NON SARANNO I CARABINIERI AD ARRESTARE GLI INCENDI

Nazionale -

In Italia un effetto sicuro la riforma Madia l’ha avuto: è molto più difficile fronteggiare gli incendi che d’estate affliggono la penisola. Effetto dell’abolizione del Corpo Forestale dello Stato, cannibalizzato per oltre il 90% dai carabinieri e per il resto diviso tra vigili del fuoco, guardia di finanza e polizia di stato. Notizia risaputa. Quel che meno si sa, è che il patrimonio di conoscenze e competenze accumulato dalla Forestale è andato disperso in un battibaleno, perché i carabinieri si sono accaparrati gran parte della flotta di elicotteri dell’ex Cfs, ma non li usano in funzione antincendio. Anzi, non li fanno volare se non per scopi militari. In compenso, molti componenti del reparto volo ex Cfs sono passati ai vigili del fuoco, che sono così finiti per l’essere la seconda compagnia aerea civile del paese. Però senza mezzi… Così non volano nemmeno loro, condannati a girarsi i pollici perché finiti nel tritasassi burocratico di pareri, direttive, ordini di servizio etc.


Non bastasse, i carabinieri sono diventati gelosissimi delle loro nuove competenze, ancorché mai tradotte in pratica. In tutto questo bailamme l’Italia continua a bruciare, senza che l’amministrazione pubblica sia in grado di mettere in campo gli adeguati mezzi di contrasto. “Se l’Italia brucia, in queste condizioni, è il minimo – ribadisce Costantino Saporito, coordinatore nazionale Vigili del Fuoco Usb – Quel che realmente stupisce è la protervia messa in campo dalla rappresentanza parasindacale dei Carabinieri, il Co.Ce.R., che per rispondere alle legittime rimostranze dei sindacati dei vigili del fuoco di fronte al disastro perpetrato nel nome di Madia, si rifugia in esercitazioni di fantasia. Come quando dichiarano che i nostri sindacati diffondono notizie “ad arte per interessi di bottega e se qualcuno tra i Vigili del Fuoco non ritiene di poter svolgere al meglio le funzioni che prima svolgeva il Corpo forestale dello stato”, di farsi da parte perché “i Carabinieri si faranno carico professionalmente e generosamente anche di questa attività”.

Una presa di posizione inaccettabile e intollerabile. “A prescindere dall’ingerenza dell’organismo di rappresentanza militare dell’Arma in una questione che esula dai suoi compiti di mera attività propositiva e consultiva che può esercitare esclusivamente nelle sedi e nelle forma – afferma Saporito - espressamente previste dal d.P.R. 90/2010, l’USB VVF si chiede perché il Co.Ce.R. dei Carabinieri non dice chiaramente quali sarebbero gli “interessi di bottega” perché, se tale affermazione dovesse celare ipotesi di reati, chi ne conosce il fatto ha l’obbligo di denunciarli alle autorità giudiziarie competenti, e qualora non esistessero sarebbe un atto di diffamazione per l’intera categoria dei Vigili del Fuoco e per le organizzazioni sindacali che li rappresentano.
Pertanto questa O.S. avvierà ogni possibile azione, anche giudiziaria, per tutelare gli interessi dei lavoratori anche dell’Arma che si sentono offesi da queste “superflue” dichiarazioni.
Forse sarebbe il caso che queste rappresentanze “pseudo sindacali” cominciassero a trattare il tema del diritto sui luoghi di lavoro e a garantire la libertà di espressione che a quanto risulta appare parecchio “soppressa” all’interno dell’Arma. Poi per ciò che riguarda la gestione incendi sicuramente “arrestare le fiamme” li avrà indotti in inganno rispetto al loro tentativo di ampliare le loro competenze”.