Pubblico Impiego: No a qualche spicciolo in più come merce di scambio per la mobilità selvaggia
Il rinnovo dei contratti pubblici si trasforma in farsa
Dopo 17 mesi dalla scadenza del 2° biennio economico, Berlusconi tira fuori dal cilindro il coniglio della mobilità selvaggia in cambio di pochi spiccioli e Cgil, Cisl e Uil che minacciano sciopericchi, sono alla ricerca di una concertazione al ribasso.
Ma il rinnovo del biennio economico non deve essere il momento contrattuale deputato solo al recupero e incremento (sempre più improbabile) salariale delle buste paga?
Porre la discriminante del pacchetto sulla mobilità per concedere 3 euro in più di quanto previsto in Finanziaria, attraverso un accordo che comprenda anche materie diverse da quelle economiche è un atto di arroganza che butta all’aria le regole di contrattazione previste nel 2° biennio.
Il teatrino vergognoso di questi mesi è orchestrato per favorire e confezionare nell’incontro del 26 maggio a Palazzo Chigi, un altro accordo bidone sul modello “febbraio 2002”?
La RdB/CUB ha già fatto presente al governo la propria indisponibilità a firmare qualsiasi accordo che preveda solo pochi spiccioli aprendo così la strada alla mobilità selvaggia e alla cancellazione di migliaia di posti di lavoro.