Per le attività ad alto rischio si gioca a mosca cieca

Comunicato stampa del coordinamento RdB Piemonte

 

 

 

Torino -

Quando i vigili del fuoco muoiono negli interventi udiamo ministri, sottosegretari e capi dipartimento fare dichiarazioni di costernazione e dolore e le solite promesse di uomini, mezzi e attrezzature e poi succede che ad Alessandria, località Spinetta Marengo, in un sito ad alto rischio scoppia un serbatoio, e a Torino località Torrazza P.te un treno merci deraglia con un vagone contenete prodotti chimici; e costatiamo come le promesse rimangano tali e le dichiarazioni di costernazione e dolore siano le solite squallide bugie.

Perché gli organici sono sempre insufficienti e molte volte senza la necessaria formazione, vengono inviati in questi delicati e rischiosi interventi senza sapere come affrontare certi composti chimici, visto che il programma informatico in dotazione per il riconoscimento delle sostanze chimiche risale al 1997 e che la normativa per il trasporto delle sostanze pericolose (A.D.R.) è stato aggiornato da due anni e il Ministero non ha ancora comunicato nulla ai comandi.

Considerando la velocità con cui la tecnologia avanza, riteniamo di poter affermare che cinque anni e due anni sono tempi molto lunghi per un‘informazione adeguata, infatti, alcune sostanze non comparivano neppure nell’elenco fornito dal ministero.

Tanto è vero che il personale si deve arrangiare, consultando in fretta e furia internet per poter attingere qualche notizia che gli consenta di tutelarsi e di salvaguardare l’incolumità dei cittadini, quindi diventa come il gioco della mosca cieca, cioè si giunge sul posto si opera nell’intervento ovviamente senza informazioni con gli occhi bendati, e poi quando gli eventuali danni sono compiuti, arrivano gli enti che dicono se la sostanza è pericolosa e se ha inquinato l’ambiente, e solo allora ci si toglie la benda dagli occhi.

Nell’esplosione di Alessandria presso la ditta Ausimon/Atofina i vigili del fuoco sono giunti sul posto senza la benché minima cognizione topografica dell'area né tanto meno delle sostanze coinvolte, nello stabilimento vi era un solo operatore antincendio, e vicino al serbatoio esploso che contenente perossido monoidro di diisopropilbenzene, si trovavano un serbatoio di polipropilene e uno di benzene, il serbatoio esploso ha scaraventato parti sino ad una distanza di ottanta metri; una situazione di tutto riposo e salute che non prevede certo il riconoscimento del mestiere particolarmente usurante ai fini pensionistici per i vigili del fuoco.

Ovviamente le sostanze chimiche sono state rilevate leggendo il loro nome direttamente sui serbatoi, e questo nonostante vi sia stato elaborato un piano di intervento, che ci chiediamo a cosa serve se rimane nei cassetti; forse si scopre che è solo un fatto burocratico che serve ai burocrati per far carriera, in fondo cosa possono contare le vite dei vigili del fuoco, non è forse il loro lavoro? E poi i cittadini anche se respirano qualche vapore nocivo, chi gli ha detto di andare ad abitare proprio in quella località.

Per gli altri siti ad alto rischio presenti nella Regione Piemonte in particolare quelli presenti in provincia di Novara e Torino dobbiamo aspettarci la stessa assurda e inaccettabile situazione?

Nel caso del deragliamento di un treno con sostanze pericolose, quali piani d’intervento sono stati elaborati? Si potrà conoscere le sostanze coinvolte in tempo reale oppure il ministero ci fornirà qualche simpatica cavia da rilasciare sul luogo e costatare cosi se le sostanze sono pericolose?

La RdB di fronte a queste situazioni, denuncia lo stato di totale disinteresse del Dipartimento e del Ministro nei riguardi della sicurezza degli operatori e di conseguenza dell’incolumità delle popolazioni, chiedendo anche alla Magistratura un intervento allo scopo di accertare eventuali responsabilità circa il mancato rispetto delle norme di sicurezza non fornendo ai lavoratori la necessaria informazione e formazione rispetto ai rischi per la salute come previsto dall’attuale legislatura.