Patto per il soccorso: primo tavolo tecnico

Ci viene chiesta l’istituzionalizzazione dell’aumento dell’orario di lavoro

 

 

Roma -

Lavoratori,

nel pomeriggio del 9 u. s. si è riunito il tavolo tecnico sul patto per il soccorso, nel quale l’amministrazione, sulle tracce ispiratrici del nefasto memorandum sul l’impiego/lavoro, non firmato da RdB, sonda il terreno sindacale per vedere da quale punto si debba partire per chiedere al personale un aumento di produttività e attraverso quali titoli/istituti retribuire questo “impegno straordinario”. Abbiamo fatto presente che, guardando in faccia la realtà attuale, l’amministrazione già beneficia di un enorme impegno straordinario stando alle ore lavorate eccedenti le 36 ore settimanali contrattualmente previste, potendo contare su un certo numero di lavoratori che fino ad oggi si offrono volontari. Tutto ciò non è in alcun modo sufficiente a garantire un corretto ed efficace funzionamento dell’ordinario, inoltre è zavorrato da deficienze tecnico- organizzative, come lo spostare mezzi e tecnologie da una parte all’altra piuttosto che averne a sufficienza, da deficienze finanziarie e in alcuni casi normative. A noi viene naturale pensare che l’impegno straordinario debba essere legato al manifestarsi di eventi straordinari. Solo questo potrà garantire di non arrivare a fronteggiare, in debito di ossigeno, un’emergenza. La dichiarazione dello stato di emergenza è ciò che dispone nell’immediato un impegno maggiore, come ad esempio il raddoppio dei turni, in quel caso i lavoratori sono trattenuti in servizio, non volontariamente ma contrattualmente, questo è un patto. Anzi anche in questo caso l’amministrazione beneficia di una sorta di reperibilità volontaria sebbene né la organizzi né la remuneri. L’impressione è che l’amministrazione cerchi un modo per avere una mano più libera sulla durata della giornata lavorativa del personale. Su quali istituti si potranno distribuire le risorse finanziarie si potrebbe dare ampio sfogo alle proposte più disparate che cerchino di trovare differenziazioni di produttività. Si parla però di quegli istituti che, fermi dalla notte dei tempi dovrebbero trovare il loro naturale incremento, secondo noi, in ambito contrattuale e non a fronte di un impegno extra-straordinario.