Osservazioni sulla parata del 2 giugno
Più volte ci siamo trovati a manifestare pubblicamente il nostro dissenso a cercare il consenso della popolazione, attraverso marce o l’esibizione dei mezzi tirati a lucido; ci pare che il momento di recessione che stiamo attraversando non sia propizio per inutili sprechi e che tra l’altro si cerchi il consenso dando alla popolazione una immagine del lavoro dei Vigili del Fuoco che non corrisponde al vero.
Non è forse vero che la gratitudine della gente ci viene non quando ci esibiamo con quegli automezzi appena usciti dalla fabbrica ma bensì quando ci vedono operare con quelli abituali, vecchi, logori, tenuti insieme alla belle meglio.
Chi ci plaude non conosce la mole di lavoro straordinario a cui siamo costretti per poter sopperire alla carenza d’organico, per fronteggiare le calamità, le emergenze in genere; nessuno sa che ogni ora di quel lavoro straordinario ci viene retribuito con circa 8€, un cifra irrisoria.
A proposito chi sarà il Comando così meritevole da avere in dotazione il fiammante nuovo anfibio?
L’Amministrazione si comporta come una matrigna, ha figli e figliastri, distribuisce senza equità, concedendo al più grande o a chi ha più forza, in mancanza di risorse ricicla l’abbigliamento rattoppato ai figli più piccoli, gode a farli litigare.
Ma noi che siamo professionisti, noi che siamo “tutti” specialisti vorremmo essere trattati in egual modo, retribuiti decorosamente, non vogliamo farci la guerra al nostro interno: sarebbe il caso che l’Amministrazione guardasse a tutti i Comandi così che le risorse possano essere distribuite con imparzialità.
Ci consoliamo nel vedere le immagini proposte nel web che ci propongono una realtà diversa da quella che viviamo, dove appare una situazione idilliaca, dove tutti ci considerano eroi.
Fino a quando non si avrà la lucidità mentale di riflettere attentamente su quello che noi realmente rappresentiamo, sulla nostra identità e sulla nostra autorevolezza che prescinde dal bisogno di essere rappresentati con autoritarismo, noi non riusciremo a sollevarci dal torpore in cui la nostra categoria è caduta.
Nessun condottiero avrebbe mai potuto vincere battaglie senza un esercito fatto da grandi combattenti; purtroppo noi siamo dei grandi combattenti ma i condottieri che si sono succeduti non hanno mai combattuto per le nostre battaglie, ma si sono spesi per le loro.