PROCLAMAZIONE DELLO STATO DI AGITAZIONE NAZIONALE

Nazionale -

 

Al Ministro dell’Interno

Prefetto Matteo PIANTEDOSI

 

Al Sottosegretario all’Interno con delega ai Vigili del Fuoco

On. Emanuele PRISCO


 

Al Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e Difesa Civile

Prefetto Renato FRANCESCHELLI

 

tramite: Ufficio I – Gabinetto del Capo Dipartimento

Vice-Prefetto Angelina TRITTO

 

Al Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco

Ing. Carlo DALL’OPPIO

 

All’Ufficio Relazioni Sindacali

Vice-Prefetto Renata CASTRUCCI

 

 

OGGETTO: PROCLAMAZIONE DELLO STATO DI AGITAZIONE NAZIONALE DI CATEGORIA. VOLONTÀ DI PROMUOVERE LO SCIOPERO NAZIONALE DELLA CATEGORIA DEI VIGILI DEL FUOCO. RICHIESTA DI ATTIVAZIONE DEL TAVOLO DI CONCILIAZIONE AI SENSI DELLA LEGGE 146/90 E DELLA LEGGE 83/00 E S.M.I.


 

La scrivente USB Coordinamento Nazionale dei Vigili del Fuoco dichiara lo stato di agitazione nazionale di categoria in merito alle corrette relazioni sindacali.

Considerato l'immobilismo della politica e dell'amministrazione su temi fondamentali per il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco per i quali da anni chiediamo interventi incisivi. Per i motivi di seguito elencati dichiara lo stato di agitazione Nazionale:

- Formazione Nazionale, che dovrebbe essere il fulcro dell'attività dei Vigili del Fuoco e che invece per quanto attiene alla formazione primaria in ingresso si sta occupando più di attività non strettamente collegate al carattere prettamente operativo. Questo continua a cagionare un sensibile me costante aumento degli infortuni. Per quello che riguarda il Corso di formazione per il passaggio di qualifica a Capo Squadra il corso è diventato un inutile proforma dove in cinque settimane, svolte con la didattica a distanza, ove non vengono passate le necessarie nozioni ed informazioni per coloro che andranno a ricoprire un ruolo fondamentale nel meccanismo del soccorso tecnico urgente. Insegnamenti che non vengono somministrati con il giusto metodo e soprattutto in maniera sbrigativa e superficiale.

- Blocco di due anni in prima assegnazione: lo avevamo sostenuto sin da subito nel 2018 e lo abbiamo ribadito più volte, che la modifica dell’art. 6, comma 3 del D.Lgs 127/2018 con il blocco dei due anni in prima assegnazione, non avrebbe portato i giovamenti sperati all’amministrazione. Anzi ha creato gravi disparità e squilibri di organico nei Comandi Provinciali. Gli effetti nefasti si stanno riscontrando anche con assurde posizioni resesi disponibili nell’ultima assegnazione dei Vigili del 97° Corso nei loro Comandi di residenza. Tali posti, purtroppo, rimangono solamente ambiti dai colleghi più anziani, bloccati a centinaia di chilometri di distanza. Ormai da anni continuiamo a chiederne la modifica senza nessuna risposta concreta da parte dell’amministrazione.

- Ordinamento: attendiamo ancora la convocazione del tavolo sindacale e non è stata proposta nessuna modifica. Cosa assai più grave ancora non sono stati destinati fondi per uno strumento fondamentale che dovrebbe valorizzare tutte le figure del Corpo.

- Modifica del regolamento per il Concorso a Capo Squadra: a tutt’oggi non è stato convocato nessun tavolo sindacale per rivedere e modificare il regolamento che riguarda il Concorso a Capo Squadra. In particolare ci riferiamo all’iniqua attribuzione dei punteggi legati al possesso del doppio diploma. Procedura assurda che da sempre abbiamo contestato. Allo stesso modo troviamo davvero inconcepibile che la scelta della sede venga effettuata alla fine del corso di formazione causando non pochi disagi ai lavoratori. Tali aspetti macroscopici creano forte disparità di trattamento e profondo malcontento.

