Obbligati e sanzionati per restare a L'Aquila
Protezione civile: un optional restare nelle zone terremotate
IL 14 GIUGNO IN SCIOPERO CON USB
Il sistema di Protezione Civile creato nel nostro paese, con il passare degli anni è stato stravolto: se ne può cogliere l’essenza dopo le dichiarazioni del Presidente del Consiglio che lasciano intravedere un sistema che non funziona o che quanto meno è solamente funzionale a determinate persone.
Un sistema che serve solo come carta di credito del Governo: quando servono soldi senza controllo, ecco pronta la Protezione Civile; lo verifichiamo anche in questi momenti in cui con i soldi sottratti al Corpo Nazionale VV.F. dal “decreto Abruzzo” si procede alle assunzioni di altri mentre i Vigili del Fuoco per garantire da tutta Italia la presenza in Abruzzo, sono costretti a raddoppi delle turnazioni e all’effettuazione continua di lavoro straordinario.
Ma le contraddizioni forti emergono anche da questa manovra da 24 MLR che colpisce il Corpo Nazionale con tagli generalizzati per il soccorso e per i lavoratori e questo mentre l’unico ente a cui non è stato tolto nulla, anzi è vero semmai il contrario, è proprio la Protezione Civile.
Chi fa il soccorso alla popolazione viene ridimensionato e chi fa “i grandi eventi” viene premiato!
Oggi parliamo di una presenza di cui non ci è dato di capire l’utilità, visto che il servizio tecnico urgente non è più una necessità.
Forse la vera ragione è quello che da sempre denunciamo: questo Governo non è nelle condizioni di dare risposte alla popolazione e lascia come “presenza dello Stato” i lavoratori del Corpo Nazionale VV.F, visto che con quella popolazione si è creato un rapporto di fiducia, certi che a noi nessuno ci prenderà di mira.
Noi abbiamo una sensazione diversa, riteniamo che quando tutte le contraddizioni cominceranno ad emergere fortemente e quando la popolazione vedrà, a distanza di anni, l’immutabilità delle condizioni di quel sito, i primi schiaffi saranno proprio per il Corpo Nazionale dei VV.F.
Per il momento, certi che nessuno avrà nulla da obiettare, continueremo in Abruzzo a svolgere il nostro “servizio sociale”.
L’invito del Presidente del Consiglio a che la struttura della Protezione Civile lasci quella zona, ci fa ritenere che il soccorso sia visto come un optional e che forse sia stata individuato il momento opportuno per scappare da quella zona distrutta, dove la ricostruzione tarda a venire e dove gli appalti cominciano ad avere “puzza di bruciato”