in quel momento, si trovasse nelle condizioni vessatorie di oggetto di attenzioni non richieste.

Non entriamo nel merito dei ”voti alti”, potrebbero connotare sia il proseguimento del corteggiamento sia l’accettazione delle avances. Nei fatti, il documento non afferma nessuna accettazione da parte delle allieve, piuttosto riconosce loro l’acutezza strategica di percorrere, in quelle condizioni di obbligo alla difesa, una via di fuga possibile, il temporeggiare (le prese in giro). Se poi quest’atteggiamento sia stato condotto ”a posta” per migliori riconoscimenti, non siamo certo noi a poterlo dire.

C’informi che QUALCUNA MA NON TUTTE, abbia approfittato delle attenzioni degli istruttori. Siamo dispiaciuti ma non sorpresi, ricordando la realtà sociale in cui vive questo paese; una realtà profondamente maschilista dove, in un Corpo storicamente maschio, l’affermazione della cultura dell’uguaglianza e la condanna delle discriminazioni di carattere sessuale, ma anche generale, non sono neanche alla preistoria. Anzi possiamo dire che stanno vivendo un momento involutivo e non abbiamo dubbi sul fatto che anche il riconoscimento di un voto, giusto o ingiusto, ne sia caratterizzato.

La nostra storia a riguardo, oltre che dalla documentazione prodotta negli anni, è stata caratterizzata anche da una stretta collaborazione con l’associazione “Donna e Fuoco” che per alcuni anni si prefissò l’obiettivo di combattere frontalmente questa sottocultura.

Crediamo che il cuneo di un documento, che per i motivi sopra citati, pecca di eccessiva sinteticità, abbia toccato il nervo scoperto dalla condizione di chi, trovandosi sotto una pressione maggiore, deve lottare più tenacemente per affermare la propria idoneità, rifiutando le scorciatoie offerte dagli opportunisti.

Vista la sensibilità emersa, raro pregio di questi tempi, auspichiamo il seguito di un dialogo costruttivo che possa configurarsi oltre la posta elettronica, proprio per impegnarsi contro ogni vessazione o discriminazione per ragioni di sesso, lingua, religione o etnia.

Come noterai c’è una sola Organizzazione Sindacale che dà risalto certi sintomi, per sottolineare la gravità della malattia e, con i propri mezzi, combatterla.

Nel rinnovarti il riconoscimento di averci fornito l’opportunità di sviluppare, sia un ragionamento più dettagliato, sia la sua diramazione, la quale indurrà sicuramente, già dal prossimo corso, ad una maggiore cautela di qualcuno, t’inviamo i nostri più cordiali saluti.