- Rinnovo del contratto: mentre vengono stanziati miliardi destinati alle spese militari e in armamenti, sono stati destinati fondi risibili per il nostro rinnovo che non riescono nemmeno a coprire un terzo del costo legato all'inflazione. Ennesimo schiaffo a un Corpo che viene valorizzato solo a parole.

- Mancata applicazione norme D.lgs. 81/08 per quanto riferito ai luoghi di lavoro. Ancora oggi le sedi non sono idonee nonostante sia ormai una conferma il sempre maggiore ingresso delle lavoratrici donne nei ruoli operativi. All’interno delle sedi di servizio non ci sono le condizioni necessarie per accogliere il personale assegnato o quello che a vario titolo viene inviato in altra sede per completare il dispositivo di soccorso. Il retaggio mentale vuole che in una squadra di soccorso non sia funzionale la presenza di più di una donna poiché si dice essere limitante. Fino a prova contraria il corso di formazione prevede moduli assolutamente identici a prescindere dal genere. Le necessità logistiche creano interferenze negli spazi e carenze igieniche dei bagni utilizzati in promiscuità così da generare imbarazzo per tutti. I locali destinati al personale operativo sono sottodimensionati e occorre una politica di gestione delle sedi di servizio e programmare la ristrutturazione, la riconversione o meglio l’edificazione di nuovi spazi destinati ad ospitare i Vigili del Fuoco. A tutto questo si aggiunge l’attagliamento del vestiario, non conforme e limitante, comprese le calzature e i guanti.

- Alloggi di servizio per il personale fuori sede: L’amministrazione ha più volte dichiarato di voler intraprendere una nuova politica legata al social housing e di aver stanziato fondi per l’edificazione o la ristrutturazione degli alloggi di servizio. Situazione fortemente avvertita da chi, per motivi di servizio, è costretto a sostenere il costo dell’affitto e contemporaneamente continuare a pagare mutui o spese a vario titolo per la propria abitazione di residenza. Situazione di difficile governo, visto il completo disinteresse da parte dell’amministrazione.

- Agevolazioni e convenzioni: ormai da anni aspettiamo che a livello centrale venga data una regolamentazione per i lavoratori che affrontano viaggi per raggiungere i Comandi in cui prestano servizio e per tornare a far visita alle proprie famiglie. Occorre riporre la dovuta attenzione a tale aspetto perché rappresenta un notevole esborso di denari che inevitabilmente si ripercuote in maniera drammatica sulla condizione economico-salariale dei lavoratori.

- Procedura univoca per la nomina dei Capo Turno Provinciali: dal 31 gennaio attendiamo ancora la risposta dell’amministrazione per quanto riguarda la nomina per gli incarichi di responsabilità legati alla figura del Capo Turno Provinciale. Ruolo evidenziato anche nel DPR 64/2021 attorno al quale ogni Comando Provinciale adotta stratagemmi diversi per l’attribuzione dell’incarico.

- Revisione delle sedi disagiate: l’amministrazione continua a non voler ripensare la classificazione di alcune sedi di servizio che, insistendo in territori difficili da raggiungere ovvero con peculiarità specifiche, debbono giocoforza essere ri-classificate come sedi disagiate.

In virtù di quanto sopra esposto la USB VV.F. Coordinamento Nazionale dichiara lo stato di agitazione nazionale di categoria chiedendo che venga applicata immediatamente la normativa vigente attivando il tavolo di conciliazione. Si rammenta l’impossibilità di compiere atti pregiudizievoli prima che venga esperito il tentativo di conciliazione ai sensi delle Leggi 146/90 e 83/2000 e delle successive modifiche e integrazioni.